La richiesta accorata di un piano straordinario, a sostegno del settore, per superare “la più grave crisi che attraversa il libro dal Dopoguerra” è indirizzata al Governo del nostro Paese da AIB (Associazione Italiana Biblioteche), AIE (Associazione Italiana Editori) e ALI (Associazioni Librai Italiani).
In tempi di pandemia e di imposizione della debita distanza fra di noi, si è creato un distacco affettivo forse irreparabile tra i luoghi dei libri, la consultazione, la produzione e la loro vendita. L’anello si è rotto, la situazione è grave. Da qui l’appello perché si porti riparo al più presto prima che sia troppo tardi.
Sono state chiuse le librerie come luoghi del contagio, poi aperte, poi semiaperte. La libreria è il tempio della cultura, dove per cultura si intende “tutto fuorché un luogo di culto”, sostenevano i ristoratori del “Tempio d’oro”. Culto deriva da cultura o viceversa. Poco importa. Ma davanti a questo tracollo non è possibile far finta di niente. I numeri impietosi stanno a dimostrarlo: chiuse le librerie con perdite solo a marzo di 25 milioni di ricavi; chiuse scuole, università e le biblioteche, per quanto circa 600 hanno mantenuto aperto il legame con i propri piccoli lettori, una goccia, un niente rispetto alle 11.608 biblioteche chiuse.
Già a fine marzo molti editori hanno richiesto la cassa integrazione per i lavoratori e ridimensionato il programma delle novità librarie con gravi conseguenze sui posti di lavoro nei settori della carta, della stampa e nei service editoriali e grafici. “Il rischio di desertificazione culturale, specie nelle aree più deboli del paese, è alto! – ammoniscono – Soprattutto, sarà un colpo verso la cultura italiana, la diversità culturale e il pluralismo”. Una battaglia che non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma tutti noi.
Perciò, per ovviare a questo misfatto, chiedono risposte urgenti che riassumono in queste due proposte: la disponibilità di fondi da destinare alle biblioteche di pubblica lettura per un piano straordinario di acquisto libri; il sostegno con strumenti analoghi al bonus cultura, superando il limite di età finora riservato ai diciottenni, da estendere a tutta la popolazione. Queste le azioni più immediate ma le Associazioni promuoventi intervengono anche per indicare nella “legge di sistema” una serie di provvedimenti a sostegno delle attività librarie che mirino a promuovere la lettura con le risorse necessarie; a stabilizzare il sostegno alla domanda; a rafforzare il sistema bibliotecario del Paese; a incentivare l’acquisto dei libri prevedendo la detrazione fiscale; a promuovere l’innovazione nei vari passaggi produttivi e distributivi del libro; l’avvio di procedimenti sostenibili e inclusivi dell’editoria; a fare dei nostri libri uno strumento di conoscenza della cultura italiana anche all’estero.
Queste linee guida sono essenziali se vogliamo salvare i libri e noi stessi, coinvolgendo beninteso anche gli autori.