La mostra personale di Verena D’Alessandro espone 17 dipinti ad olio di cui 16 inediti, per lo più di medio e grande formato , accompagnata da un testo critico di Alberto Dambruoso.
Artista che da più di quindici anni ha indirizzato la sua ricerca pittorica sul paesaggio, Verena D’Alessandro espone in questa mostra 17 dipinti ad olio per lo più di medio e grande formato -16 dei quali inediti- che documentano la sua ultima ricerca nella quale è protagonista il gioco fuggevole della luce e i suoi mutevoli effetti.
Vetrate illuminate e cabine telefoniche con all’interno un’enigmatica silhouette di persona, pick-up in sosta sotto lampioni che illuminano circoscritte aree di un parco immerso nel buio, fari abbaglianti di un’automobile fuori campo che fendono l’oscurità di una strada senza fine, parchi-gioco e giostre sfavillanti in una città improbabile dall’aspetto pop immersa in una suggestiva twin-light, e poi strade all’americana avvolte in uno scenario surreale che avanzano verso l’orizzonte e oltre, cieli boreali che suscitano meraviglia e stupore nella loro silenziosa immensità.
Sono rappresentazioni di un mondo stratificato nel quale si sovrappongono impressioni, ricordi, fantasie che danno vita a immagini in bilico tra realtà e immaginazione dove le atmosfere dei luoghi, spesso velate di arcano, diventano più importanti di qualsiasi riferimento topografico e geografico. Immagini che inducono spesso uno stato di sospensione e di attesa e che lasciano allo spettatore spazio all’emergere dei propri ricordi e all’attivazione della sua personale fantasia.
Pur non mancando rimandi alla pittura nord-europea ed americana, l’indagine sulla rappresentazione del paesaggio svolta da Verena D’Alessandro è decisamente personale per il taglio peculiare dell’inquadratura, per il tratto sintetico ed essenziale della rappresentazione, per la scelta dei colori, spesso insolitamente accesi, per le ambientazioni che si rifanno al nostro habitat quotidiano permeato dalla fiction cinematografica e letteraria.
‘Una realtà immaginata’ il cui risultato finale, come scrive il critico d’arte Alberto Dambruoso nel testo di presentazione dell’esposizione: “è quello di una mostra di grande qualità formale sia per il tipo di pittura, la quale anche se eseguita tutta di getto senza l’ausilio di alcun disegno preparatorio, risulta essere di grande definizione e con una giustezza oltreché gradevolezza degli impasti cromatici, sia per la varietà dei differenti paesaggi proposti, ognuno diverso dall’altro, e non credo di sbagliare affermando anche, uno più bello dell’altro”.
*Nella foto in evidenza: La strana sosta nel parco, olio su tela, cm 60×100 – 2021
Fonte: Roberta Melasecca PressOffice – Interno 14 next