Nell’estate 2021 la musica dal vivo torna ad arricchire l’offerta culturale del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna con la decima edizione di (s)Nodi festival di musiche inconsuete in programma dal 27 luglio al 14 settembre, ogni martedì sera alle h 21.00.
Ideato con il fine di esplorare le tradizioni legate all’uso e al suono degli strumenti di vari paesi del mondo e valorizzare le melodie di America, Africa, Asia, Medio Oriente ed Europa, da quando nel 2020 la crisi generata dalla pandemia di Covid-19 ha fortemente colpito tutto il comparto dell’intrattenimento live e ristretto la libera possibilità di circolazione dei cittadini, (s)Nodi è diventato una risorsa ancora più preziosa per offrire al pubblico esperienze sonore originali e sostenere gli artisti e gli operatori del settore musicale.
Pur nel permanere di restrizioni necessarie per garantire le misure di sicurezza, il festival è dunque pronto a proporre un nuovo giro musicale intorno al mondo attraverso otto viaggi sonori per conoscere e raccontare alcune fra le più interessanti declinazioni della musica etnica e popolare contemporanea, oltre i confini geografici e di genere. A fare da da filo conduttore nel cartellone delle proposte selezionate dallo staff del Museo della Musica sarà ancora una volta l’attenzione verso il talento e l’originalità nella capacità di contaminare linguaggi musicali differenti.
Si debutta il 27 luglio con l’Orquesta de tango nomade e il suo Mondo Tango, progetto nato dalla ricerca sul “tango nomade”, fenomeno transculturale nato agli inizi del ‘900 quando arrivano in Europa i primi musicisti e ballerini di tango argentino e questa musica smette di essere solo argentina per diventare libera e apolide. Nascono così, in ogni nazione, dei tanghi con caratteristiche locali, ibridandosi e diventando altro, sviluppando repertori autonomi e immaginari visivi, creando stereotipi nuovi. Un vero e proprio Mondo Tango.
Il progetto parte dalla formazione di una orchestra di musicisti di tango argentino, la prima orchestra di “tango nomade”, che gira il mondo per raccogliere quel repertorio dimenticato e mai raccolto da nessuno, scovando i principali protagonisti della scena del tango nei vari paesi coinvolgendoli in una collaborazione artistica. Il risultato? Un repertorio inaspettato, meticcio, cantato in lingue diverse – polacco, francese, turco, greco, italiano, spagnolo, giapponese, inglese, sempre con ospiti strumenti tipici di ogni luogo – per rimescolare, anche in modo ironico, gli stereotipi sul tango che negli anni Trenta riempiva le ballroom di mezzo mondo. Brani sorprendenti che, lontani dal folklore spicciolo, diventano gli affreschi delle metropoli di un vero e proprio “mondo tango” capace di disegnare un’epoca.
Il 3 agosto si avvista la Stella d’Oriente con il Gafarov Ensemble fondato e diretto dal maestro azero Fakhraddin Gafarov, già direttore del Conservatorio Nazionale di Musica di Baku e solista nell’Orchestra della Radiotelevisione di Stato dell’Azerbaijan. Il loro repertorio, sia colto che popolare, spazia tra musiche raccolte nell’arco degli anni in diversi paesi medio orientali tra Azerbaijan, Iran, Afghanistan, Turchia, l’area dei Balcani e il patrimonio ricchissimo della musica rom.
A seconda delle occasioni, il gruppo si avvale di musicisti diversi e ospiti, utilizzando strumenti tradizionali a corde pizzicate, a fiato e a percussione. La ricerca si sviluppa tra Oriente e Occidente attraverso meditazione e danza, purezza del suono e ritmi coinvolgenti: sapori e colori ancora poco noti al grande pubblico ma di una tale ricchezza e sensualità da trascendere mode e mercati. Le melodie sono onirici viaggi in luoghi ancestrali della memoria, perle di semplicità e saggezza, così come il ritmo suggerisce antichi riti e danze sensuali.
