In occasione della riapertura dei musei, il MAO ha deciso di prorogare al 9 maggio la data di chiusura della mostra “China goes Urban. La nuova epoca della città”.
L’esposizione, curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un’occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall’esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro.
China Goes Urban rappresenta anche un’interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di “mostra all’epoca del Covid-19”, attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti.
La progettazione della mostra ha l’obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un’apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali.
Il sistema di regolazione dei flussi di visita con interfaccia digitale è stato realizzato con il contributo della Camera di commercio di Torino.
La mostra:
Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo “eccezionale”, ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale.
Il fenomeno dell’urbanizzazione planetaria non implica però solo l’aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l’incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio- economico, particolarmente evidenti nell’attuale fase di incertezza dovuta all’emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze.
“China goes urban. La nuova epoca delle città” intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un’esplorazione di quattro new town – Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou – attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano.
Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all’urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti “situati” dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di “eccezionalità” cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come “altro da noi”: nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri.
A corollario della mostra è disponibile un ricco catalogo edito da Skira, in italiano e inglese con un inserto in lingua cinese, che contiene numerosi saggi di curatori e studiosi internazionali, oltre alle immagini e ai grafici presenti nel percorso espositivo; sono inoltre in programma numerosi eventi e incontri di approfondimento, a cui è possibile partecipare da remoto su piattaforma Zoom: il programma completo QUI.
Fonte. Ufficio stampa MAO Museo d’Arte Orientale – Chiara Vittone