Riflessioni estive dopo i fatti di queste ultime settimane che hanno visto “risolta” la questione greca e “appannata” quella dei profughi dal sud del mondo. Di questi non si sente più parlare, il problema dell’accoglienza, della ridistribuzione degli immigrati in Europa, dei richiedenti asilo, che ci ha assillato per settimane e sul quale si sono scontrati i Capi di Stato e di Governo, non esiste magicamente più. Miracolo!
Restano però pesanti ripercussioni sulla vita di tutti i giorni.
Sulla questione greca la Germania alla fine è dovuta uscire allo scoperto e questo lo dobbiamo comunque all’azione, per quanto scomposta, del governo Tsipras. Tutti hanno finalmente capito che la posizione della Germania negli ultimi anni è stata sempre incentrata sulla ricerca dell’egemonia tedesca in Europa, a qualunque costo.
Il quotidiano britannico The Guardian riporta al riguardo ed a conferma, affermazioni durissime del filosofo e sociologo tedesco Jurgen Habermas che sembra aver definito la linea scelta dalla Cancelliera Angela Merkel per la crisi greca “un atto punitivo nei confronti del Governo Tsipras e del Paese”.
Con questa linea, sempre secondo Habermas, il Governo tedesco nella sua globalità avrebbe dilapidato in un attimo tutto il capitale politico che una Germania migliore aveva accumulato negli ultimi 50 anni.
E’ questo un attacco destinato a lasciare il segno perché viene da uno degli intellettuali tedeschi più a favore di un’Europa unita e soprattutto solidale che ha concluso la sua reprimenda accusando direttamente la Merkel di “rivendicazione tedesca dell’egemonia in Europa”. Più chiaro di così!
La seconda riflessione riguarda ancora la Germania e il suo Premier Merkel che ha personalmente partecipato ad un incontro con gli studenti organizzato dal suo Governo sul “Vivere bene in Germania”.
Intervenendo sul tema dell’immigrazione, con parole sue, evidentemente poco mielose, la Cancelliera ha cercato di spiegare ai giovani presenti come la Germania non possa accogliere tutti i profughi che fanno richiesta di asilo, ma ha ottenuto solo lo scopo di far piangere una ragazzina figlia di immigrati libanesi che dopo quattro anni di soggiorno in Germania venivano rimpatriati, infrangendo così il loro sogno di un domani migliore rispetto a quello prevedibile in un campo profughi del libano.
Beh, la Merkel questa figura se la poteva pure risparmiare! Non è infatti necessario far piangere in diretta televisiva i bambini figli di immigrati per ribadire, come è giusto che sia, che la Germania lo scorso anno ha ricevuto più del doppio delle domande di asilo rispetto ad ogni altro Paese dell’Unione Europea, che l’Europa non può accogliere tutti, che vanno stabilite delle regole per l’accesso nell’Unione che tutti i Partner devono far rispettare, che chi arriva e non ha titolo per restare deve essere subito allontanato senza generare false speranze che sono ingiuste e immorali.
Anche questa chiarezza e trasparenza nei confronti di chi ha bisogno è “Europa della solidarietà”.