Il 10 agosto si cambia continente e si arriva in Africa con Freedom of Movement, progetto nato dall’incontro di due anime musicali che si esprimono con due strumenti musicali apparentemente molto distanti. Da un lato la kora del griot gambiano Jabel Kanuteh, reduce da un drammatico viaggio di due anni da migrante tra il Sahara, la Libia e il Mediterraneo, dall’altro la batteria di Marco Zanotti, visionario musicista romagnolo già direttore della Classica Orchestra Afrobeat e di Cucoma Combo, oltre che traduttore della biografia di Fela Kuti, che, all’opposto, grazie al suo passaporto europeo ha potuto fare del viaggio una fonte di ispirazione e di scambio di culture.
Dal loro incontro nasce una musica libera di attraversare confini e frontiere, proprio come suggerisce il titolo del progetto, che attrae estetiche opposte tra popolare e sperimentale, tra Africa ed Europa, per dare vita a un dialogo musicale che parla di umanità, di tradizione e di speranza attraverso un approccio spontaneo, organico e imprevedibilmente vitale.
Eccezionalmente solo per (s)Nodi, il duo viene affiancato da Stefano Pilia, chitarrista e compositore elettroacustico di base a Bologna, apprezzato sulla scena internazionale per la sua indagine in ambito sperimentale con una forte propensione ai linguaggi ibridi, per un evento one shot che si preannuncia unico e imperdibile.
Il 17 agosto l’ensemble Incontro a Est presenta Karşılama passando per danze greche che sanno forte di Turchia, Klezmer di ebrei balcanici, versioni Rom accelerate dei Klezmer balcanici, Taksim e poi musica tradizionale curda, dove già risuonano echi di Caucaso e Iran… In turco la parola “karsilama” significa incontro, benvenuto, saluto, ma indica anche una danza in nove ottavi, da ballare in coppia, che sotto mentite spoglie e cambiando vari nomi si è infiltrata dalla Grecia fino alla Persia.
E dall’incontro, umano e artistico, tra Manuel Buda, ebreo milanese con origini assai miste, Fabio Marconi, milanese, cristiano, famelico ricercatore e interprete di musiche popolari d’Italia e del mondo e Ashti Abdo, musicista del Kurdistan siriano, testimone di una storia e di una cultura che ancora oggi lottano per esistere, nasce un itinerario musicale che da Vienna arriva fino al Caspio. Terre da sempre abitate, attraversate, invase da greci, ebrei, zingari, kurdi, turchi, armeni, arabi, la cui vitalità ha prodotto capolavori e orrori, in un crogiuolo culturale, artistico e umano che fermenta tutt’ora e anche attraverso i suoni ci regala un po’ di quella passione che, non mediata dal cercar di capire, ci fa guardare la vita e il mondo con occhi nuovi.
Dall’Est Europa (s)Nodi continua la sua rotta tornando verso il Sud Italia e non solo con Mescarìa, concerto che prende il nome dal gruppo nato dalla fusione tra il termine “mmesca” (miscuglio in napoletano) e la parola “aria”, che nella tradizione della musica popolare identifica uno stile vocale dall’andamento melodico e cantilenante presente nella tradizione di tutto il sud Italia e definito come “canto ad aria”. È il nuovo progetto di tre membri della Baro Drom Orkestar (una delle più importanti world band europee) con Arianna Romanella, giovane e talentuosa cantantessa lucana, con cui si attraversa l’anima del Meridione della nostra penisola, passando dalla Campania alla pizzica di Puglia e facendo sosta in Basilicata. Un lungo viaggio che dalle radici musicali dell’Europa mediterranea vola per il mondo, tra sonorità gitane, canti in lingua romanè e tarantelle urbane fino a incontrare i riti delle donne nigeriane attraverso gli arrangiamenti dell’udu, strumento a percussione cerimoniale proprio dei popoli Igbo e Hausa.
Dalle atmosfere mediterranee il 31 agosto si passa al Bel canto dei Phase Duo, frutto del connubio artistico tra Stefano Greco, producer, dj e sound designer attivo nella scena elettronica milanese, con una passione sfrenata per i poliritmi, l’Africa e Mussorgsky, ed Eloisa Manera, violinista, compositrice e improvvisatrice italo-spagnola di formazione classica, con all’attivo collaborazioni con Mario Brunello e Herbie Hancock, inclusa dalla storica rivista “Musica Jazz” nella shortlist delle “10 donne che stanno rivoluzionando il jazz”. Un live remix “inaudito” in cui la cantabilità del violino classico si fonde con il sound elettronico, l’improvvisazione jazz e la minimal music, in un sottile filo che si dipana tra Vivaldi, Steve Reich e i Raga Indiani.
