Da pochi giorni si è chiuso, con l’appendice di un ennesimo attentato in Turchia, il 2016, un anno terribile che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso in mille occasioni. Negli ultimi dodici mesi, numerosissimi sono stati i momenti di grande preoccupazione per il pianeta e soprattutto per il cosiddetto mondo occidentale che suo malgrado ha imparato a convivere con il terrore, sentimento che pensava di aver dimenticato.
E’ oggi in atto una profonda crisi della governance mondiale che al momento non dispone di leader capaci di gestire la comunità internazionale e, soprattutto, le situazioni di crisi che sono i “pezzi” della “III Guerra mondiale” già in atto, come ha più volte affermato Papa Bergoglio. La questione riguarda tutto il globo e in particolare la parte del mondo nella quale siamo coinvolti. I due attori principali Stati Uniti e Russia sono in posizioni di contrapposizione non tanto perché siano in discussione le loro aree di influenza e di interesse geopolitico, peraltro in via di nuova definizione, quanto perché le due massime potenze stanno cercando di riaffermare una supremazia che a loro non si riconosce più. Come se non bastasse, con un disegno che pochi riescono a comprendere, il Presidente degli Stati Uniti Obama a fine mandato ha dato il peggio della sua traballante amministrazione, ponendo il suo successore in difficoltà su temi scottanti quali la sicurezza di Israele e la crisi siriana in medio oriente.
Una tregua è stata raggiunta in Siria, e secondo il rappresentante ONU Steffan de Mistura potrebbe durare, anche se è stata ottenuta senza la partecipazione al tavolo negoziale dell’ONU, dell’UE e degli USA. Russia, Iran e Turchia hanno fatto da soli dimostrando che in questo momento non esiste chi possa operare “super partes” nell’interesse dei popoli. Per l’ONU e per lo stesso de Mistura è stata una vera debacle, un affronto che relega le Nazioni Unite in quel limbo di chiacchiere (la definizione è di Trump) dove sono sempre state, etichettate più come “ente morale” che reale organismo di guida e governo del mondo.
Israele, molto indispettito, ricusa la risoluzione ONU di condanna per l’occupazione dei territori passata con l’astensione USA (è la prima volta che succede) e minaccia sanzioni contro i paesi che a New York gli hanno votato contro.
Il terrorismo internazionale, e sopra a tutto quello di matrice islamica, è sempre in auge. A San Silvestro lo abbiamo visto all’opera con i 39 morti e numerosi feriti di Istanbul. Anche se l’IS in quanto Stato è oramai quasi del tutto sconfitto, l’ideale terroristico che incarna è sempre vivo e vegeto. Quando non dispone di adeguata organizzazione di supporto Daesh non si fa scrupolo di comandare attentati “alla casareccia” portati a compimento con uomini e mezzi efficaci ma “poco dignitosi” per un movimento terroristico internazionale, quali camion e terroristi fai da te che poi nemmeno si immolano e fuggono. Ma proprio per questo il pericolo è ancora più incombente e ci costringe a misure che non avremmo mai pensato. Per la paura di un lupo solitario o di un ex “foreign fighter” rientrato in Europa alla chetichella e in vena di prodezze terroristiche, abbiamo blindato e messo sotto assedio le città, abbiamo collocato mezzi corazzati e fucili vicino al presepe, i tiratori scelti sul Duomo di Milano, in Piazza San Marco e a San Pietro per colpire eventuali terroristi, magari mentre il Papa impartisce la benedizione “urbi et orbi”. E’ una situazione che non può durare.
All’inizio del 2017 non sappiamo quale influenza potrà avere la prossima Presidenza Trump su tutto questo e sulle altre criticità nel mondo e in particolare non si intravvedono soluzioni per il problema dei profughi che fuggono dalle guerre e dalla miseria ne si capisce come il terrorismo oramai casuale potrà essere controllato o risolto.
Rimangono alcune amare considerazioni da fare.
Il mondo ha fatto abbastanza per evitare questo triste epilogo? Quali le responsabilità? Secondo il filosofo francese Bernard-Henri Lévy, esperto di Siria e medio oriente, “……la comunità internazionale dovrebbe vergognarsi per aver causato questa situazione. Milioni di esseri umani soffrono pene indicibili per gli errori commessi dai decisori internazionali ….. oggi ci sono, su questa terra, uomini che non possono più pensare, nè amare, nè sperare, ma soltanto tremare incessantemente, soltanto fuggire, e continuare a fuggire, fare da scudo con i loro corpi ai propri figli, per ripararli dal fuoco o dal gas che non darà loro scampo. Davanti a un simile spettacolo, noi siamo come dei testimoni che non sanno più se tacere o se non ascoltare”.
Ma c’è di più. Perché in Europa siamo diventati così deboli? Se siamo così disarmati per esempio nei confronti delle derive islamiste contro i nostri valori, un motivo ci deve pur essere. Abbiamo perso ogni forza, stiamo rinnegando i valori della nostra storia e della nostra cultura.
Il nostro peggior nemico non è l’IS e nemmeno l’integralismo islamico, no, siamo noi stessi perché un nuovo sentimento pervade gli europei, la cristianofobia che è il cavallo di Troia dell’Islam. Come scrive Charles Consigny sul settimanale francese “Le Point”, “……..a forza di fare tabula rasa del suo passato, l’Europa farà piazza pulita del suo futuro. Ovunque nel nostro continente una estenuante e laicista mancanza di determinazione e l’esistenza di valori confusi condannano il Cristianesimo a favore dell’Islam. Via i simboli della nostra religione, via il presepe, l’albero di natale ed i canti natalizi, tabula rasa, appunto, in nome di che cosa? L’Europa sta già mutilando le sue tradizioni, preoccupata di non offendere i musulmani. E’ vero. Noi siamo diventati il nostro peggior nemico e l’esito finale del laicismo autodistruttivo dell’Europa potrebbe essere davvero un Califfato.”
Sono tutte affermazioni sulle quali si impone una seria riflessione. Non ci siamo accorti che mentre subiamo l’imposizione di un vero e proprio cambio di cultura progressivo, strisciante e subdolo, crescono parallelamente nella nostra realtà politica e nei consensi elettorali i “movimenti populisti” ed estremisti?
Anche questa è una vittoria dell’IS, sono riusciti a toglierci il gusto della nostra democrazia.
L’America forse ripartirà con Trump, ma per l’Europa la prospettiva è di restare ancora al palo in una deriva da fine impero.
Buon anno. Avremmo voluto vivere periodi più fausti. Ci è toccato questo. Fiducia nel futuro? Sempre, ma con qualche reale preoccupazione. Auguri, auguri, auguri.