Il disinteresse per tutto ciò che riguarda la comunità, anche quella più prossima, ovvero quella stessa che insiste sul logo dove si abita, è sintomatica di una situazione di disagio sociale che si manifesta quando i problemi legati alla sopravvivenza quotidiana occupano totalmente le energie di chi si ritrova a farci i conti. Da qui nascono i problemi di tutte quelle aree che, forse con eccessiva facilità, finiscono per essere echitettate come degradate.
Attivarsi per costruire azioni colte ad evitare che il tarlo del disinteresse sociale la faccia da padrone è quanto si è proposto l’Amministrazione Comunale di San Giuliano Milanese lanciando il progetto “Cambiare i colori del quartiere: Case Rosse Laboratorio del Cambiamento”.
Un progetto al quale sono stati chiamati a collaborare una moltitudine di enti e organizzazioni, ognuno dei quali apporterà un contributo significativo nella propria area di competenza, per la messa in cantiere di un piano veramente ambizioso: stimolare gli abitanti delle Case Rosse alla partecipazione attiva alla vita di quartiere.
Nella mattinata di martedì 2 aprile l’Amministrazione, rappresentata dal sindaco Marco Segala e dall’assessore Vito Nicolai, affiancati dai rappresentanti degli enti che partecipano al progetto, A.L.E.R., AFOL (Agenzia Metropolitana per la formazione, l’orientamento e il lavoro), le cooperative sociali Spazio Aperto Servizi e Libera Compagnia di arti e Mestieri Sociali, Fondazione Somaschi e ASSEMI (Azienda Sociale Sud Est Milano), ha illustrato il progetto in un incontro riservato alla stampa.
Un progetto, come abbiamo detto, si presenta piuttosto ambizioso, che vede questi enti affiancati per alcuni specifici interventi sul territorio anche da altri soggetti, come per esempio l’Arena del Sole e la Biblioteca Comunale.
Realizzato con i fondi della Regione Lombardia e con il contributo del Fondo Sociale Europeo, Cambiare i colori del quartiere: Case Rosse Laboratorio del Cambiamento si propone di migliorare la qualità di vita degli abitanti degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di Aler favorendo l’uscita da temporanee situazioni di difficoltà economica e sociale, attraverso la promozione di azioni di inclusione attiva. L’idea è quella di “scendere” sul territorio con un approccio che ribalta quello finora in atto. Anziché aspettare la richieste dei cittadini all’interno dei loro uffici, che per quanto detto all’inizio spesso non arrivano neanche, saranno gli operatori che andranno sul territorio ad ascoltare i cittadini per evidenziarne i bisogni e trovare insieme a loro soluzioni e opportunità. Opportunità che il più delle volte, pur essendo presenti anche nel territorio stesso, non sono sfruttate perché quei cittadini che potrebbero sfruttarle non ne conoscono l’esistenza.
Gli operatori di prossimità non limiteranno la propria azione al riscontro delle esigenze che rileveranno sul territorio, ma realizzeranno incontri di formazione e sensibilizzazione sulla gestione delle spese per la casa, del bilancio familiare e sui consumi e, con accompagnamento personalizzato, saranno a supporto delle famiglie per affrontare momentanee difficoltà economiche e prevenire situazioni di morosità incolpevole.
L’inclusione attiva sarà orientata ad offrire ai disoccupati orientamento, formazione e accompagnamento nell’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Una trentina di persone saranno impegnate per un paio di giorni la settimana, e per un periodo di sei mesi, in formazione su quattro diverse aree: informatica, idraulica, logistica (gestione magazzino), contabilità. Per ognuno di loro è previsto un incentivo che può arrivare fino a 2000 euro.
Altre iniziative volte a stimolare la partecipazione dei cittadini alla cura degli spazi dove vivono sono previsti attraverso l’apertura di un presidio sul territorio al quale le persone potranno rivolgersi per ottenere informazioni e suggerire proposte riguardanti l’abitare, percorsi di formazione per l’autogestione dei luoghi comuni, attività di animazione per il coinvolgimento di questi cittadini in feste di quartiere e micro-eventi urbani finalizzati a favorire la socializzazione delle persone e al loro coinvolgimento nella vita del quartiere con azioni di vicinato.
Il progetto, che investe il quartiere Case Rosse, quindi il territorio tra la via Quasimodo e via Repubblica, incide sulla vita di 160 famiglie e, come ha tenuto a rimarcare l’assessore Nicolai, servirà a fare sentire i loro componenti attori principali del quartiere, attivi essi stessi nella lotta al disinteresse e partecipi di una nuova dignità di cittadini.
La presentazione del progetto ai cittadini avverrà sabato 6 aprile alle ore 16 in via Quasimodo-Case Rosse.