Il 7 settembre è la volta della Musica da anticamera del Baraccone Express, formazione a quattro nata come brindisi all’arte di strada, ai personaggi surreali dei film di Fellini, al circo, all’intrattenimento d’altri tempi, alla musica dell’est, alle carovane degli zingari, al viaggio. Il loro repertorio ci fa conoscere il cymbalom, strumento orientale dalla storia antica portato dai Crociati. Nel tempo il suono ipnotico delle sue corde di metallo percosse da due sottili bacchette di legno ricoperte di cotone è diventato principe del repertorio popolare e klezmer dell’Europa centrale. E ovviamente della “musica viandante” dei Baraccone Express, che lambisce i territori di differenti culture, dalla musica gitana ai sentieri dell’Old Time Jazz fino ai richiami alle colonne sonore (da Nino Rota agli Spaghetti Western).
La rassegna si conclude il 14 settembre con i Linguamadre e la loro interpretazione del Canzoniere di Pasolini. Provenienti da diverse regioni dell’Italia e da differenti ambiti musicali, i quattro talenti del nuovo folk italiano – il duo Bottasso (Simone e Nicolò Bottasso), Elsa Martin e Davide Ambrogio – ridanno suono e voce alle poesie raccolte da Pier Paolo Pasolini nel Canzoniere Italiano del 1955, rileggendole attraverso il senso estetico e le procedure sonore di chi oggi suona e interpreta in maniera creativa musiche di tradizione orale, creando partiture originali dove forme più progressive si alternano ad atmosfere più liriche ed evocative. Un viaggio tra indovinelli, ninne nanne, canti della terra e della Resistenza attraverso la poesia popolare italiana e le sue molte lingue, proprio nel momento in cui nell’Italia del boom economico si avviava la lenta erosione del dialetto come lingua madre di buona parte della popolazione.
La decima edizione di (s)Nodi festival di musiche inconsuete fa parte di Bologna Estate 2021, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica.
PROGRAMMA
Martedì 27 luglio h 21.00 > Orquesta de tango nomade Mondo Tango Paola Fernandez Dell’Erba: voce – Moreno Falciani: flauta, clarinete – Hernan Fassa: pianoforte – Marta Pistocchi: violino – Virgilio Monti: contrabbasso
Martedì 3 agosto h 21.00 > Gafarov Ensemble Stella d’Oriente Fakhraddin Gafarov: tar, oud, ney, balaban, voce – Simone Amodeo: bendir, daff, zarb, darbuk – Davide Marzagalli: alto sax, clarinetto
Martedì 10 agosto h 21.00 > Freedom of Movement featuring Stefano Pilia – Jabel Kanuteh: kora, voce – Marco Zanotti: batteria mbira – Stefano Pilia: chitarre, elettronica.
Martedì 17 agosto h 21.00 > Incontro ad Est Karşılama – Ashti Abdo: saz, voce, percussioni, duduk, marranzano, clarinetto – Manuel Buda: chitarra classica, chitarra preparata, voce – Fabio Marconi: violhao de choro a 7 corde, voce.
Martedì 24 agosto h 21.00 > Mescarìa – Modestino Musico: fisarmonica – Elena Mirandola: violino – Gabriele Pozzolino: percussioni – Arianna Romanella: voce, chitarra.
Martedì 31 agosto h 21.00 > Phase duo Bel Canto – Eloisa Manera: violino, composizioni – Stefano Greco: monochord, live electronics
Martedì 7 settembre h 21.00 > Baraccone Express Musica da anticamera – Paolo Xeres: cymbalom – Luca Radaelli: clarinetto, sax contralto – Edoardo Tomaselli: flicorno soprano, tromba, voce – Stefano Malugani: contrabbasso.
Martedì 14 settembre h 21.00 > Linguamadre Il Canzoniere di Pasolini – Elsa Martin: voce, live electronics – Davide Ambrogio: chitarra, lira, zampogna, percussioni – Nicolò Bottasso: violino, tromba, live electronic – Simone Bottasso: organetto, flauto, live electronics.
Fonte: Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei