Nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 circa 900 milioni di persone s’incollarono alla tv per vedere un essere umano calpestare il suolo lunare per la prima volta. Oltre 20 milioni di quei telespettatori erano italiani. Ma molti altri hanno comunque riascoltato le parole (e rivisto le immagini) di Gianni Bisiach che seguì lo sbarco dietro le quinte della prima maratona televisiva della Rai (28 ore di diretta), condotta da Tito Stagno con i commenti di Andrea Barbato e, dal centro spaziale della NASA di Houston di Ruggero Orlando.
La passeggiata di Neil Armstrong e “Buzz” Aldrin segnò una tregua ai rancori e ai disordini di quegli anni. Giornalisti e osservatori internazionali profetizzarono che l’allunaggio statunitense avrebbe sancito l’inizio di una collaborazione fra Usa e Urss e, forse, la fine della Guerra fredda.
L’emozione di chi assistette a quell’evento prevalse per qualche giorno su ogni cosa: dal giorno del decollo dell’Apollo 11 fu davvero come se tutto, anche in Italia, ruotasse intorno alla Luna. Nelle scuole e nei bar non si parlava d’altro. I negozi, con le vetrine rigorosamente a tema, ottennero il permesso di tenere accesa la tv anche durante l’orario di apertura e al carcere di Roma il ministero concesse 600 apparecchi in prestito. In quella notte non ci furono furti né rapine: a Milano il centralino della polizia squillò solo 2 volte e a Bologna e Roma il copione non fu diverso.
Lo sbarco sulla Luna ci rende ancora capaci di sognare mondi migliori, universi senza fine, dove buchi neri e remote galassie rendono tutto possibile, meraviglioso, visionario perché da sempre lo spazio e il cosmo, con i suoi misteri e le sue scoperte, affascina chiunque di noi, scienziati e uomini comuni, laici e religiosi, sognatori e scettici.
Le imprese degli astronauti, ne è la riprova l’ultimo viaggio spaziale di Samantha Cristoforetti, han fatto desiderare ai “bimbi” di tutte le età di diventare astronauti.
E se per la maggior parte di noi, non è stato così, ora avremo comunque la possibilità di vedere quel mondo da vicino, di entrarne a far parte anche se per poche ore.
Dal 27 settembre arriva per la prima volta in Italia, a Milano nello Spazio Ventura XV (via Privata Giovanni Ventura 15), NASA – A Human Adventure, la mostra sullo spazio prodotta da John Nurminen Events in collaborazione con Avatar – che ha già affascinato nel suo tour mondiale iniziato nel 2011 milioni di visitatori perché concepita per adulti e bambini.
La mostra è un viaggio di conquiste e di scoperte che si estende per 1500 metri quadri, tra razzi, Space Shuttle, Lunar Rover, Simulatore di centrifuga spaziale, in un percorso didattico ed emozionante, scientifico e immersivo, che va dal primo lancio nello spazio ai giorni nostri e che presenta circa 300 manufatti originali provenienti dai programmi spaziali NASA, la maggior parte di essi in prestito dal Cosmosphere International Science Education Center e dallo Space Museum e dal U.S. Space & Rocket Center, molti dei quali sono stati nello spazio.
L’esposizione racconta la fantastica storia della National Aeronautics and Space Administration, per tutti la NASA, e le sue incredibili conquiste ottenute nei voli e nelle esplorazioni spaziali.
I visitatori potranno ammirare le splendide astronavi costruite dalla NASA e scoprire le storie delle persone che vi sono state a bordo o che le hanno progettate e costruite come per esempio un enorme modello in scala del gigantesco razzo lunare Saturn V o la replica fedele della pioneristica navicella Mercury con la quale venivano condotte le prime missioni spaziali, e la navicella Gemini, costruita per missioni di lunga durata e ancora un modulo dell’Apollo che portò il primo essere umano sulla Luna e il Rover Lunare che servì agli astronauti per esplorarla. Non poteva mancare l’ormai iconico Space Shuttle, prima navicella riutilizzabile, con una sezione che consentirà ai visitatori di vedere il ponte di volo e il ponte di mezzo dove invece mangiano, dormono e lavorano sugli esperimenti.
Ma i visitatori potranno anche sperimentare una simulazione di volo a “bordo” del Mercury Liberty Bell 7 dove si trovava l’astronauta, Gus Grissom. Il simulatore “G-Force – Astronaut Trainer” sarà per il pubblico come una sorta di grande salto adrenalinico, proprio grazie alla forza di gravità generata.
Attraverso 6 sezioni (Gantry Entrance, Sognatori, La Corsa allo Spazio, Pionieri, Resistenza e Innovazione), i visitatori verranno catapultati in una delle storie più affascinanti e ambiziose dell’uomo, la scoperta dello spazio in un’esperienza immersiva che inizia fin dall’ingresso, quando dovranno attraversare una passerella, la stessa che gli astronauti della NASA percorrono prima di salire a bordo del Saturn V e la stessa sulla quale, nella notte del 7 dicembre 1972, camminarono tre astronauti dell’Apollo 17 per atterrare sulla Luna.
L’esplorazione dello spazio è una delle vicende umane più meravigliose e questa mostra vuol dar conto anche dello spirito e dell’eroismo di quanti sopravvissero alle missioni spaziali, senza però dimenticare il sacrifici e le perdite di quegli uomini e donne per i quali l’avventura spaziale si trasformò in tragedia. “NASA – A Human Adventure” mostra come nel passato le esplorazioni spaziali siano state una grande competizione tra le nazioni, addirittura un elemento significativo della cosiddetta Guerra Fredda dacché la corsa allo spazio aumentò, ma anche stimolò, la rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica, mentre ai giorni nostri, con le stazioni internazionali, uomini di nazioni e culture diverse collaborino assieme.
La mostra, aperta il 27 settembre, resterà accessibile ai visitatori fino al 4 marzo 2018 presso lo Spazio Ventura XV (Via Privata Giovanni Ventura 15 a Milano.
Fonte: Comunicato stampa mostra “A human adventure”