Tutte le mostre e i progetti speciali da settembre a dicembre 2020 in attesa del grande ritorno di Henry Moore.
È una grande stagione quella che sta per partire al Museo Novecento di Firenze. Un programma ricco di esposizioni temporanee che è anche una dichiarazione di intenti: “Nessuna battuta d’arresto rispetto al programma pre-Covid19 – ha detto il direttore artistico, Sergio Risaliti –. Il Museo Novecento, fatta eccezione per la chiusura forzata durante il lockdown, non ha rallentato la sua attività e non è intenzionato a farlo, anzi intende, in questo periodo di grande insicurezza e preoccupazione, offrire al pubblico una programmazione di altissimo profilo per dimostrare che, nonostante l’emergenza sanitaria, è possibile continuare a vivere l’arte e la dimensione museale in sicurezza e godendo di progetti di grande respiro”.
“La cultura, uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia, sta lentamente cercando di tornare alla normalità – ha commentato Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Firenze –. Per questo non può che fare immenso piacere non solo quando un museo è aperto ma anche quando riesce, come il museo Novecento, a confermare le mostre pensate prima del Covid e oggi caparbiamente inaugurate. Questo ‘giovane’ museo cittadino, affacciato solo da pochi anni sulla scena culturale fiorentina, si è ormai guadagnato una tradizione e un carisma che lo collocano tra le grandi istituzioni di arte contemporanea del nostro Paese”.
“Come spesso accade, anche in tema ambientale e di circolarità delle risorse, l’arte anticipa l’urgenza di politiche forti per la tutela del nostro spazio vitale e del futuro di chi lo abita – ha aggiunto l’assessore all’urbanistica e all’ambiente del Comune di Firenze Cecilia del Re –. In questo caso, grazie al Museo Novecento e alla nuova programmazione di mostre, offre a tutti i visitatori un’occasione di riflessione attraverso opere, video e installazioni che mettono al centro gli equilibri del nostro pianeta. Un percorso tra arte, ambiente, cinema e architettura che apre le porte di una stagione tanto attesa quanto significativa per la ripartenza nella fase del dopo pandemia”.
La nuova stagione comincia il 25 settembre 2020 con l’apertura al pubblico di quattro mostre temporanee. “Humus” di Andrea Francolino (fino al 12 dicembre 2020), accompagnata da una performance che il giorno dell’inaugurazione (il 24 settembre alle 17.30) dal Palagio di parte Guelfa si muoverà verso Piazza Signoria per raggiungere poi il Museo Novecento (attorno alle 18.30), “Incanto” di Rocco Gurrieri e Irene Montini (fino al 28 gennaio 2021), “Paradigma. Il tavolo dell’architetto. Online” (fino al 28 gennaio 2021) e “Made in Italy – OFF. Suspense” di Lori Lako (fino al 23 novembre 2020).
A ottobre sarà la volta della personale di “Duel. McArthur Binion” che vedrà l’artista afroamericano esporre i suoi lavori per la prima volta in un’istituzione culturale italiana.
Nel weekend del 10 e 11 ottobre, inoltre, verrà organizzata tra il Museo Novecento e la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio la prima edizione di un festival dedicato alle arti performative MATCH. Two Days on Performance / Public / Space come omaggio alla figura di Allan Kaprow – a cui il museo ha dedicato una grande personale negli ultimi mesi –, con incontri, tavole rotonde, performance e uno screening program di approfondimento e riflessione attorno all’attualità delle ricerche performative contemporanee.
A novembre il grande ritorno di Henry Moore a Firenze: il primo piano del museo e l’ambiente Room al piano terra saranno interamente dedicati alla mostra di disegni, grafiche e sculture di Moore, a quasi cinquant’anni (era il 1972) dalla celebre esposizione che vide lo scultore inglese protagonista al Forte Belvedere. Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’artista Marinella Senatore realizzerà un’opera site-specific per il loggiato e la parete The Wall del Museo e sarà la protagonista di un talk sul suo lavoro e la relazione con le tematiche della giornata.
Ultimo appuntamento del 2020 sarà con Solo. Arturo Martini, retrospettiva dedicata ad uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento a partire dalle opere della collezione permanente del Museo.
“Lo ripeto ancora una volta – continua Risaliti – il primo interesse va ai cittadini, alla comunità locale, bambini, giovani e famiglie, unito poi al tema della coerenza e della sostenibilità. Il Museo Novecento è in questo senso un modello e un esempio virtuoso. Essere giunti dopo due anni a creare una collaborazione scientifica con la prestigiosa Fondazione Henry Moore per riportare a Firenze le opere del maestro cinquant’anni dopo la mostra epocale al Forte di Belvedere è motivo di vanto e di immensa soddisfazione. La mostra organizzata per Novembre vuole essere un dono alla città che ha sofferto una crisi drammatica e che sta uscendo a fatica ma con coraggio e orgoglio da questa situazione difficile”.
