Tutto scorre, “πάντα ῥεῖ” o meglio si trasfigura, grazie al pensiero e all’arte che ne è ancella. Da Eraclito di Efeso, filosofo greco del VI-V sec. a.C., prende consapevolezza l’idea del tempo, ingovernabile. Che fare allora? Fissare un’immagine, delle nostre mani, un calco, sulle pareti aspre e aguzze dei luoghi di ricovero e di culto. Questa condizione è rimasta infissa nella nostra vita che trascorre.
E’ l’invida aetas del poeta latino Orazio, il tempus fugit di Virgilio, altro poeta latino, che si accompagna alla celebre frase omnia vincit amor, l’amore vince tutto. Questi concetti sono stati poi ripresi nell’arte, da cui i celebri orologi liquefatti di Salvador Dalì, che simulano il tempo che scorre come l’acqua. Non possiamo bagnarci nella stessa acqua ma illuderci e vivificare quelle impressioni, quei sentimenti di piacere, quegli stati d’animo, quelle condizioni di benessere che pervadono le nostre predisposizioni, di cui l’arte di Amato Patriarca si fa portavoce e rende splendida rappresentazione. L’arte è vita, la vita è arte. Così Amato Patriarca, nativo di Roma, si sposta a Milano a Brera, negli anni ’60 a disegnare vetrate per Pozzoli. E viaggia: Parigi e poi Europa, America, Australia, Indonesia.
Un nomade. Pittore, scultore, incisore, scenografo, costumista, grafico pubblicitario, progettista per griffe di moda (e quindi artista a tutto tondo), Patriarca ha cominciato sin da ragazzino a operare con pennelli e colori. “La sua pittura, priva di chiaroscuro formale, è composta di tasselli vivacemente colorati come spesso nella pop art americana. Anche i soggetti – folle metropolitane, cartelli pubblicitari, paesaggi urbani e scritte – ci portano alla pop art.”, scrive di lui Vittoria Palazzo, poesia e arte anche in lei. Oltre 150 le mostre collettive sia in Italia che all’estero a partire dagli Anni Novanta, e circa 70 mostre personali, con importanti riconoscimenti istituzionali.
“Il suo percorso – continua la critica d’arte – anticipa sulle tele un meticoloso affresco di ritmi e modulazioni metropolitane, catturato e come ingigantito dalla peculiare sensibilità cromatica… che ci restituisce immagini fluttuanti e inafferrabili…” Qualsiasi quadretto di genere che scelga di rappresentare, qualsiasi preambolo d’amore in un bacio furtivo o passionale, la scena di vita beata trascorsa nell’amicizia o in un passatempo di gioco innocente, tutto concorre a rendere fuggevole l’attimo che il pittore con tecnica magistrale e colori variopinti trattiene dall’animo alla tela. Pre/sagire, vivere l’istante come fosse l’ultimo e allo stesso tempo eterno, fermarsi di fronte ad un quadro e provare a inserirsi nella scena, vivere vibrazioni vitali. Tutto questo ci suggerisce nelle sue opere Amato Patriarca, che esporrà a Cascina Roma di San Donato Milanese, piazza delle Arti, dall’8 febbraio all’8 marzo.
*Nella foto in evidenza: Piazza, bella piazza