Se oggi, nel 2015, ci sembra normale che giornali e TV commentino l’ultimo Tweet del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ciò non accadeva fino a pochi anni fa.
L’avvento del digitale nella comunicazione, con il flusso continuo di informazioni al quale siamo sottoposti, ha certamente modificato la nostra percezione del tempo, facendolo apparire come un qualcosa che scorre molto velocemente. Pochi anni si trasformano in Rete in ere zoologiche digitali, e così, se il primo politico a livello mondiale a usare i social media come strumento strategico di comunicazione è stato l’Obama della campagna elettorale del 2008, i sette anni scarsi passati da quel momento, ci appaiono oggi come secoli, nel corso dei quali il mondo della comunicazione è completamente cambiato.
In Italia, il primo personaggio e il primo partito – ma in questo caso le due cose si sovrappongono molto – a usare questo tipo di comunicazione sono sicuramente stati Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, che sul passaparola online in primis sul blog e poi attraverso i Social Media, hanno costruito negli anni il loro inaspettato successo politico alle elezioni politiche del 2013, dimostrando per la prima volta nel nostro paese quanto la Rete potesse competere con i media tradizionali sul piano della creazione del consenso. In questo caso specifico, va detto che la Rete non è solo stata un mezzo ma una vera e propria bandiera, giocata nella retorica dei nuovi media liberi contro l’informazione tradizionale ostaggio dei vecchi partiti politici.
Successivamente, si sono avuti diversi tentativi, più o meno di successo, di utilizzo dei social media da parte di politici. Un caso significativo, quello dell’ex Premier Mario Monti: ha aperto il suo account Twitter in occasione della campagna elettorale del 2013 e l’ha praticamente abbandonato al termine di questa, dimostrando un approccio opportunistico al mezzo. Tutto questo, non senza aver regalato delle perle passate alla storia delle ironie online, come il cagnolino Empy e l’occhiolino 😉 inserito in un tweet. Maldestri tentativi di usare la Rete per svecchiarsi, attraverso una forma, che non era evidentemente sostanza.
Beppe Grillo a parte, il primo politico italiano a utilizzare il mezzo in maniera strutturata e strategicamente integrata con il suo stile comunicativo è indubbiamente stato Matteo Renzi. L’uso avanzato e smart di Twitter, ha costretto i media tradizionali e gli avversari politici a rincorrere un’agenda setting costruita direttamente da quello da attore si è trasformato in regista della scena mediatica. Come messo in evidenza dalla recente analisi di Hagakure – Dnsee “Una Social Media Analysis dei politici italiani” , Matteo Renzi ha quasi raggiunto Beppe Grillo, in termini di followers e fan sui principali canali social media.
Nel campo della destra nostrana, si segnala in forte crescita e con una sostenuta attività Matteo Salvini. Anche il leader leghista usa i social media in maniera strutturata e continuativa, come parte integrante della sua narrazione politica. Dal punto di vista quantitativo dei numeri fan e dei followers è però, per il momento, ancora molto lontano dal Presidente del Consiglio twittatore.
Simone Guzzardi
Nato a Milano nel 1982, ha compiuto studi nell’ambito della comunicazione e non ha più smesso di occuparsene.
In oltre dieci anni di esperienza presso alcune delle principali agenzie presenti in Italia, ha avuto modo di operare per importanti aziende italiane e internazionali attive in particolare nei settori finanziario, bancario, assicurativo, ITC, food&beverage e manifatturiero.
A febbraio 2017 ha fondato, insieme a The Van, l’agenzia di comunicazione istituzionale L45, della quale è anche Amministratore Delegato.
Docente in Master Post Universitari e redattore per magazine online.
È appassionato di musica e vespista irriducibile in ogni stagione.