Hub India, a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, nasce come progetto per Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino per poi espandersi in una mostra tripartita realizzata in collaborazione con Fondazione Torino Musei e con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Hub India è una prolifica esplorazione degli innumerevoli registri che caratterizzano l’arte contemporanea del subcontinente indiano, una regione di estrema importanza nell’Asia meridionale e che sta svolgendo un ruolo sempre più rilevante nel mondo globale. Con la presenza di oltre 65 artisti provenienti da dieci delle più importanti gallerie e musei indiani, il progetto si profila come il più ampio e significativo dialogo che l’arte contemporanea indiana abbia intrattenuto con il mondo occidentale in tempi recenti.
Artissima 2021, in collaborazione con Emami Art, presenta Hub India – Maximum Minimum, un nuovo focus geografico che intende offrire una ricognizione sulle gallerie, le istituzioni e gli artisti attivi in un’area d’importanza capitale.
In uno spazio dedicato verranno presentati i lavori di gallerie e istituzioni indiane che offriranno una veduta d’insieme di una sorprendente cultura visiva che rispecchia le innumerevoli polarità, contraddizioni e dualità che compongono l’India. Dall’antico spiritualismo del paese al suo moderno materialismo, dal passato coloniale alla crescente centralità nell’economia globale e alla rapida urbanizzazione, dal dogma alla tecnologia, dal marginale al mainstream, dai monumenti storici all’architettura contemporanea, dal normativo al radicale, Hub India – Maximum Minimum presenterà una miriade di storie e rappresentazioni del subcontinente.
In collaborazione NATURE MORTE New Delhi – GALLERY ESPACE New Delhi – EMAMI ART Kolkata – AKAR PRAKAR Kolkata, New Delhi – ART ALIVE New Delhi – LATITUDE 28 New Delhi – SHRINE EMPIRE New Delhi.
Classical Radical è una mostra in tre sedi che si sviluppa nelle sedi di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, del MAO Museo d’Arte Orientale e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Classical Radical presenta opere indiane contemporanee e moderne che esplorano i lasciti del passato e l’antichità nel qui e ora sociologico. Come le opere d’arte contemporanee illuminano, complicano e si riappropriano dell’eredità? Come si pone l’arte contemporanea nel variegato panorama di religioni e storie, e quali residui di motivi, stili e idee sono sopravvissuti attraverso i millenni fino ai giorni nostri? Le opere selezionate rappresentano uno spaccato di generi, medium e processi che vanno dai disegni e dipinti alle miniature e sculture, terrecotte e metalli, dipinti su carta e su tela, stampe, incisioni e opere digitali e virtuali, in un tentativo di analizzare le eredità classiche e tradizionali attraverso una nuova lente. Una ricerca a tutto campo che offusca le polarità di religione, casta o razza, Asia ed Europa, figurazione e astrazione per costruire uno spettro ampio di voci che vanno dai maestri moderni e contemporanei alle avanguardie, passando per gli artisti indipendenti appena scoperti. Più stratificato e complesso di una panoramica, questo percorso espositivo offre una lente caleidoscopica che sposta la percezione e sfida la stasi in modi elaborati, evocativi e mai riduttivi.
A Palazzo Madama e al MAO le opere presentate per Classical Radical sono messe in dialogo con le collezioni permanenti dei musei, in modo da creare piccoli cortocircuiti capaci di generare significati nuovi e nuove linee di interpretazione, lontane da ogni tentativo di semplificazione: ciascun visitatore potrà cercare il proprio percorso, creando connessioni fra opere antiche e contemporanee, colmando con il proprio vissuto e la propria sensibilità gli spazi di senso lasciati vuoti e decidendo in libertà dove soffermare il proprio sguardo.
All’Accademia Albertina di Belle Arti l’allestimento prende invece forma nei piani superiori dell’affascinante Rotonda di Talucchi, l’edificio neoclassico recentemente aperto al pubblico dopo un importante restauro.
In partnership con Kiran Nadar Museum of Art (KNMA).
In collaborazione LATITUDE 28 New Delhi – AKAR PRAKAR Kolkata, New Delhi – ART ALIVE New Delhi –EMAMI ART Kolkata – GALLERY ESPACE New Delhi – SHRINE EMPIRE New Delhi – NATURE MORTE New Delhi – SAKSHI ART Mumbai – JHAVERI CONTEMPORARY Mumbai – VADEHRA ART New Delhi – VOLTE Mumbai.
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica | Disruptive Confluences (Confluenze perturbanti)
La mostra a Palazzo Madama esplora il sincretismo e l’ibridismo attraverso opere per la maggior parte tridimensionali che collegano e contrappongono la straordinaria collezione del museo con la storia del subcontinente indiano, suggerendo complicate storie di scambi commerciali e religiosi, dominazioni, residui imperialisti ed evoluzioni sincretiche. Dando vita a un immaginario ibrido, al tempo stesso velato e provocatorio, la mostra rivela narrazioni e rapporti da una prospettiva eurasiatica, ma capace di porsi in dialogo e creare riflessioni significative con i duemila anni di storia di un edificio, che concilia una porta romana con una corte medievale e una scalinata barocca. In questo evidenziandosi quale storico luogo di riflessione di contesti ed esperienze anche profondamente differenti, ma alla ricerca di matrici comuni per individuare nuovi assi di dialogo.
Artisti: Jayashree Chakravarty, Ranbir Kaleka, Manjunath Kamath, Tayeba Begum Lipi, Benitha Perciyal, G Ravinder Reddy, Himmat Shah, Gulam Mohammed Sheikh, Prasanta Sahu, Ayesha Singh, LN Tallur.
