Io c’ero.
Mentre sono al computer, dalla cucina giunge una voce: “che danno in tv questa sera”? Che gli rispondo? Non so … io ho già sonno, ma, la verità e che vorrei ancora starmene tranquillo a scrivere.
Quanto era bella l’infanzia di chi la televisione ne vedeva veramente poca. Quegli anni li ho vissuti per diritto d’anagrafe. I programmi erano pochissimi, si parlava di più, ed a tavola si discuteva su cosa si era fatto durante il giorno, non si litigava su chi doveva avere il predominio del telecomando (non esisteva). La cosa oggi incomprensibile e che farebbe esplodere discussioni socio pedagogiche era che in quegli anni per i più piccoli vigeva una non scritta regola di “Andare a letto dopo Carosello”.
Aspettare Carosello, con le sue infinite pubblicità, disposte come dei mini film, in quegli anni in cui i film li vedevi la mattina quando c’era la Fiera del Levante. Al grido “a letto dopo Carosello” ero abituato; davanti a me adolescente un mondo in bianco e nero che appariva da quella finestra luminosa. Una infanzia semplice e serena, l’Italia in bianco e nero si colorava di speranze, promesse di una vita migliore per chi come i miei genitori avevano vissuto la guerra prima e la ricostruzione dopo. Una marcetta trionfale intervallava i passaggi tra una pubblicità e l’altra e io sapevo che era la sigla che chiudeva la giornata di noi piccoli.
Si sorrideva di più, la mattina “zuppone di latte” e il grembiule che odorava di bucato indossato sino a tutta la scuola elementare a eliminare disuguaglianze.
In questi ultimi tempi abbiamo scoperto di non avere più nulla per cui sorridere, i dissapori non si risolvono più con una stretta di mano, non si guarda più al futuro con ingenua speranza …. questa riflessione mi ricorda le note scolastiche “sei uscito fuori tema” , è vero, mo mi chiedo che ci azzecca tutto questo, forse il fatto che pur avendo raggiunto quella stagione della vita dove le giornate possono apparire tutte uguali per me ogni nuovo giorno è come se fosse un lunedì e questo influisce sul mio umore, allora mi tornano alla mente personaggi e frasi del tipo “…e che c’ho scritto Jo Condor?” o quella dove Calindri nella pubblicità del Cynar ripeteva “contro il logorio della vita moderna” oggi più che mai attuale.
Ed è così che in un illusorio viaggio a ritroso, quando cerco spezzoni di un’infanzia serena, mi tornano presenti i mitici Carmencita, Calimero, l’Omino coi Baffi, Pippo l’ippopotamo, Susanna tutta panna e potrei lungamente continuare. Allora era la più elegante rèclame oggi è la pubblicità, propinata di continuo ed è così che la regola è stata stravolta essendo gli spot non circoscritti in una fascia oraria i più piccoli restano svegli e noi andiamo a dormire.