Come avevamo previsto nell’articolo dello scorso 31 ottobre, il problema “sicurezza” è esploso a Melegnano e nelle zone limitrofe. D’altronde era facile prevederlo, essendo uno dei temi principali del dibattito sociale attuale che finora, ma solo finora, aveva toccato il melegnanese solo marginalmente ma che, a causa dell’azione di contrasto delle Forze dell’Ordine allo spaccio di droga a Rogoredo, ha investito come un uragano tutto il territorio e in special modo Melegnano.
Un problema non ancora metabolizzato dai cittadini, che ne discutono come se lo stesso non toccasse ognuno di loro personalmente ma fosse un problema degli “altri”.
Nè, si può dire, che le istituzioni si diano troppo da fare in questo senso.
Lo scorso 9 novembre si è svolta una manifestazione indetta dal Consiglio Comunale di Melegnano per richiamare l’attenzione sul problema, ormai sotto gli occhi di tutti, dello spaccio di droga nel territorio cittadino, con un corteo partito dalla Stazione ferroviaria e giunto poco dopo al Piazzale delle Associazioni. Un corteo al quale hanno preso parte quasi esclusivamente i rappresentanti delle istituzioni locali, ma nel quale erano del tutto assenti i cittadini.
Ci si deve quindi chiedere perché i cittadini non c’erano. Poco preavviso? Mancata comunicazione? Scarso interesse per l’argomento? Scetticismo sul metodo del corteo?
Bisognerà accertarlo. Ma intanto bisogna anche prendere atto che un’azione politica, volta ad esercitare “pressioni” sulle istituzioni sovra comunali per ottenere quell’attenzione al problema necessaria affinché si possa contrastare il fenomeno con mezzi di cui non dispongono le istituzioni locali, non può prescindere dalla più ampia partecipazione popolare.
Sarà quindi necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e, nel contempo, aprire un confronto tra le forze politiche, sociali, economiche e le istituzioni.
Le manifestazioni pubbliche indette quale “atto dovuto”, farcite di discorsi di circostanza, che già un momento dopo essere state sciolte non lasciano alcuna traccia, non sono di aiuto.
Se la classe politica non assume il ruolo di guida di quelli che presto saranno movimenti popolari, tali movimenti si renderanno autonomi e assumeranno le vesti di comitati o altre forme di aggregazione spontanee sancendo, ancora un volta, la sconfitta della politica.