“Silex”, la selce, è il titolo della mostra di Sara Forte (Verbania 1978) che lo Studio Guastalla di Arte Moderna e Contemporanea presenta a Milano, dal 24 maggio al 15 giugno. La sua inaugurazione è fissata il 23 maggio alle ore 18 nelle sale della galleria in via Senato 24.
Sara Forte, autodidatta, vive e lavora a Milano. Si è dedicata fin da giovanissima alla pittura, sperimentando tutte le pratiche pittoriche dal disegno con grafite ai pastelli ad olio e sanguigne, all’incisione a punta secca, fino alle soluzioni ad olio e in acrilico. La sua personale esperienza e ricerca man mano giunge a concepire e realizzare l’opera d’arte come equilibrio di forme e colori, tradizione pittorica e innovazione. Sta in questo gioco il messaggio universale delle sue creazioni, che trovano nelle forme sinuose la via per esprimere il desiderio di modellare la realtà evitando le asprezze delle forme e dei rapporti fra l’umanità e nel rapporto con la natura. Le figure sembrano avvolgersi in volute come in quella che l’artista definisce il “papiro” ispirato alla forma vegetale e alla funzione di contenitore dei sogni degli uomini, letterati, filosofi e drammaturghi.
Le sculture in vetro sono realizzate direttamente nelle più importanti fornaci di Murano. La ricerca attuale si spinge a mettere in opera forme di disco in silicio, come elemento materiale che consente la comunicazione, inserito come un’anima in tablet, smartphone e computer.
Alla mostra fa da pendant un catalogo che contiene l’intervista a Sara Forte di Giovanna Lacedra e il saggio del curatore Ivan Quaroni, secondo il quale dopo i primi esperimenti plastici negli anni tra il 2013 e il 2015, la direzione dell’artista volge decisamente verso il vetro e soprattutto il silicio, un semiconduttore puro, nella forma circolare congeniale alla sua visione del tempo che ha un suo inizio e una fine, realizzando nella forma del cerchio la sua perfezione. Accanto al cerchio prendono forma le altre figure geometriche elementari come i semicerchi, i triangoli e i trapezi irregolari. E allora il viaggio dell’umanità lungo 70 mila anni circa dall’homo sapiens, passato 5 mila anni fa all’utilizzo della selce (silex appunto), ora è approdato al silicio come strumento di comunicazione universale che connette l’umanità di ogni parte della terra e soprattutto concilia il desiderio di pace e di progresso evolutivo, dolce e sinuoso, mai violento.
Il sogno dell’artista è anche il nostro che assistiamo a queste forme e visioni sognando un presente e un futuro privo di asperità.