Stava rientrando a casa sulla Statale del Sempione quando stando alla ricostruzione dell’incidente, avvenuto a Pogliano Milanese, hinterland del capoluogo lombardo, Iurie avrebbe perso il controllo della moto su cui viaggiava cadendo per terra. I soccorsi sono arrivati quasi subito e il lottatore è stato trasportato in codice rosso al Niguarda in elicottero. Ma, dopo tre giorni di coma, non ce l’ha fatta.
Giorgio Petrosyan ( suo thaiboxer e kickboxer) e il loro team: “Mi hanno aiutato molto in palestra e fuori – ha detto Lapicus a proposito dei suoi mentori – Sono una famiglia per me. La più grande lezione che mi hanno trasmesso è che non importa quanti successi hai raggiunto, devi rimanere umile. Senza sacrifici e determinazione non avrai mai successo” (da IL GIORNO del 20 marzo 2023).
Quanto riportato da questa testata giornalistica e da molte altre è pura realtà avendolo conosciuto unitamente alla mia amata nipote Angelica che ne ha condiviso molti anni della sua vita. Nato in Moldavia il 22 ottobre 1995, schivo e silenzioso ma sempre sorridente con una grande umanità verso i bambini, gli animali e la natura in varie occasioni familiari ha sempre dimostrato grande forza intellettuale e carattere.
Come da più ricordato è stato uno dei soli tre italiani a combattere per il titolo in una top promotion mondiale (gli altri due sono Marvin Vettori in Ufc e Alessio Sakara in Bellator). Nella sua carriera aveva disputato 16 incontri da professionista vincendo ben 14 gare, di cui 13 al primo round. Nel 2019 era entrato in ONE Championship, una delle più importanti competizioni al mondo di Mma, Kickboxing e Muay Thai.
Il 31 marzo presso la Chiesa di Santa Rita da Cascia in Pogliano Milanese una moltitudine di parenti, amici e conoscenti hanno voluto ricordarlo e salutarlo in modo compito e commovente; il Parroco Don Andrea Cardani nella Sua omelia ha voluto riportare le condoglianze del Sindaco Lavanga Carmine.
Impressionate l’intervento della mamma di Iurie la Signora Valentina, che con grande forza e dignità ha ringraziato tutti gli intervenuti ma altrettanto forte ed esplicativa per la personalità dello sportivo l’intervento di Alessia Galimberti, sorella di Angelica, di cui ne voglio riportare alcuni stralci.
“Come faccio a spiegare a tutti che il solo pronunciare il tuo nome mi riempiva d’orgoglio e di forza? Un giorno mi disse: ‘siete la mia famiglia, vi proteggo io, non dovete avere paura di niente’. Ho passato giornate a pensare a cosa poterti dire oggi, ho scritto per ore papiri pieni di ricordi, piangendo, sorridendo riguardando centinaia di foto e video, cercando di realizzare un qualcosa che oggi non riesco nemmeno a pensare. Sarebbe riduttivo in un discorso raccontare chi fosse veramente iurie. quel gigante buono con la scritta killer sul collo. ogni persona qui presente ne conserverà il soggettivo ricordo in modo prezioso. (…) Eri di poche parole, si, eri un uomo pratico, veloce, concreto, non ti perdevi in discorsi inutili, le cose non bisognava chiedertele due volte. Avevi una soluzione a tutto. riuscivi a rendere cose che sembravano insormontabili da affrontare leggere come l’aria.(…) Iuri un giorno mi ha detto, non lasciare che il tuo nemico ti offuschi la mente, frase di Al Pacino. il mio nemico oggi e’ il destino. Ma non ho perso la fede. e in un pianto disperato, con la musica al massimo, ho forse dato il mio senso a tutto questo, senso inteso come andare oltre all’apparenza del vuoto dell’immeditato, senso forse come un disegno divino, eccolo l’ho tatuato qui sulla mia pelle, per rileggerlo ogni giorno, per sempre. Iuri aveva 27 anni, troppo pochi, e’ vero, ma sono stati 27 anni pieni, vissuti da lui come fosse stata una vita lunga e intera. e’ stata la qualità, non la quantità. nella tragedia inaspettata, lui ha sempre fatto ogni cosa che voleva fare, quando voleva, come voleva, senza mai porsi un limite.
iurie hai raggiunto tutti i tuoi obiettivi, velocemente, sei arrivato da un altro paese, tua mamma voleva darti un fututo migliore e tu hai dato forma al suo sogno. ti sei posto dei traguardi nella vita, nel lavoro, nei rapporti. li hai perseguiti, con dedizione, non perdendo mai di vista la meta. Quanti nella vita hanno fatto quello che Iurie ha fatto in 27 anni? Hai avuto l’appoggio, l’amore e il sostegno di una meravigliosa famiglia. avevi una seconda famiglia, la nostra. avevi tanti amici, tante persone che ti volevano bene davvero. avevi persone che credevano in te, che ti supportavano, che hanno visto in te un talento unico. Lavoravi, ti allenavi, combattevi, ci mettevi l’anima, eri un soldato, senza vizi, tranne che per le torte. Eri forte, eri il più forte e sei arrivato a combattere dove volevi.Attraverso i tuoi sacrifici hai trasmesso a tutti noi l’interesse per quello che facevi. le nottate e i pomeriggi a contare i secondi con la tachicardia prima dei match. Eri diventato da solo un piccolo imprenditore, senza che nessuno ti insegnasse nulla, con rischi annessi. Ma a te spaventavano i rischi? Mai. E così arrivò anche la casetta con giardino per dare a tua mamma un posto migliore dove stare. eri di cuore, tanto. Avevi una grande sensibilità ti prendevi cura dei fiori, delle piante, delle rose, come ti prendevi cura delle persone a cui tenevi. Avevi le tue paure anche se non le mostravi. Dopo ogni caduta hai imparato a rialzarti, sempre: eri un uomo d’onore, mai sei venuto meno alla parola data. Hai avuto un grande amore, così giovane. Hai avuto un nipotino che per te era come un figlio. Con i bambini, avevi una dolcezza pazzesca. Amavi i motori, con tanti sacrifici ti eri preso la macchina che volevi, proprio quella. Volevi la moto, quella moto, quella maledetta moto. Ti piaceva l’adrenalina. volevi sentirti vivo, è così che volevi vivere la vita e a 27 anni negli ultimi mesi avevi imparato una grande, grande realtà che è quella di mettersi in discussione, come uomo, per imparare dagli errori commessi, farne tesoro, prendere i dolori, realizzarli, accettarli, alzare la testa e ricostruirsi. Conosco più uomini nella vita che non hanno mai raggiunto questa maturità emotiva, neanche alla fine dei loro giorni. Iurie eri bianco o nero, tutto o niente, dentro o fuori, adrenalina o nessuna sensazione. Eri, sei e sarai sempre una lezione di vita. Hai vissuto, hai vissuto davvero. Dalla vita ti sei preso tutto. Ci hai lasciati con l’ultimo ricordo di te che e’ quello di un giovane uomo forte, invincibile, il pIù grande fighter di MMA italiano. Per questo motivo niente e’ finito. Sei qui al nostro fianco e sempre lo sarai, perchè ci darai la stessa forza di sempre per affrontare la vita.(…)
NIENTE FINISCE QUANDO SI VIVE DAVVERO. Ti amiamo.”