MAO – Museo d’Arte Orientale | Residues & Resonance (Residui & Risonanze)
La mostra al MAO comprende opere del rinascimento contemporaneo che iconizzano e al tempo stesso obliterano lo stesso classicismo a cui fanno riferimento. I lavori sono radicati in un’eredità che esamina stili tradizionali, scuole e generi e si spinge oltre per stabilire con essi una relazione, un dialogo. Mentre gli interessi sono mutati con i capricci del tempo, le forme di queste opere hanno conservato ossessivamente pattern simili, risonanti di residui del passato. Come in un concerto di Philip Glass, dove ogni iterazione suona familiare ma l’accumulo delle iterazioni successive rende ognuna di esse un’esperienza unica e diversa.
Uno dei punti forti della mostra è una sezione radicale di neo-miniaturisti che prendono a prestito le decorazioni evocative, stilizzate e gemmate dei tradizionali stili miniaturistici e dei dipinti vasli, sovvertendole per esplorare modi in cui espandere e smantellare il vocabolario di uno stile apparentemente insulare.
Anche l’arte della Regione himalayana offrirà grandi suggestioni, grazie all’installazione di una serie di opere dell’artista Paula Sengupta dal titolo The plain of Aspiration, un progetto che parla della diaspora dei tibetani fuggiti dal loro paese in seguito alla partenza del Dalai Lama nel 1959 e del tentativo di conservare anche altrove, attraverso la memoria, il loro stile di vita e la loro cultura.
I lavori di Sengupta attingono fortemente alla tradizione dell’artigianato tessile e al simbolismo religioso tibetani e, nelle gallerie del MAO, vengono accostate alle opere della sezione dedicata alle copertine lignee intagliate.
Artisti: Waseem Ahmad, Khadim Ali, Anindita Bhattacharya, Sakti Burman, Sudipta Das, Priyanka D’Souza, Baaraan Ijlal, Manjunath Kamath, Puneet Kaushik, Samanta Batra Mehta, Piyali Sadhukhan, Paula Sengupta, Yugal Kishore Sharma, Nilima Sheikh, The Singh Twins, Waswo X Waswo.
Accademia Albertina di Belle Arti | Multitudes & Assemblages (Multitudini & Assemblaggi)
La traiettoria delle arti visive in India è caratterizzata da molteplici transizioni; abbraccia e interiorizza i discorsi più ampi del colonialismo, del nazionalismo e del modernismo internazionale. Si relaziona con le tradizioni visive alla luce del postmodernismo e cerca di legittimare la propria posizione nell’arena contemporanea della produzione d’arte. Narrazioni multiple si snodano simultaneamente, come elementi tattili che si rifiutano di perdere la loro realtà, presenza, velocità, calore o umidità, come incongrue testimonianze di un punto focale in un allestimento che mira a presentare una molteplicità di possibilità. Evocando più la nostalgia che la storia, queste voci si levano a volte all’unisono e a volte inuna reciproca tensione, ai lati opposti del tempo, come uno specchio, ribaltando lo sguardo su un familiare ma radicale pastiche di liberazione, ecologia, urbanizzazione, migrazione, femminismo, genere, soggettività e sensazione.
Artisti: Harshit Agrawal in collaboration with 64/1, Amina Ahmed, Chandra Bhattacharjee, Sakti Burman, Sheba Chhachhi, Jogen Chowdhury, Sudipta Das, Priyanka D’Souza, Tanya Goel, Laxma Goud, Ganesh Haloi, Manjunath Kamath, Puneet Kaushik, Bharti Kher, Martand Khosla, Neerja Kothari, Balbir Krishan, Rahul Kumar, Tayeba Begum Lipi, Shruti Mahajan + Ravindra G. Rao, Paresh Maity, Debasish Mukherjee, Dr.Uttam Pacharne, Manish Pushkale, Mona Rai, Vajay Raut, Rekha Rodwittiya, Debanjan Roy, Prasanta Sahu, Wardha Shabbir, Shailesh BR, Shambhavi, Gulam Mohammed Sheikh, Nilima Sheikh, LN Tallur, Gopa Trivedi.
Negli spazi dell’Accademia Albertina va in onda Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India vol. 1., la prima parte di un documentario visionario e pionieristico che, attraverso una moltitudine di voci, esplora il mondo dell’arte contemporanea e dell’artigianato nel subcontinente indiano e in Italia. In questa prima “puntata”, un novero di artisti italiani contemporanei, tra cui Stefano Arienti, Alessandro Sciarroni, Sissi, Marzia Migliora tra gli altri, si alternano ad altrettanti artisti indiani, come Sheba Chhachhi, Taniya Goel, Rekha Rodwittiya e Ayesha Singh, offrendo al pubblico uno spaccato dell’estetica delle due regioni che mette in luce il rapporto tra tradizione e modernità, le pedagogie dell’Oriente e dell’Occidente, il genere, le archeologie e le politiche del tempo; i temi della migrazione, dell’esilio, del tempo e della memoria; la religiosità e il sincretismo e le specificità regionali nell’era della globalità.
Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India è un progetto di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, diretto in India da Onir e scritto da Alessandra Galletta.
Hub India è un progetto di Arthub & Engendered presentato in partnership con Indian Council for Cultural Relations (ICCR), Kiran Nadar Museum of Art, Fondazione Torino Musei, Artissima, Emami Art, Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina.
Con il sostegno di Ambasciata d’Italia a Nuova Delhi, Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi (IIC), Consolato Generale dell’India a Milano, Città di Torino.
Supporto logistico di UAPL.
Il film è commissionato e prodotto da Arthub, Engendered, Ambasciata d’Italia a Nuova Delhi, Istituto Italianodi Cultura di Nuova Delhi (IIC) e Indian Council for Cultural Relations (ICCR).
Fonte: Ufficio Stampa – Fondazione Torino Musei