Un anno di politica intensamente vissuto da tutto il Paese, che ha visto tra i protagonisti Matteo Renzi. Nel suo “Controcorrente” il politico spiega la sua visione dei fatti e le sue azioni che hanno deciso il cambio di governo e quindi di passo. La recensione del libro nell’articolo di Paolo Rausa.
Trasportato dalle onde sonore della canzone “Smisurata preghiera” di De André mi soffermo sul compendio della sua vita riassunto in queste poche parole cantate “In direzione ostinata e contraria”, specchio della personalità di un cantautore sempre controcorrente e mai conformista, sia nella carriera artistica che nel percorso umano. Proprio così. Sorge spontaneo il parallelismo, almeno nel titolo e poi, scopriremo, nella propensione a dire e a fare cose inusuali ma che nascono dal profondo del cuore e ritenute utili alla società e all’umanità. Sono campi diversi ovviamente, ma medesima la spinta ad andare oltre di sé, per generosità, per l’amore che si nutre verso gli altri. De André ci ha lasciato qualche anno fa, nel 1999, ma non le sue canzoni che risentiamo sempre volentieri con i ritmi e le parole astruse eppure reali, ma anche immaginifiche. Renzi riassume in questo saggio un anno vissuto pericolosamente. Ha sentito il bisogno di liberarsi e chiarire gli avvenimenti che hanno caratterizzato le vicende politiche dall’agosto 2019 al Papete, con Salvini in mutante da spiaggia che invoca per sé i pieni poteri, fino all’avvento del governo Draghi, ultima risorsa della nostra Repubblica, scelto dal presidente Mattarella per affrontare le durissime e critiche condizioni in cui versava l’Italia. E’ proprio questo il punto! E’ possibile buttare in aria un governo, il Conte II, in una situazione di pandemia devastante? La risposta di Renzi non si fa attendere, è decisa: “Questo è stato il motivo: l’incombere della crisi economica. E inoltre il numero esorbitante di morti per covid rispetto agli altri stati europei, le scuole chiuse, la difficoltà di fornire le mascherine, la incapacità di affrontare con la necessaria competenza il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza.” Se le cose fossero andate per il verso giusto non ci sarebbe stato nessun bisogno di mettere in crisi un governo efficiente. Ma quello di Conte restava fermo, immobile, atarassico, faceva leva sulla paura e più attento a curare la sua immagine sotto la regia di Casalino, reduce dalle trasmissioni televisive del Grande Fratello. Il libro è dedicato “a chi ha creduto a noi e che sa riconoscere la differenza tra politici e influencer.” E’ uno dei tasti su cui Renzi ritorna più volte: il buon politico non guarda ai sondaggi, non conta i like ma verifica se la sua azione produce effetti positivi sull’occupazione, sull’economia, ecc. Il passaggio alla caduta non è stato repentino. Le sollecitazioni al cambiamento arrivavano da più parti al Governo. Zingaretti, segretario del PD, paventava le forconate del popolo se non fossero intervenuti dei sostanziali cambiamenti nell’azione di governo. Lo stesso Renzi in un appassionato intervento al Senato nel luglio 2020 aveva sollecitato un dibattito pubblico che coinvolgesse le forze politiche e le categorie sociali per arrivare alla definizione di un piano nazionale che affrontasse i problemi latenti dell’Italia, quelli che poi l’Europa ha posto come condizioni prima di versare i fondi a noi riservati: la giustizia, la riforma della pubblica amministrazione, la concorrenza, la transizione ecologica, ecc. Ma il governo restava avulso, sembrava vivere su un altro pianeta. Non coinvolgeva neppure la sua maggioranza. Il piano da presentare all’Europa, frutto di qualche suggerimento interessato, era sconosciuto a tutti, persino al ministro dell’economia Gualtieri. Di fronte a tanta insipienza non restava che l’unica strada da percorrere, quella della responsabilità togliendo la fiducia al governo. Atto di grande coraggio di una pattuglia, un manipolo di temerari rappresentato dalle ministre e dai parlamentari di Italia Viva. Quello che successe poi fu l’indicibile: tonnellate di fango su Renzi e sugli altri che mettevano a rischio il futuro dell’Italia. Bella l’immagine dei marinai che si rivolgono al capitano disorientati, tratta dalla canzone “Itaca” di Lucio Dalla. Ma il bello è che quella scelta portò all’incarico a Draghi, ex presidente della BCE. Le cose cambiarono immediatamente: l’Italia riprese quota a livello internazionale. Il libro racconta tutti questi aspetti, vissuti con passione, coraggio e dolore, a cui si aggiunge l’azione teleguidata della Magistratura nei suoi confronti e della sua famiglia. Renzi al proposito auspica la fine della guerra dei trent’anni dal 1992, anno di inizio di tangentopoli, fino ad ora fra politica e magistratura, sollecitando il ritorno alla normalità di ciascuna nei ruoli costituzionali. L’ultima parte affronta la questione della cultura, vera anima del nostro popolo per ricostruire il futuro riconoscendo la grandezza della Patria comune con l’apporto delle nuove generazioni.
Controcorrente, Piemme edizioni, Milano, 2021, pp. 271, € 17,90.