Inizia con questo primo articolo la pubblicazione dello studio condotto da Roberto Fronzuti sul filosofo, storico e giurista dell’età dei lumi Giambattista Vico (Napoli, 23 giugno 1668 – Napoli, 23 gennaio 1744) che espose, con la sua Scienza Nuova, i fondamenti delle scienze sociali e della semiotica. La continuazione dello studio sarà pubblicato in una serie di articoli che saranno proposti periodicamente.
La lettura e lo studio de la Scienza Nuova di Giambattista Vico, alla distanza di 275 anni dalla scomparsa dell’autore, è più che mai di interesse universale e fonte unica per conoscere il cammino dell’umanità, nel corso dei quattromila anni di storia indagati. Vico analizza l’arco temporale che va dall’inizio del mondo (3760 a.C.) al Rinascimento. Non è impresa facile giungere all’ultima delle 1600 pagine de la Scienza Nuova, per un lettore che non conosce la storia e la filosofia. Il compito che mi sono prefisso con questo lavoro su Vico è rendere accessibile ai più, la grande e infinita fonte di cultura e conoscenza, racchiusa nella sua opera. Una volta superate le difficoltà iniziali di approccio all’opera di Giambattista Vico, si comprende la possibilità di accrescimento della propria cultura in modo significativo. La fama del pensatore napoletano è giunta a noi come filosofo, ma studiando la Scienza Nuova ci si rende conto di trovarsi anche di fronte a uno storico di livello ineguagliabile.
Purtroppo, al giorno d’oggi, i più, per cercare di mostrare conoscenza del filosofo, ricorrono a una banalizzazione: Vico, quello dei corsi e ricorsi storici. è uno slogan, che non può in alcun modo indicare un’opera colossale, qual è la Scienza Nuova.
Dal 1950 al 2018, ben 185 fra scrittori e filosofi, si sono cimentati nella pubblicazione di altrettanti saggi, che analizzano l’opera di Vico. Centinaia di uomini di cultura, di diverse nazionalità, hanno voluto testimoniare l’unicità de la Scienza Nuova, dedicando ad essa, interi volumi .
Anche Giovanni Gentile (29 maggio 1875 – 15 aprile 1944), grande ministro della Cultura degli anni ’30, sentì il bisogno di scrivere un saggio sul pensatore partenopeo, ma la riscoperta di Giambattista Vico la si deve anzitutto al filosofo Benedetto Croce (25 febbraio 1866 – 20 novembre 1952), il più grande pensatore del secolo scorso, anch’egli ministro della Cultura.
Prima di iniziare a scrivere la Scienza Nuova, Vico aveva esaminato le fonti storiche; da Terenzio Varrone, Tacito, Livio, Socrate, Platone, Aristotele, Grozio (per citarne soltanto alcune). Il nostro autore studia e traccia la storia delle civiltà, dando al racconto l’esatta cronologia; dagli ebrei, agli sciiti; dai caldei, ai fenici, agli egizi, fino ai greci e ai romani. L’interesse dell’autore per tutto quanto riguarda le vicende umane è contagioso.
Vico individua tre epoche, che ripercorre attraverso un’attenta ricostruzione: primitiva, eroica e civile (o popolare). L’arco temporale esplorato va ben oltre i 4000 anni di storia. L’epoca che lo studioso predilige e quella di mezzo, degli “eroi” simboleggiata da Ercole, e tratteggiata attraverso i poemi di Omero. Ma la Scienza Nuova inizia con la testimonianza riguardante gli ebrei e gli egizi con i loro 4000 anni di storia che, intorno al 2500 a.c. stupirono il mondo con la costruzione delle piramidi.
Il diritto naturale
Nel libro “primo” Vico tocca il tema che risulterà essere ricorrente, riguardante il diritto naturale ad essere un libero cittadino. Diritto naturale nato dai comuni costumi delle nazioni; popoli che non si sono mai incontrati, che non si conoscono, si rifanno alle stesse tradizioni. C’è qualcosa di divino, di predestinato in tutto questo.
All’inizio del mondo, non esisteva l’ateismo; tutte le popolazioni iniziarono da una religione. Essi guardano ad un Dio che sia ‘’natura superiore, cioè una mente infinita ed eterna’’.
Anche riguardo alla nascita delle famiglie, Vico individua i principi in base ai quali si devono educare i figli all’osservanza delle leggi delle religioni in cui sono nati.
Come elemento di divisione fra l’epoca dei barbari e i primi bagliori di civiltà, il filosofo indica la sepoltura dei morti, che fino a quel tempo venivano abbandonati alla naturale decomposizione, in ogni luogo.
Con la celebrazione dei matrimoni, le cerimonie natie e i funerali, inizia un percorso di civiltà. “Poi con le religioni, le leggi, le scienze e le arti, si perfeziona il percorso evolutivo’’.
“Dall’Oriente uscirono e si sparsero le nazioni a popolar tutta la terra”. Con questa affermazione l’autore rileva come la Regione dell’Assiria (l’attuale Iran) abbia dato al mondo i primi sapienti: i caldei. Ed in questa parte dell’Asia, limitrofa all’Iran, che troviamo anche le altre nazioni (Irak, Libano, Siria, Egitto, Palestina, dove sono nate le altre civiltà.