Il commercio illegale di cuccioli di cani e gatti in Europa è il terzo giro d’affari del crimine dopo quello della droga e delle armi. L’allevamento e lo smercio illegale è causa, oltre che di danni fisici e psicologici per gli animali, del rischio di reintroduzione di malattie ormai debellate da tempo nel nostro Paese.
Secondo i dati forniti dalla Coldiretti, in Italia ci sarebbero oltre 400 000 cuccioli di cani e gatti vittime dei trafficanti, per un giro di affari di circa 300 milioni di euro l’anno. Dati recenti indicano che il suddetto traffico illegale di animali è il terzo crimine organizzato più lucrativo in Europa, preceduto solamente da traffico di droga e di armi. Quest’anno la polizia italiana nel Friuli Venezia Giulia ha sgominato vere e proprie bande che trasportavano cuccioli provenienti dall’Est Europa, in condizioni orribili; il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri di Salerno ha a propria volta sgominato un vero e proprio traffico di cani e gatti che avveniva anche attraverso il web. L’allevamento illegale di cani e gatti spesso ha luogo in condizioni deplorevoli, minimizzando i costi; i cuccioli nati in allevamenti illegali sono spesso separati dalla madre in età precoce, non socializzano a sufficienza, sono soggetti a malattie, soffrono di stress, malnutrizione e disidratazione e sono maggiormente esposti al rischio di ipotermia durante i lunghi viaggi che devono affrontare nell’Unione Europea in condizioni insalubri e di sovraffollamento, senza acqua, cibo o aria condizionata e senza effettuare soste. Questi cuccioli di cane e gatto arrivano di norma nel paese di destinazione senza essere stati svezzati e privi delle capacità di socializzazione di base. Deve essere anche considrato iln fatto che il traffico illegale di animali da compagnia comporta diversi rischi zoonotici, tra cui l’introduzione della rabbia da zone endemiche dell’Europa in paesi in cui tale malattia non è stata debellata, nonché di parassiti come l’Echinococcus multilocularis, che si diffonde facilmente ed è difficile da controllare.
L’articolo 13 del trattato di Lisbona sancisce che gli animali sono esseri senzienti e come tali devono essere trattati e tutelati; eppure ancora oggi vengono considerati soltanto come degli oggetti per produrre ricchezza. Ovviamente parliamo del commercio illegale, con cuccioli stipati in camion e stive come qualsiasi merce o bagaglio per essere venduti illegalmente in diversi paesi dell’Unione europea, riportando traumi di natura fisica e psicologica.
Una riflessione va fatta considerando che, nella maggior parte dei casi, i trafficanti e i venditori illegali agiscono nella più completa impunità in quanto sono consapevoli che la maggior parte dei clienti che hanno acquistato un animale da compagnia in cattiva salute non avvierà un’azione legale. Il canale preferito da questi criminali è ovviamente internet, dove molti annunci online di animali in vendita provengono da fonti illegali; la rete di fatto è una trappola infernale dove i potenziali acquirenti cadono soggiogati da un prezzo spesso inferiore allo standard degli allevatori seri e riconosciuti, i quali hanno costi superiori proprio perché seguono attentamente la crescita dei piccoli sia in termini sanitari che alimentari.
Non rimane quindi che attendere che la normativa approvata dalla Commissione europea in materia di sanità animale, che sarà applicabile a decorrere dal 21 aprile 2021, favorisca una maggiore trasparenza del commercio online di cani e gatti e migliori la salute e il benessere degli animali, in quanto obbligherà rigorosamente tutti i venditori, gli allevatori, i trasportatori e i centri di raccolta di cani e gatti a registrarsi presso le autorità nazionali competenti.
Sarebbe auspicabile che questo governo o il prossimo metta mano a questo tema a livello nazionale e anticipi quanto la U.E. sta già elaborando sincronizzandosi con i nostri rappresentanti del parlamento europeo.