Giorni fa, Enrico Letta, ex premier, oggi direttore dell’Istituto di Studi politici a Parigi, ha lanciato la proposta di far votare i sedicenni (in un discorso più ampio scaturito dallo Ius Culturae).
I leader politici si sono dichiarati favorevoli o possibilisti. D’altronde, “l’effetto Greta Thumberg”, sedicenne, con i suoi milioni di seguaci, consiglia loro moderazione e prudenza politica.
Dai primi sondaggi, la proposta non sembra riscuotere molte simpatie. 7 intervistati su 10, di qualunque età, non sono favorevoli.
Per completezza di informazione, degli under18 intervistati, i diretti interessati, ben 6 su 10 sono contrari. Ritengono che sia una “furbizia” politicam per ottenere più voti.
Ma vediamo i contro. Come si può considerare maturo un sedicenne che non ha piena responsabilità civile e penale? Persino il matrimonio per un minorenne, oltre i 16 anni, deve essere autorizzato da un tribunale per i minorenni.
A parte questi aspetti legali, la maggioranza degli intervistati ritiene che un ragazzo sedicenne non sia pienamente consapevole per via di una scarsa conoscenza della Costituzione e degli organi di Governo. Inoltre, che possa essere fortemente plagiato dai familiari o dagli “influenzer” sociali.
Tra i contrari, la vicepresidente M5s del Senato, Paola Taverna, nonostante sia Grillo che Di Maio siano favorevoli, che in un intervento su fb ritiene non saggio affidare la scelta di decidere ai sedicenni, ma di intercettarne i desideri ed aiutarli a realizzarli.
I favorevoli (meno numerosi) dichiarano che se a 16 anni si può lavorare e pagare le tasse, sembra logico, nella sostanza, che possano votare. Dal punto di vista etico, considerando che si parla del loro futuro, deciso adesso da tanti anziani, è bene ascoltarli. Tra questi, Calenda, che ritiene che il peso dei “meno giovani” sia preponderante e che questo incide su politiche basate troppo a breve termine.
I sedicenni votano in Austria, in alcuni lander tedeschi, in Argentina e Brasile.
Il mio punto di vista è che i giovani, anche se numericamente inferiori di numero, non siano adeguatamente rappresentati od ascoltati all’interno delle Istituzioni. Mi piacerebbe dare loro una possibilità con le elezioni solo amministrative, come in Norvegia, chiedendo alla scuola di insegnare più educazione civica, per renderli cittadini più consapevoli.
Un atto di coraggio di noi genitori o nonni, mostrando loro che li prendiamo sul serio.