Le quattro mostre che aprono a settembre sono, come di consueto, collocate in quattro luoghi diversi del Museo. “Humus” di Andrea Francolino, curata da Luca Puri e Sergio Risaliti, si fa spazio al primo piano, sotto il loggiato, e vede installate 28 bandiere, una per ciascuno stato dell’Unione Europea più quella dell’Unione in una sorta di grande bandiera “globale” che possa essere adottata dai singoli Paesi all’insegna della tutela per l’ambiente. Su ciascuna bandiera saranno visibili le coordinate gps riferite alle sedi dei singoli parlamenti, un modo discreto e univoco per rivelare, attraverso la posizione geografica, il proprio posto nel mondo facendo riferimento a quei luoghi dove gli uomini con le proprie decisioni determinano o meno gli equilibri del nostro pianeta. La disposizione di ciascun vessillo richiama quella dei rappresentanti dei singoli Paesi quando, seduti assieme, possono incidere con le loro scelte sulle sorti del pianeta. Gli inni delle 27 nazioni e quello dell’Unione europea riecheggeranno nel loggiato a connotare anche sonoramente l’installazione, per non cancellare definitivamente la storia identitaria dei popoli, il senso di appartenenza a una comunità. La mostra di Francolino sarà accompagnata il giorno dell’inaugurazione, il 24 settembre, da una performance che coinvolgerà 28 Gonfalonieri delle Arti e delle Magistrature Fiorentine, grazie ad una collaborazione tra il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino e il Museo Novecento. La performance partirà alle 17.30 dal Palagio di Parte Guelfa per muoversi verso Piazza Signoria e raggiungere il Museo Novecento alle 18.30.
“La collaborazione tra il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e il Museo Novecento è la prima iniziativa che mette in stretto contatto due attività apparentemente distanti – afferma il Direttore del Corteo Filippo Giovannelli – la Tradizione e la Rievocazione Storica possono dare un valore aggiunto al già importante ruolo delle performance di Arte Contemporanea. I momenti culturali di differenti forme accomunati in un medesimo contesto, danno nuova linfa e rappresentatività all’evento stesso. Sono molto contento di questa nuova possibilità che che ci è donata perché amplia, all’interno del mondo culturale fiorentino, iniziative sperimentali e aperte al futuro”.
È la prima volta che espongono i loro lavori in un museo i due giovani fotografi, illustratori e videomaker Irene Montini e Rocco Gurrieri, che grazie alla mostra “Incanto” curata da Sergio Risaliti e Luca Puri accompagnano il visitatore in un viaggio attraverso un universo onirico, sovrannaturale e tenebroso. Incanto nasce dalle costole di un film inedito prodotto dal Museo, il secondo dopo quello realizzato da Rä di Martino un anno fa a riprova dell’impegno del Museo nel sostegno ai giovani artisti. I due artisti hanno tratto dalle ambientazioni dell’opera filmica una serie di fotografie in grande formato esposte negli spazi al primo e secondo piano del complesso delle ex Leopoldine. Una fiaba nera in cui il set principale diventa un luogo d’ombra e di passaggio fra mondi fantastici e diabolici, esperimento cinematografico e visivo articolato tra fotografie, film e una stanza dedicata all’esposizione di una scultura a forma di “pianta”, tanto miracolosa quanto malefica, perno centrale della narrativa di questa vicenda misteriosa.
Torna anche Paradigma. Il tavolo dell’architetto a cura di Laura Andreini, ciclo espositivo che con cadenza quadrimestrale ha visto avvicendarsi negli ambienti al piano terra del Museo Novecento i lavori di tanti grandi progettisti della scena internazionale. Durante il
lockdown Paradigma si è trasferito sulle piattaforme digitali del museo e della rivista specializzata Area, coinvolgendo numerosi studi professionali, ai quali l’Architetto Laura Andreini ha chiesto di realizzare un video sul tema: “Cosa è il tavolo dell’architetto?”. I video, trasmessi con cadenza regolare durante il lockdown sui canali ufficiali del Museo, fanno parte oggi della mostra insieme e riescono a svelare la dimensione sempre peculiare dell’attività dell’architetto.
L’ultimo progetto in apertura il 25 settembre è “Suspense”, lavoro di Lori Lako, curato dal Direttore del Museo in prima persona, fa parte del progetto periodico Made In Italy – OFF. Inaugurato il 2 giugno in occasione della riapertura del museo dopo il lockdown, Made in Italy è un progetto di arte pubblica che dal museo entra e invade la città in un gioco di rimandi, di andate e ritorni: dal museo allo spazio urbano e viceversa. Oggi, per la prima volta, il progetto allarga i confini dell’arte italiana e ospita il lavoro dell’artista Lori Lako – nata a Pogradec, in Albania, nel 1991 – ma attiva da tanti anni nel contesto artistico e culturale italiano. In questo senso Made in Italy allude sia all’esternalizzazione dell’opera proiettata fuori dalla cornice museale, sia alla natura inclusiva di una comunità artistica che non separa ma accoglie con cura chi arriva da fuori per ascoltare i suoi racconti e le sue avventure. Una parete di grandi dimensioni (12×3.50 metri) dipinta con i colori della bandiera italiana ospita l’opera di questa giovanissima artista albanese (recentemente coinvolta in una residenza d’artista alla Manifattura Tabacchi di Firenze) che porta al Museo Novecento il suo lavoro site specific, una riflessione sull’ambiente e sullo sfruttamento delle risorse che parte dal suo paese d’origine per arrivare all’Europa e al pianeta intero.
Fonte: Ufficio Stampa – “Davis & Co.