La seconda conferenza del ciclo di incontri online della rassegna “Autunno Guerciniano”,
promossi dal Comune di Cento e dal Centro studi Intenrazionale Il Guercino,
si terrà venerdì 18 dicembre alle ore 17,30.
L’appuntamento sarà curato dalla Prof. Barbara Ghelfi, docente di storia dell’arte presso l’Università di Bologna – Campus di Ravenna, che approfondirà i primi risultati delle indagini diagnostiche condotte, sotto la sua direzione, dal Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna sulle “Pitture murali del Guercino a Casa Provenzali” di Cento. Affiancheranno la Ghelfi la restauratrice Licia Tasini e l’architetto Alberto Ferraresi.
Il ciclo pittorico in esame è di particolare interesse: infatti, come riporta lo storico dell’arte Renato Roli, è molto probabile che sia stato il nobile Alberto Provenzali, fratello del grande pittore e mosaicista Marcello Provenzali, ad affidare al giovane Guercino la decorazione di una sala nella propria casa.
Il fregio Provenzali, raffigurante le gesta mitiche di Provenco, valoroso ed eroico centurione al seguito di Giulio Cesare e antenato della Famiglia Provenzali, viene menzionato dallo Scanelli, storico contemporaneo del Guercino nel 1657. E il Malvasia nel 1678 ne fissa l’anno di esecuzione. Nella prima guida di Cento di Righetti Dondini del 1768 troviamo una succinta descrizione. Il Calvi nel 1808 riporta gli otto telamoni dipinti a chiaroscuro dal Guercino, sull’esempio di quelli più famosi del Carracci nel Palazzo Fava di Bologna. Gaetano Atti nel 1853 descrive puntualmente tutta la decorazione. Spetta però al massimo esperto del Guercino Sir Denis Mahon l’aver, nel 1937, rintracciato il fregio che il maestro centese dipinse nel 1614 con la collaborazione di alcuni suoi allievi. Arrampicatosi su una scala e munito di una torcia elettrica, lo studioso britannico riuscì ad intravvedere i dipinti rimasti nascosti nell’intercapedine tra l’antico soffitto e uno più basso costruito nella seconda metà del secolo scorso.
L’idea di base del fregio risiede nell’aver immaginato che il riverbero proveniente dal camino si ripercuotesse nelle finte statue, animandole con singolare vivacità. Il fregio è dunque indicativo della volontà dell’artista di porre in particolare risalto il problema illuministico, realizzando vistosi effetti di illusionismo scenografico.
Il ciclo di dipinti, oltre a rappresentare un tassello fondamentale per la conoscenza dello stile giovanile del Guercino, costituisce un riferimento importante per lo studio della sua tecnica pittorica nell’ambito della decorazione murale. Nell’estate del 2019 lo staff del Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Guercino che ha finanziato il progetto e con Lumiere Technology, ha avviato una serie di indagini tecnico diagnostiche sulle decorazioni di Casa Provenzali; un’iniziativa che si inserisce nel progetto “Guercino oltre il colore”, avviato dal Laboratorio Diagnostico nel marzo del 2017.
Nel corso della conferenza la responsabile Barbara Ghelfi fornirà i primi risultati di questi studi, illustrando alcune delle novità emerse nel corso dell’indagine, riguardanti in particolare la tecnica esecutiva delle pitture e il loro stato di conservazione.
La curatrice del restauro in atto Licia Tasini relazionerà sulle tecniche e sulle metodologie utilizzate dal Guercino, mentre l’architetto Alberto Ferraresi fornirà interessanti notizie sul contenitore, la struttura originaria di Casa Provenzali e il progetto architettonico strutturale di recupero dell’attuale Palazzo, con specifico riferimento alle stanze di interesse. Tutto il ciclo pittorico è ancora ubicato nella sua originaria sede, fatto alquanto raro.
Il Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna (Ravenna Campus) da diversi anni svolge la propria attività di studio nell’ambito di un filone di ricerca denominato Diagnostica&Arte. La linea di ricerca ha una vocazione trasversale e collega le attività tecnico- scientifiche del Laboratorio con quelle di ricerca storico-artistica condotte dagli specialisti del Dipartimento, mettendo a frutto competenze, modelli, metodi e strumenti multidisciplinari, la cui sinergia consente di indagare i temi oggetto di studio da differenti punti di vista. L’obiettivo è quello di giungere, attraverso analisi stilistiche, storico-critiche, trattatistico-documentarie, storico-tecniche e scientifiche, ad una visione onnicomprensiva dei manufatti artistici, con particolare riferimento allo stato di conservazione, ai materiali, alla tecnica esecutiva e al processo creativo delle opere pittoriche. Il gruppo di ricerca, che si muove in una dimensione internazionale, si occupa, oltre che di campagne di indagine finalizzate ad approfondire la tecnica pittorica di personalità artistiche appartenenti a differenti periodi storici, dello sviluppo di un protocollo innovativo che, coinvolgendo sia la storia dell’arte sia le metodologie scientifiche, consenta di effettuare una valutazione il più possibile oggettiva del bene ai fini della sua autenticazione.
Tra i principali progetti pluriennali dedicati a personalità artistiche e alla loro eredità sono attualmente in corso:
– Guercino: oltre il colore;
– Storia e Diagnosi di Testimonianze Leonardesche.
Il progetto di ricerca pluriennale promosso dal Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna in collaborazione con Lumière Technology è stato inaugurato nella primavera del 2017 con le indagini tecnico diagnostiche eseguite su dipinti del Guercino presenti alla mostra Guercino tra sacro e profano (Piacenza, 4 marzo – 4 giugno 2017). Il progetto ha come obiettivo l’esecuzione di una vasta campagna di indagini diagnostiche finalizzata ad integrare ed ampliare la documentazione tecnica sui dipinti di uno tra i più importanti pittori del barocco emiliano e della sua bottega. La responsabilità scientifica del progetto è delle professoresse Barbara Ghelfi e Mariangela Vandini, il coordinamento dei rilievi tecnico diagnostici è della Dott.ssa Chiara Matteucci dell’Università di Bologna.
L’obiettivo è quello di offrire una prima mappatura scientifica sia dei dipinti mobili che di quelli murali conservati a Cento, Piacenza, Parma, Bologna, Genova, Rimini e Roma. Al progetto hanno aderito importanti istituzioni pubbliche e diversi collezionisti privati, che hanno autorizzato lo svolgimento di analisi non invasive e micro invasive. Il progetto di ricerca è stato avviato allo scopo di avere una visione organica dell’opera del Guercino mettendo a confronto, per la prima volta in maniera sistematica, i dati tecnico materiali con l’indagine storico artistica. Attualmente, come per altri importanti artisti del Seicento, escludendo il caso di Caravaggio, non esiste un catalogo tecnico ragionato delle sue opere.
Fonte: Ufficio Stampa CULTURALIA di Norma Waltmann