Beati coloro che si soffermano ad osservare le piccole cose che ci circondano e chi conserva i ricordi e le sensazioni di quando era bambino.
L’illusione della potenza si dissolve come una bolla di sapone : questo è l’avvenimento cardinale nella vita. Allora l’uomo si ritrae indignato o dilaniato o istupidito. La morte delle persone più amate, la caduta di una dinastia, l’infedeltà dell’amico, l’insostenibilità di una filosofia, di un partito. E allora ci vuole consolazione, cioè un’altra bolla di sapone. Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89
Bolle di sapone, magia di un’ infanzia semplice e povera, ma non per questo meno felice. Stupirsi di ritrovarsi stupiti da una immutata meraviglia che si ripresenta ogni volta che esse appena nate prendono il volo.
A Milano, i tanti venditori abusivi che trovi in Piazza Duomo, le vendono in accattivanti versioni. Le bolle di sapone sono quelle piccole cose che ci riportano a una infanzia semplice e ingenua dove i giocattoli si costruivano o si immaginava di averli e se ne mimava la presenza. Da ragazzo ricordo che acquistarle era una ammissione di incompetenza e incapacità creativa; si scioglieva il sapone o un detersivo in acqua e poi si usava una maccherone crudo per soffiarci dentro per creare quelle trasparenze volanti, si millantava di formule segrete, in fondo era solo acqua e sapone.
Dai venditori di Piazza Duomo qualcosa bisogna acquistare, non chiedono una elemosina, ti vendono una infinità di cose inutili e tu hai la consapevolezza acquistandole che certi oggetti, certi giochi ti doneranno una momentanea regressione all’infanzia, la consapevole inconfessabile verità è che stai per compiere un gesto mai più compito da almeno una quarantina di anni.
Mi ritrovo a svitare il tappo di un contenitore di plastica, un liquido schiumoso emana un profumo tutto sommato non male, intingo l’asticella che nella parte terminale ha dei cerchi e da li che le bolle prenderanno forma. Perdo ogni inibizione e inizio a soffiare in direzione del cerchio, guardo bene e mi pare di intravedere un tremulo velo trasparente, soffio piano e dopo qualche tentativo una bolla si gonfia e prende vita. Devo aver esagerato, forse ho soffiato troppo, la bolla è gigante e anche un po’ pesante vista l’incertezza con cui si stacca dal cerchietto che per l’occasione funge da grembo materno. La bolla tenta il volo, non ce la fa, si disintegra lasciando del suo passaggio solo alcuni schizzi. Che fare, ci riprovo, so già che anche questa nuova durerà un effimero istante magari solo più lungo del precedente.
E’ strano come cose così semplici ti inducano a riflessioni eccessive, quella bolla aveva tentato il suo primo e irripetibile volo che per quanto breve mi aveva fatto intravedere sulla sua superficie tutti i colori del mondo. La brevità, per quanto apparentemente prolungata, è la sola vita che può avere una bolla di sapone. Decido che devo fare meglio, tutte le altre bolle dovranno avere una vita e una fine più gloriosa. Per fortuna i pensieri, quando restano tali, sono silenziosi, mi immagino la commiserazione di chi non sa più fantasticare, guardandomi soffiare il nulla non potrebbe che esclamare: “guardatelo li, un uomo adulto, guardatelo cosa combina, gioca a fare il bambino; poverino tanto razionale il suo comportamento non è … ,ma sarà lo stress”. Non perderei molto tempo a spiegare il perché, so per certo ciò che voglio, ora, mi interessa solo crogiolarmi in un mondo incantato dove quello che appare ha la forma di un sogno, di un sogno? Che forma ha un sogno?.
Decine di bollicine, di diverse grandezze, svolazzano tra i mobili di casa, si appoggiano sulle suppellettili catturando la curiosità della mia gatta che con abili salti prova ad agguantare il nulla, a ogni tentativo mi guarda con rimprovero quasi a volermi chiedere dove sia il trucco. Apro la finestra, non mi curo di cosa potrebbero pensare i vicini, inspiro, trattengo il respiro e poi soffio delicatamente nel cerchio che per magia genera bollicine vivaci, leggere che pare vogliano incamminarsi verso il sole. Tutte apparentemente uguali, nella loro diversa grandezza, ma con un apparente progetto di vita: “c’è la bolla che si lascia trasportare dal vento, c’è quella che gira intorno ai bimbi che giocano nel cortile sotto la mia finestra e che fanno a gara per raccoglierle con urla di gioia, c’è quella che sceglie senza troppo indugio il suolo, forse perché più pesante o semplicemente più pigra disintegrandosi in mille goccioline senza alcun rimpianto; a tutte loro pare non interessare quanto vivranno, ognuna come per le nostre vite vive la propria esistenza al meglio che può. Mi fermo a guardarle, ne sono rapito, il mio cortile è a un tratto invaso da una miriade di farfalle sferiche, il mondo mi pare più bello. Immergo ancora il cerchietto nel liquido schiumoso, mi concentro, mentre continuo a soffiare vedo quello che mi circonda attraverso un velo trasparente e colorato, penso a quella bolla con me dentro, si alza in volo, tutto appare più piccolo, comincio ad avvertire i benefici del distacco da quella gravità che mi affagotta rendendo il mio quotidiano cammino pesante e a tratti insopportabile.
Di cosa ho bisogno se non di una illusoria fuga, la bolla che sale con me dentro è una metafora, è una irreale visione più reale di quanto non possa apparire, bolle di sapone, sogni che con un soffio magicamente compaiono e poi … si disperdono scontrandosi con la realtà.
In fondo una bolla di sapone è un po’ come la nostra vita, nasciamo da un soffio, continuiamo fin quanto è possibile,ci meravigliamo quando,come per la nostra vita i tanti ostacoli pur toccandola non riescono a distruggerla. Così fragili, così forti, una forza che contiene desideri o forse il dolore, pensa un po’, scoppia la bolla, scompare il dolore.
A proposito delle bolle di sapone mi torna in mente un verso della poesia Bolle di sapone del Trilussa: “So bella, sì, ma duro troppo poco.La mia vita, che nasce per un gioco come la maggior parte delle cose, sta chiusa in una goccia…Tutto quanto finisce in una lagrima de pianto.”
La vita è solo una bolla di sapone? Non ho certezze, solo vie di fuga!