Attraverso un profondo lavoro umoristico si cerca di demistificare la città, il potere, l’idea falsata di benessere alle quali i villani hanno sacrificato tutto.
Dal 27 al 30 gennaio va in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna Balasso fa Ruzante (amori disperati in tempo di guerre) di Natalino Balasso, che ha riscritto l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante, drammaturgo e scrittore veneto vissuto nel Cinquecento. Balasso interpreta un nuovo testo teatrale, nato da una raffinata e profonda ricerca linguistica, realizzata assieme ad Andrea Collavino e Marta Cortellazzo Wiel. A dirigere questo ensemble è Marta Dalla Via, caratterista e conoscitrice delle corde espressive di Balasso/Ruzante, che tesse i fili e i toni della commedia, calibrando la vis comica con quella drammatica.
In un mondo di villani dove la peste va e viene, tragico e farsa sono fusi e conditi da desideri fisici inappagati e diritti non riconosciuti. Attraverso un profondo lavoro umoristico si cerca di demistificare la città, il potere, l’idea falsata di benessere alle quali i villani hanno sacrificato tutto. «Dove pensavamo di trovare un paesaggio confortante e bucolico – scrive Marta Dalla Via – troviamo crudeltà e oppressione. Così, cercando “l’allegrezza” siamo arrivati in cima all’albero della cuccagna per scoprire che i prosciutti e le altre vivande sono di plastica».
«Balasso è riuscito a intrecciare una compilation di testi tratti dall’opera di Beolco re-inventando un gergo che mantenesse senso e suono dell’originale – prosegue la regista –. Una drammaturgia fatta di scelte lessicali che sono, in pieno stile ruzantiano, scelte politiche e polemiche. Un neo-dialetto obliquo, abbondante e spassoso, che rende concrete tre figure toccanti: l’amico rivale Menato, Gnua donna sottoposta eppure dominante e lo stesso Ruzante. Un uomo contemporaneamente furbo e credulone, pavido eppure capace di uccidere, un eroe comico dentro il quale scorre qualcosa di primitivo che lo rende immortale. Credo che Angelo Beolco, con il suo alter ego e le sue opere, volesse dimostrare che un altro modo di fare arte/cultura era possibile e provava a fare azioni sceniche anti sistema anche quando era accolto da quel sistema. In questo credo che la vicinanza con la poetica e la visione di Natalino Balasso sia evidente».
*Foto in evidenza: Balasso fa Ruzante (ph Tommaso Le Pera)
Fonte: Ufficio stampa Stampa Arena del Sole