“Risonanze” è la Mostra del Biennio di Decorazione per l’architettura, promossa da Accademia di Belle Arti di Bologna e Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, esposta alle Collezioni Comunali d’Arte | Palazzo d’Accursio.
I Musei Civici di Arte Antica di Bologna tornano ad essere partner di Opentour, la settimana della festa dell’arte organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in collaborazione con importanti istituzioni della città. Un appuntamento che si colloca alla fine dell’anno di lezioni pensato per aprire le porte dell’Accademia al pubblico e raccontarne la storia anche attraverso visite guidate; ma è soprattutto l’occasione di scoprire i risultati dell’attività creativa di studenti e docenti.
Per la settima edizione della manifestazione, dal 25 giugno al 12 settembre 2021 le Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio accolgono la mostra collettiva Risonanze con interventi di Elham M. Aghili, Khorshid Pouyan, Rui Wang, Kun Zhao e Yanxi Zhou.
L’inaugurazione si è svolto giovedì 24 giugno. L’ingresso è gratuito su prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti: tel. 051 2193998 (martedì e giovedì h 14.00 – 18.30; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10.00 – 18.00).
Il progetto è uno dei tre momenti espositivi di Patrimonio, risorse per lo spazio pubblico, strumenti per la progettazione artistica contemporanea, un ciclo di interventi dedicati alle forme/modalità di trasmissione del patrimonio culturale attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea in dialogo con l’architettura e i suoi contesti, che vede coinvolti studenti ed ex studenti del Biennio di Decorazione per l’architettura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Risonanze costituisce l’esito progettuale realizzativo del percorso didattico proposto dalla docente Vanna Romualdi nell’anno 2020-2021, incentrato sul rapporto Arte/Architettura in una prospettiva di continuità concettuale e visiva che vede il segno nelle sue diverse declinazioni linguistiche intimamente connesso al contesto ambientale/architettonico. Invitati a proporre uno sguardo sul territorio dove l’Accademia di Belle Arti di Bologna innesta le proprie radici culturali, i cinque studenti coinvolti sono stati stimolati a sperimentare connessioni tra nuovi segni e memorie preesistenti partendo da una riflessione sullo spazio, sulle sue funzionalità e sulle relazioni con l’ambiente circostante e il suo significato, oltre il concetto di estensione, distanza, misura.
Nella Cappella Farnese, con l’opera La ferita dell’epoca, Yanxi Zhou riflette sul ruolo del patrimonio culturale, materiale e immateriale, analizzandolo in relazione allo sviluppo della tecnologia e delle sue trasformazioni che hanno cambiato in maniera profonda la nostra vita e la percezione che abbiamo di noi stessi. Partendo da una serie di scatti fotografici, fatti in successione in quello stesso spazio, Zhou costruisce un’animazione video, in cui entra in dialogo con la dimensione simbolica delle opere presenti in Cappella relazionandole al tema affrontato.
Nella Sala 3 del museo, con l’intervento L’amore ha bisogno di distanza, Rui Wang pone una delimitazione spaziale, una linea di luce di colore rosso e blu, tra lo spettatore e le opere della collezione, un dispositivo di sicurezza che sottolinea una partizione di spazio eletta a simbolo tra noi e il mondo, capace di generare assonanze con la dimensione di confinamento a cui siamo stati costretti.
Nella Sala 20, con l’opera Carpe Diem, anche Kun Zhao sceglie di inibire la libera percorribilità dello spazio espositivo, negando al pubblico la possibilità di avvicinarsi alle opere della collezione permanente. Con questo intervento l’artista invita i visitatori ad una riflessione sui concetti di protezione/proibizione in riferimento all’accessibilità del patrimonio culturale, che ci viene proposta negli spazi pubblici e privati.
Infine, nella Sala Boschereccia, l’intervento site specific Hybrids di Elham M. Aghili e Khorshid Pouyan ci introduce in un ambiente multisensoriale, in cui il suggestivo tappeto sonoro di Pouyan, rilevato nell’Orto Botanico di Bologna con uno strumento capace di tradurre in suoni le vibrazioni delle piante, si unisce ad un immersivo intreccio tessile, costruito da Aghili con fili di ferro e lane colorate, che restituisce all’osservatore un immaginario futuro tra il selvatico e l’addomesticato, abitato da una nuova generazione vegetale.
Durante il periodo di apertura della mostra, un ciclo di visite animate per adulti, a cura di Senza Titolo S.r.l., racconta al pubblico le installazioni in relazione con le opere nell’allestimento permanente del museo:
giovedì 15 luglio 2021 h 17.00
giovedì 26 agosto 2021 h 17.00
giovedì 9 settembre 2021 h 17.00
Costo di partecipazione: € 6 + biglietto ingresso museo.
Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti: tel. 051 2193998 (martedì e giovedì h 14.00 – 18.30; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10.00 – 18.00).
Risonanze è parte del progetto culturale Patrimonio, risorse per lo spazio pubblico, strumenti per la progettazione artistica contemporanea, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, Istituzione Villa Smeraldi | Museo della Civiltà Contadina, Città Metropolitana di Bologna all’interno di Opentour 2021.
Nato nel 2017, a cura di Vanna Romualdi, il progetto culturale è stato accolto a Villa Spada, sede del Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” di Bologna (2018) e al Salone degli Incamminati, Pinacoteca Nazionale di Bologna (2019).
Ha coinvolto docenti, artisti, critici, curatori, storici dell’arte: Giancarlo Benevolo, Maria Rita Bentini, Manuela Farinelli, Marina Gasparini, Paola Goretti, Gabriele Lamberti, Claudia Losi, Eva Marisaldi, Francesca Pasini, Renata Pompas, Fabiano Petricone, Mili Romano, Uliana Zanetti.
Risonanze è inoltre parte di Bologna Estate 2021, il cartellone di attività promosso dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica.
Fonte: Ufficio Stampa Bologna Musei