Giuliano Del Sorbo nasce in Inghilterra e arriva bambino in Italia, al seguito del percorso di immigrazione dei genitori, dove completa la formazione scolastica e trascorre tutta l’adolescenza.
Comincia così il viaggio per il mondo di un ragazzo vivace e curioso, quel tanto quel basta per renderlo simpatico sin dal primo sguardo. Risiede a Melegnano in un quartiere e in un cortile, che la città in crescita si sta mangiando, abitato interamente da pensionati o comunque persone di una certa età.
L’arrivo di quella famiglia con dei bambini per la piccola comunità è una ventata di adrenalina psicologica. E’ qui che il ragazzo diventa uomo, ed è da qui che giovanissimo comincia nei suoi viaggi, lasciando l’Italia stessa, seguendo la vocazione di trasformare la sua fantasia di bambino in sogni d’artista. Matura in Sudamerica importanti esperienze teatrali e pittoriche che affina nel ritorno in Italia. Una successiva permanenza in Irlanda e il definitivo ritorno nel nostro paese vedono la pittura diventare prioritaria nei suoi interessi artistici, senza però uno stacco netto dal teatro. Non è infatti un caso che la sua produzione attuale è incentrata e concentrata su delle vere e proprie performance in diretta.
“Paintheatre”: pittura e teatro fuse e amalgamate, dove, seguendo un tema e una traccia, l’opera si materializza agli occhi dello spettatore, che non solo deve guardare ma ascoltare, trasportato e accompagnato da una musica o dai suoni nell’ambiente o nel luogo che sostituisco lo studio dell’artista. L’atto creativo diventa così spettacolo mentre artista, opera e spettatori, come in un happening compartecipato, assumono una valenza tridimensionale.
A Fermignano (PU), nel corso dell’evento multiarte “Sotto Traccia”, un progetto di Megawatt e patrocinato da Regione Marche e Comune di Fermignano, tenuto a settembre nell’ex-Lanificio Carotti e curato in qualità di direttore artistico da Silvano Bacciardi, nelle tre settimane di incontri tra arte e cultura, Del Sorbo ha proposto e realizzato, prendendo le mosse da un frammento fotografico di Eadweard Muybridge, una serie di pitture che sono diventate la sequenza di corpi umani evanescenti in progressione :“Umane evanescenze”.
Il ragazzo, oggi artista affermato, che non ha dimenticato gli anni trascorsi tra i muri scrostati di quei cortili e i capelli imbiancati delle persone che lo hanno visto crescere, ha dato una ulteriore dimostrazione di pratica della sua arte, dove somma e traccia, sulle tele, la sua memoria e le sue esperienze.
Le foto sono di Rosanna Galli