Una città di 40 mila abitanti circa, con ben sette Parrocchie, a cui si aggiunge l’Abbazia di Viboldone, che pochi sanno essere dedicata ai Santi Pietro e Paolo.
Parrocchie che si avviano a costruire una Comunità Pastorale, che inizialmente sarà costituita da sei delle sette Chiese. Resterà infatti fuori la Parrocchia di Sant’Ambrogio in Civesio, che ha un proprio parroco, don Enzo Giudici, mentre San Giuliano Martire, Maria Ausiliatrice in Borgo Est, San Pietro e Paolo in Borgolombardo, San Carlo Borromeo al Villaggio, Santa Maria Vergine Donna Nuova in Zivido e Santi Marziano e Matroniano in Sesto Ulteriano sono guidate dal Prevosto della città Don Luca Violoni.
Sette parrocchie con ognuna le proprie tradizioni e le proprie feste patronali. Ma che, quasi prevedendo che si sarebbe arrivati alla Comunità Pastorale, con il logo “SetteParrocchie una sola Chiesa” condividono da anni la Pastorale Giovanile, l’ organizzazione di catechesi per adulti cittadina e l’organizzazione di iniziative culturali durante la Festa della Città in ottobre in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Una delle tradizioni più antiche di San Giuliano Martire, è il rito del Faro, ovvero l’incendio di un grande pallone in bambagia, simbolo del Martirio, nel giorno in cui ricorre la festa propria del Santo protettore della Parrocchia, ovvero il 9 gennaio, oppure la domenica più prossima. E’ un rito che si consuma nelle parrocchie il cui protettore è un Martire, e così don Luca, arrivato a San Giuliano nel 2014, lo ha istituito nelle altre due Parrocchie dedicate a Martiri: San Paolo in Borgolombardo Il 29 Giugno, e San Marziano il 6 Marzo.
E proprio domenica 3 Marzo per la terza volta nella sua storia il rito si è ripetuto nella Parrocchia di Sesto Ulteriano, durante la Messa presieduta da Monsignor Michele Elli, Vicario Episcopale, concelebrata con il Vicario parrocchiale don Antonio Loi.
San Marziano è conosciuto nella storia come protovescovo di Tortona (Alessandria), diocesi di cui è patrono. Nato nella nobile famiglia romana Marcia, intorno al 40 d.C. venne educato come i giovani del suo tempo. Di origine pagana, sarebbe stato convertito da S. Barnaba, compagno di S. Paolo e confermato poi nella fede da S. Siro, vescovo di Pavia. Divenuto sacerdote a 35 anni fu poi consacrato Vescovo, e inviato a Tortona, allora una delle principali città della provincia ligure, dove vi restò 45 anni. Morì decapitato, dopo avere subito la prigionia, sotto l’imperatore Adriano, presumibilmente nell’anno 122 d. C .
Angela Vitanza