Gli occhi sono sgranati, guardano con incredula meraviglia le luci, girandole che ruotano con lentezza calcolata, la frenesia è tutta nell’emozione di saper scavare tra le quasi 486.282 luci per trovare una vista, un particolare, un punticino luminoso come in un infinito cielo stellato. Melegnano riaccende la Casa di Babbo Natale, ormai assurta a simbolo, icona e meta di quanti vogliono assaporare la magia della festività immersi nel mare di onde colorate e luminose. Ognuno imprimerà nella mente una visione unica e particolare portando, nel ricordo di sguardi che possono essere solo intensi, qualcosa che sarà solo suo, Quando Babbo Natale, nel 1982, decise di aprire questa “dependance”, dal gelo del grande nord nel profondo di un paese di nebbia, ospitato da Massimiliano Goglio e la moglie Annalisa, mai avrebbe forse immaginato che si avvicendassero, al di là del cancello, le generazioni di figli accompagnati dai padri che oggi sono padri che accompagnano i figli. Siamo infatti ormai a quasi quarant’anni, le luci da poche centinaia ad un fantasmagorico numero poco al di sotto del mezzo milione ma l’emozione è la stessa, silenziosa ed accattivante. Assistiamo ad un crescendo quasi melodrammatico, un’opera lirica dove compositore e librettista hanno manipolato led e cavi a fare da note che aumentano di ritmo e di intensità, dall’overture ad un crescendo che prepari l’imponenza del finale.
Un lavoro che comincia sul finire di agosto e via via a rivestire tetto, muri, vialetti, prato, abeti, slitta, renne, pupazzo di neve e piante artificiali che si prendono per mano e si accompagnano nell’insieme di cavi, scatole di derivazione e periferiche. La tecnologia che sposa la fantasia. Oggi da fenomeno locale si può ben dire che ha superato i confini nazionali, nel segno che la voglia di stupirsi e vivere sensazioni apparentemente ingenue ma stupendamente piene di sentimento appartengono all’intera umanità.
La “Casa di Babbo Natale” è a Melegnano (MI) in via Dei Platani 31.
Testo redatto da: Luciano Passoni