Un’innovativa installazione tecnologica riflette sul drammatico G8 svoltosi a Genova nel 2001.
FARE LUCE / Making light è il titolo dell’installazione di memoria che potrà essere visitata al Teatro Ivo Chiesa dal 19 al 22 luglio 2021, in coincidenza con il ventennale del G8 di Genova. Di quei giorni abbiamo un’imponente bibliografia, una miriade di fotografie, servizi TV, film, documentari. Ma anche quando le testimonianze sono dirette, esiste sempre una voce intermediaria, una scelta, un montaggio che in qualche modo esprime un giudizio. L’obiettivo di Davide Livermore, che si è ispirato al modello della Casa della memoria di Santiago del Cile, è quello di offrire una sorta di “cronaca pura” degli eventi del G8 di Genova e dei giorni che lo precedettero. Il gruppo di lavoro del Teatro Nazionale di Genova, supervisionato dal giornalista del Secolo XIX Marco Menduni, Premio Saint Vincent del giornalismo proprio per i suoi servizi sul G8, ha quindi portato avanti la ricerca sulle fonti con la massima oggettività possibile, per arrivare a un’esposizione aderente ai nudi fatti.
Gli spettatori saranno invitati a entrare in un enorme cubo bianco, allestito sul palco del Teatro Ivo Chiesa, dove – avvolti dalle musiche di Stellare – Sartoria Sonora – potranno iniziare un percorso da vivere attraverso il mezzo più diffuso nella nostra quotidianità, il cellulare. Grazie a una app sviluppata appositamente per questo progetto da ETT -azienda genovese leadernel settore dell’innovazione multimediale – ognuno andrà a inquadrare con il proprio cellulare alcuni marker, che sbloccheranno elenchi, date, cifre, cronache, sentenze: una sintesi senza precedenti di ciò che accadde durante e attorno a quei giorni, un racconto suddiviso in dieci step che ciascun spettatore potrà comporre e portare via con sé sul proprio smartphone. Nella scheda finale, realizzata con la realtà aumentata, il confronto delle prime pagine dei quotidiani dell’epoca, italiani e stranieri.
«In controtendenza al malcostume nazionale della rimozione dei fatti traumatici, vedi gli ultimi sessant’anni della storia italiana – afferma Davide Livermore – viene offerta a tutti la possibilità di ricostruire gli eventi di quei quattro giorni senza intermediazioni di nessun tipo, immagini e filmati compresi». Un invito a elaborare una memoria condivisa, comune e partecipata, rinsaldando il ruolo di agorà pubblica connaturato al teatro.
L’installazione può essere visitata dalle ore 14 alle ore 21 (ultimo ingresso ore 20.30). Gli spettatori saranno contingentati in conformità con la normativa anti-covid19. Ingresso gratuito su prenotazione (attiva da lunedì 12 luglio direttamente sul sito del Teatro).
Fonte: Ufficio stampa Teatro Nazionale di Genova