Luis Sepúlveda ci ha lasciato, ieri, a 71 anni. Come tanti, come molti che sono caduti, sconfitti da un nemico che si è insinuato nel nostro sistema respiratorio e lo ha annichilito.
“Per me è difficile immaginare una letteratura priva del conflitto fra l’uomo e ciò che gli impedisce di essere felice.” Una dichiarazione che definisce l’uomo, il suo impegno politico a favore dell’umanità, per raggiungere il benessere non solo economico – cosa importante e che manca tuttora a buona parte dell’umanità – ma anche la giustizia sociale, attraverso la lotta, non di parte, ma per tutta l’umanità. E’ questa la visione che l’ha contraddistinto come uomo e come letterato fin dai suoi esordi nel Cile di Unidad Popular di Salvador Allende, travolta nel 1973 dal golpe del generale Augusto Pinochet.
Se dovessimo associare alla vita di Luis Sepulveda delle azioni ci serviremmo di almeno queste componenti: certamente la scrittura (numerosi e coinvolgenti sono i suoi racconti, romanzi e fiabe rivolti ad ogni genere di pubblico, adulti, bambini, uomini donne, ecc.), l’impegno politico a favore degli ultimi e delle masse popolari che subiscono l’oppressione dei potenti, le amicizie di maestri come Neruda, Saramago, Tonino Guerra, ecc, l’esilio all’indomani del golpe da un paese arciamato rimasto perciò scolpito nel suo cuore di fervente patriota, il viaggio nelle estreme lande dei deserti secchi (Atamaca) ed umidi (Patagonia), soprattutto l’immersione nella sua anima di vagabondo della cultura amante della vita riarsa, alla ricerca di emozioni, di esperienze da vivere con formidabili passioni. Come dice Kavafis, nella sua Itaca, portandosi dietro le ricchezze non materiali ma come abbellimento dello spirito.
Per puro caso, in occasione dei miei compleanni, ho ricevuto in dono suoi romanzi da tre care fanciulle, qualche anno fa da Cinzia “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, dove il gatto ovviamente era lui che aveva fatto del volo la sua essenza terranea, e l’ultimo, l’estate scorsa, una raccolta di impressioni sui viaggi e sugli incontri che inevitabilmente ci arricchiscono l’anima “Ingredienti per una vita di formidabili passioni” da parte di Francisca e Kitty di origini cilene, che richiamava nella dedica le nostre passioni e le origini, di là e di qua, innervate di cosmopolitismo, con al centro, sempre, l’amore verso l’umanità prossima e lontana.
Per questo ci è rimasto nel cuore Luis Sepulveda e ci dispiace che ci abbia lasciato. Buon viaggio, maestro di penna e di pensieri alti e gioiosi, trascritti con leggerezza per sgravare i pesanti fardelli che gravano il mondo!