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I progetti premiati sono Heimat di Giovanni Montagnana, Comunisti di Davide Crudetti, Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati.
La Giuria del Premio Cesare Zavattini, presieduta da Laura Delli Colli e composta da Simone Isola, Patrizia Penzo e Paola Scarnati, ha designato i progetti vincitori dell’edizione 2020/21. Della Giuria faceva parte anche Valentina Pedicini, che aveva contribuito a scegliere i nove progetti finalisti e che purtroppo ci ha lasciato prematuramente lo scorso 20 novembre 2020. A lei è dedicata questa edizione del Premio Zavattini, su decisione concorde della Giuria e della Direzione, per ricordare lo sguardo speciale del suo cinema e il suo impegno personale, che restano come una lezione di coerenza e di vita.
I progetti premiati sono Heimat di Giovanni Montagnana, Comunisti di Davide Crudetti, Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati. La Giuria, inoltre, ha assegnato una menzione speciale a Seize the time 2020 di Marco Scola Di Mambro e ha indicato Heimat quale destinataria della menzione dedicata ad Ansano Giannarelli, prevista dalla presente edizione nel decennale della morte.
La Giuria, che ha apprezzato l’ottima qualità complessiva delle proposte esaminate, ha scelto i vincitori con le motivazioni che seguono.
Heimat di Giovanni Montagnana: “per aver saputo evocare con immagini struggenti il tema della guerra e della pace nella continua dissolvenza di una memoria che trasforma i ricordi in emozioni. E se una bufera di neve diventa metafora visiva di una tragedia lontana, le parole rubate alle ultime lettere da Stalingrado trasformano confidenze e addii dal fronte in un sogno di normalità e un desiderio di ritrovare agli affetti: tutto ciò che, non solo per un soldato in guerra, da sempre è in una sola parola, il senso del ritorno a casa, al proprio heimat”.
A questo progetto che diventa, con sensibilità, un inno universale alla pace la Giuria assegna a anche la menzione intitolata ad Ansano Giannarelli, tra i fondatori dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, per ricordarne a dieci anni dalla scomparsa non solo la carica sperimentale della sua opera, ma anche il suo impegno con Zavattini proprio sul tema della pace, fin dal Cinegiornale della Pace del 1963.
Comunisti di Davide Crudetti: “per le domande che sa porre in modo lieve e ironico su una grande e forse troppo pesante eredità politica, culturale e affettiva. Come vive un trentenne di oggi senza troppe certezze, meno che mai ideologiche, il confronto con l’impegno di due genitori comunisti militanti? Nato nel 1991 mentre si scioglieva ufficialmente l’URSS e Achille Occhetto cambiava nome al più grande Partito comunista d’Europa, Davide cerca una risposta autobiografica recuperando tra archivi e ricordi privati, perfino il primo carillon con il quale – al suono dell’Internazionale – si addormentava nella culla. Autoironico e sincero, con questo viaggio nell’anno del suo trentesimo compleanno, che coincide anche col centenario del Pci, mette a fuoco con leggerezza un tema nel quale racconta lo smarrimento di una generazione”.
Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati: “per la capacità del progetto di riaccendere ‘la grammatica della fantasia’ di Gianni Rodari, cui è dedicato. Forse il mondo può salvarsi attraverso l’immaginazione, se questa riuscisse, come in Rodari, a illuminare di una luce creativa le nostre storie, che era anche visione di una società da rifondare, ricominciando dal linguaggio e dai bambini.
Il progetto della più giovane tra i concorrenti al Premio Zavattini si ispira, infatti, anche visivamente, al mondo narrativo del grande scrittore, in un confronto originale e creativo con la realtà del tempo recuperato dagli archivi. Dedicato ai bambini di tutte le età”.
La Giuria ha attribuito una Menzione speciale a Seize The Time 2020 di Marco Scola Di Mambro: “per il segno di forte attualità nel progetto di questo film che denuncia il razzismo, oggi come ieri, attraverso la storia di Norman, 37 anni, afroamericano, in lotta non solo per i suoi diritti ma contro ogni discriminazione. Nella sua protesta, musica, cultura e immagini delle lotte del passato e del presente diventano il mezzo per combattere le barriere in ogni società che non accetta chi è diverso. Nel film, ispirato al realismo del cinema di Antonello Branca, vi è anche la riscoperta di un cineasta raffinato: nel suo Seize the time sui Black Panther, girato nel 1970, Branca ci ha lasciato una testimonianza forte di lotta e resistenza delle comunità afroamericane. Un mondo che questo cortometraggio recupera in una straordinaria complicità d’autore”.
I progetti vincitori avranno il sostegno del Premio Zavattini per la loro realizzazione, che si concluderà nel mese di maggio 2021. Ai giovani filmmaker vanno le congratulazioni e l’augurio di buon lavoro della Direzione del Premio.
Fonte: Elisabetta Castiglioni – Press Office & Public Relations