Me lo ricordo ancora come fosse oggi su alcune cose ho memoria lunga su altre sono tremendo a rammentare. Era l’8 settembre 2008 e a Milano la Consulta Architettonica nominata dalla Società EXPO 2015 che era composta da Richard Burdett, Joan Busquets, Jacques Herzog, William McDonough e Stefano Boeri presentava il concept plan da cui avrebbe preso il via il progetto per l’Esposizione Universale, ossia EXPO 2015.
Vorrei rammentare in primis quello che Letizia Moratti, allora Sindaco di Milano e promotrice e unitamente al presidente del Consiglio Romano Prodi di questo evento, dichiarava alla stampa internazionale: “In un mondo caratterizzato dalla globalizzazione, vogliamo affermare l’importanza e la necessità della cooperazione fra gli stati per poter affrontare e risolvere i problemi dell‘umanità” e non ha mancato di ricordare che vittime di tali problemi sono spesso i bambini, vale a dire il futuro del pianeta. “Ecco quindi l’importanza per le nazioni di unire gli sforzi per risolvere il problema nutrizionale che affligge alcune aree del mondo”. La candidatura di Milano, che era in competizione solo con la città di Smirne, veniva rafforzata secondo la Moratti anche dal fatto che il capoluogo lombardo vanta notevoli competenze nel settore dell’agricoltura industrializzata ed in quello scientifico, oltre ovviamente a tutti i vantaggi connessi all’efficienza delle infrastrutture e al nuovo avveniristico polo fieristico di Rho-Pero.
Questo avveniva il 12 febbraio 2007 quando la Dottoressa Moratti si recava a Praga con la delegazione italiana e veniva ricevuta anche dal viceministro dell’agricoltura, Ivo Hlavac, e dal vicesindaco di Praga, Marketa Reedova. Nel corso della conferenza stampa, il sindaco Moratti, che è anche presidente del comitato organizzatore della candidatura milanese, si è soffermata in particolare sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, scelto come slogan della manifestazione. Vorrei anche citare quello che una notissima rivista- la prima rivista in Italia legata ‘al costruire’ quale Abitare affermava perché l’Expo 2015 potesse essere un successo: “… Milano deve dunque valorizzare da subito la sua biografia di città al centro di una delle più grandi e produttive regioni agricole del mondo, di capitale geografica di una grande regione pianeggiante di 46.000 kmq, abitata da 15 milioni di abitanti, dove si produce il 35% della produzione agricola nazionale e il 55% della zootecnia. Ma perché l’Expo 2015 sia un successo, è necessario anche che Milano sappia progettare un luogo per l’esposizione che rappresenti in modo limpido le soluzioni per risolvere le grandi sfide della fame, dello spreco delle risorse, degli squilibri nella produzione agricola. Un luogo dove ad agire da protagoniste siano la terra, l’agricoltura, la ricerca nel campo della nutrizione”. Da sottolineare è stato l’impegno per cercare di creare basi concrete per i contenuti dell’evento; va quindi ricordato l’incontro avvenuto nel gennaio 2010 con il Centro missionario Pime di Milano per aderire ai bandi aperti dal Comune per il finanziamento di progetti attinenti ai temi che sono al centro dell’Expo e toccano ambiti che vanno dall’alimentazione alle energie rinnovabili, fino allo sviluppo sostenibile.
Dopo questo necessario ‘remember’ vorrei prolungare questo tema in più occasioni toccando non solo, come in questa premessa, lo spirito vero di chi progettò il ‘pensiero’ di questa Esposizione Mondiale, ma cercando di capire se, quasi al termine dell’esposizione, sia stato rispettato nella forma e nei contenuti l’obiettivo di “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Nelle prossime ‘occasioni’ vorrei, da un punto di vista architettonico. parlare e mostrare i progetti presentati per Expo e analizzarne i contenuti, quindi entrare ‘virtualmente’ nei padiglioni realizzati e valutarne le caratteristiche al fine di comprendere meglio se il grande tema iniziale è stato rispettato.