Specializzazione nelle superfici e ricerca su tutto il territorio italiano di materiali lavorati secondo la tradizione. Questa la cifra inedita e stilistica di Stepping Stone, lo showroom di Bologna fondata nel 2015 da Gianluca Perrone negli spazi di quella che un tempo era la memorabile e gloriosa galleria Neon Campobase.
Ogni tanto a pochi passi da Porta Lame compare una giraffa. Immobile e nel suo alto splendore se ne sta di guardia davanti al civico 2/5 di Via Zanardi. Un indirizzo che a molti non dice nulla e che ad altri, invece, riporta alla mente una Bologna creativa e in pieno fermento artistico, dove giovani talenti ancora sconosciuti, come Maurizio Cattelan, esibivano le prime opere o provocazioni. Erano gli inizi degli anni 80 e della Galleria Neon, fondata nel 1981 dall’illuminato Gino Gianuizzi in via Solferino, un progetto artistico tanto fertile quanto nomade. La galleria cambiò location tre volte, prima in via Avesella, poi in via Bersaglieri e, infine, in via Zanardi dove rimase aperta fino al febbraio del 2011 con il nome Neon Campobase. Uno spazio superbo, votato alla sperimentazione e alla ricerca di nuove espressioni, e che, ancora oggi contiene, seppur con diverse forme, modalità e intenti, quello stesso slancio creativo e quella stessa voglia di distinguersi dai circuiti ufficiali e mainstream.
Nel 2015 GianLuca Perrone, fotografo e artista bolognese classe 1971, decide di rialzare la saracinesca del civico 2/5 di Via Zanardi, dove da ragazzo era un assiduo ed entusiasta frequentatore. L’idea è insolita, un tantino folle ma, allo stesso tempo, ragionata. GianLuca vuole dar vita a un progetto senza precedenti, capace di coniugare l’estro artistico, la curiosità e l’inclinazione per la ricerca, con la profonda passione per materiali e superfici, settore in cui ha maturato un’importante esperienza. Nasce così Stepping Stone, showroom e studio di progettazione che forse non ha eguali in Italia.
La dichiarazione di unicità non è né un vezzo né un’esagerazione e per capirlo basta poco: dribblare la mite giraffa e fare un giro dentro. Varcata la soglia l’impressione iniziale è quella di stupore e disorientamento. Stupore perchè le tracce del passato non sono state cancellate – in particolar modo un maestoso affresco del pittore americano Ian Tweedy – disorientamento perchè non si è per nulla certi dello spazio in cui ci si trova: non un negozio, forse un laboratorio o più probabilmente uno spazio ibrido dove moodboard di materiali rari e pregiati, si alternano a statue di cartapesta e ad altre opere d’arte. Tutti elementi che fuoriescono dalla geografia del classico showroom e sintetizzano l’identità dell’azienda, nonché il processo creativo e lavorativo che accompagna ogni progetto.
Da quando ha aperto i battenti, Stepping è diventato in poco tempo un punto di riferimento per architetti e designers che nella realizzazione dei propri lavori non cercano un mero e semplice fornitore, ma un colto e audace artigiano che conosca le eccellenze nascoste d’Italia e non si tiri indietro di fronte alle richieste più improbabili. Posso creare una superficie con materiali diversi ma della stessa forma? Posso creare una cementina con i disegni e i colori a mio gusto? Domande a cui Stepping risponde ogni giorno, forte di una notevole capacità di gestire dettagli e personalizzazioni, di una conoscenza dei materiali che si nutre di una costante ricerca sul territorio italiano e, infine, di una visione estetica che ha in GianLuca Perrone il proprio fulcro. L’approfondita ricerca legata alle immagini e l’attività di fotografo, sfociata in mostre e progetti di successo, tra cui “Balere” – indagine sulle sale da ballo nate nel Secondo Dopoguerra – ha consentito a Perrone di maturare un approccio critico che si riversa nel lavoro di tutti i giorni; un atteggiamento creativo che mette al bando soluzioni facile e standard, in favore di lavorazioni non consuete.
Chiedere, domandare, ascoltare e, infine, evidenziare un puntino preciso sulla mappa e partire. Se esiste una costante in Stepping, la si individua nel desiderio viscerale di scoprire le perle nascoste della Penisola, quei luoghi in cui dimora il talento manuale e conoscenze preziose si tramandano di generazione in generazione. Un’indole che ha spesso portato Perrone e la sua squadra a prendere la macchina e a inoltrarsi per paesini e borghi sconosciuti alla scoperta di improbabili e misteriosi laboratori artigianali di cui qualcuno un giorno gli aveva parlato e di cui qualcun’altro lo stesso identico giorno gli aveva negato l’esistenza. Così, viaggio dopo viaggio, Perrone è riuscito, tra inebrianti scoperte e inevitabili delusioni, a creare una fitta di rete di rapporti con artigiani di tutta Italia: dai laboratori artigianali di Castel Viscardo (Umbria), dove il cotto è realizzato secondo la tradizione medievale, alle officine di cemento romane e siciliane, passando, infine, per le falegnamerie di Salerno e del Nord Italia dove la filiera ricava ancor oggi la materia prima da quelli che un tempo furono gli antichi boschi della Repubblica di Venezia.
Un serbatoio di creatività e tradizione che rappresenta la peculiarità e la forza di Stepping Stone nell’accompagnare i propri clienti ed esaudire le loro richieste attraverso proposte di materiali inedite ed esclusive. “Da questo punto di vista un’esperienza che mi piace ricordare e di cui vado orgoglioso – commenta Perrone – è quella del festival di fotografia Gibellina Photo Road del 2019. Mi chiamò la direttrice del festival che mi chiese di studiare insieme a lei la realizzazione di un’opera permanente di 40 mq composta da un mosaico di 30 mila immagini, ideata Joan Fontcuberta, un importante fotografo spagnolo. Coniugando assieme questa parte artistica con una parte decisamente più tecnica, individuai la possibilità di stampare su lastra di grès porcellanato l’intera opera successivamente installata nel centro di Gibellina”.
Come la ex galleria Campobase, Stepping Stone nasce come luogo per incorraggiare l’estro, il talento, chi ha un’idea e vuole metterla in pratica: un trampolino di lancio, appunto, come indica il termine inglese. Le sue porte sono sempre aperte per architetti e interior designers che come in un’officina vogliono sedersi ai tavoli per condividere idee progettuali. Dalla sua nascita ad oggi Stepping ha anche portato avanti un’intensa attività culturale ospitando mostre, come quella di Vittorio Buratti e dall’art designer Alice Corbetta, e organizzando momenti formativi accreditati per architetti e designers. Tra questi ultimi, il talk con l’architetto e critico Luca Molinari, che questo gennaio ha dialogato con GianLuca Perrone sul mutevole concetto di casa a partire dalle riflessioni contenute nel bestseller “Le Case che Siamo”, indagine antropologica sulla trasformazione che durante la storia dell’architettura ha subito l’atto del pensare, progettare e, infine, abitare un luogo.
Fonte: Marco Lessi – Ufficio Stampa Stepp