Nell’anniversario del 4 novembre si torna a parlare di Memoria. Ne hanno parlato, alla vigilia della Festa Nazionale, il Presidente della Repubblica e Papa Francesco.
Il Comitato dei Paladini delle Memorie, creato 4 anni fa da un’intuizione dei Presidenti dell’Associazione Nazionale delle Voloire e dell’ Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia-Sez. Milano, Gen. Camillo de Milato e Gen. Giovanni Fantasia, aveva lo scopo di esaltare chi, con propri scritti od opere, ricorda chi ha svolto cose pregevoli per l’Italia.
Combattere l’oblio è fondamentale per mantenere la Memoria.
Come non ricordare la frase di Indro Montanelli: “Un Paese che ignora il proprio ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un domani” e che ricordava a sua volta le parole del giornalista Ugo Oietti, il quale gli disse: “Ma tu non hai ancora capito che l’Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri perché senza memoria”.
Ma lo scopo è anche un altro.
I Paladini sono personaggi che tramandano etica e valori di figure importanti, perchè le persone “comuni” ed i giovani ne prendano esempio e spunto. Solo così potremo avere un futuro degno ed una Società che vive e convive bene in famiglia, in un condominio, in una città, in uno Stato.
Etica e Valori di cui il Papa vede oggigiorno l’assenza:”Il Vangelo dice beati i Puri, mentre il Mondo dice beati i Furbi”.
Ebbene, in queste cerimonie si vedono personaggi che lasciano il segno e testimonianza, come, nella quarta edizione lo scorso 2 novembre, Mons. Angelo Bazzari, erede e continuatore dell’Opera voluta da don Carlo Gnocchi, in oltre 23 anni di Presidenza della Fondazione che porta il nome del Beato, ha contribuito con opere e scritti alla custodia e valorizzazione della memoria storica e spirituale del Fondatore – già eroico Cappellano degli Alpini. Oppure il campione di scherma Edoardo Mangiarotti, che a Berlino nel 1936 sino a Roma 1960 conquistò 13 medaglie olimpiche.
Molti però dimenticano che Mangiarotti nel 40, con la guerra alle porte, non si piegò alle esigenze belliche e, a costo di sacrifici importanti, guidò i suoi 100 allievi oltre i confini d’Italia, in terra neutrale.
Senza dimenticare il Tenente Marco Razzini, del battaglione alpini Dronero, reduce di Russia, che tornerà in Italia dai lavori forzati di un lager russo solo il 7 luglio del 1946. Si è presentato, con i suoi 100 anni e mezzo, per lasciarci il libro autobiografico che ricorda la sua storia familiare e la memoria dei suoi commilitoni, nel quotidiano eroismo di una guerra tragica, piena di sofferenze e pene, per i pochi sopravvissuti. Dei 52 Ufficiali del battaglione, ne ritorneranno vivi appena nove. Ha scritto le sue memorie per desiderio e per bisogno di ricordare: perché “il ricordo è il presente del passato”.
Ma straordinari anche tutti gli altri 18 Paladini, come Pasquale Padovano, il sopravvissuto alla strage di Linate, Giuseppe Selvaggi, studioso di tradizioni popolari, Marilena Ganci, per le sue opere in Croce Rossa, la soprano Silvana Debenedetti, Gianfranco Muliari, classe 1930, con il suo libro “Carabiniere Sempre”, e l’altro carabiniere, Giuseppe Nicastro, sottufficiale collaboratore di Carlo Alberto Dalla Chiesa, Luigi Bossi, Presidente Gruppo A2A della Protezione Civile.
Per la prima volta, il Comitato ha voluto istituire la figura del “Gran Paladino della Memoria. Il Primo Gran Paladino è il Prefetto Francesco Paolo Tronca, che non è da ricordare solo per la Sua straordinaria carriera, ma perché cultore della storia risorgimentale. E’ Commissario Straordinario dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e Presidente della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura di Milano, ma, cosa straordinaria, ha la più grande collezione privata su Garibaldi. Grazie al suo mecenatismo, le opere in suo possesso sono esposte in tutto il mondo, fornendo Memoria sui protagonisti dei Padri della Patria e dell’Unità d’Italia.
Simbolo dei Paladini è la spilla di San Martino. Il santo era un militare addetto all’ordine pubblico come i Carabinieri o i Poliziotti. Era un uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà, come i Paladini, che cercano il riconoscimento non per sé stessi, ma per coloro che hanno dato tanto alla Patria, sia nel campo civile, che militare.
Solo con una grande memoria, avremo un grande futuro. Con sobrietà, giustizia ed onestà.