In questo saggio Renzi invita a guardare l’esempio dei nostri padri e dei nostri nonni.
Una generazione decimata, che ha ri/sollevato l’Italia dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Il lungo cammino del pio Enea, appesantito dal corpo del padre Anchise portato sulla spalla, e accompagnato dal figlio Ascanio, che porta il fuoco sacro, la continuità culturale di Ilio/Troia in fiamme da cui fugge, apparentemente disastroso, è destinato a grandi imprese, a fondare la Città Eterna, Roma. Non poteva scegliere immagine più rappresentativa Renzi per significare il nostro percorso di esuli, colpiti a morte dal coronavirus e infiacchiti dal populismo/sovranismo, stampigliata sulla copertina del suo nuovo saggio, rappresentata dalla statua scolpita dal Bernini, datata 1639 e conservata nella Galleria Borghese. Un Anchise che quasi scompare alla nostra vista, i nostri padri e i nostri nonni, che hanno pagato un tributo, un’ecatombe a questo flagello. Una generazione decimata, che ha ri/sollevato l’Italia dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. “A loro guardiamo con rispetto e con devozione, ma anche con dolore, perché ci hanno dato il buon esempio attraverso l’impegno, dimostrandoci che è possibile farcela se si crede nei valori comuni, condivisi, del benessere che non appartiene, non è prerogativa di una parte politica, ma di tutti”, sostiene Renzi. Una lezione che dobbiamo ancora imparare sino in fondo se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad ogni pie’ sospinto deve richiamarla come necessità ineludibile. Accanto Ascanio, per il quale i fati preparano un grande avvenire. Non è il nostro caso. Le nuove generazioni stanno lì a guardare se saremo buoni amministratori e se sapremo usare con la dovuta accortezza e visione la voragine di debito pubblico che sarà caricata sulle loro spalle per fare fronte al disastro economico che ha comportato la prolungata chiusura di quasi tutte le attività economiche, produttive e commerciali. Renzi ricorda i continui appelli e i richiami al Governo per elaborare dei piani di riaperture graduali, pur con le necessarie sicurezze, temendo la falla che avrebbe aggravato i conti pubblici e le tasche degli operatori. Fase 1, fase 2: il Governo è rimasto in mano ai tecnici, ai virologi che temevano l’aggravarsi dell’epidemia. Allo stesso tempo Renzi, indicando gli esempi europei, ha premuto per la riapertura cauta delle scuole in modo da garantire le lezioni in presenza e non solo da remoto. Tempi terribili che hanno lasciato dei vuoti incolmabili e delle ferite che non si rimarginano facilmente. “Non dimenticheremo mai quei camion militari che trasportavano bare anonime di defunti che non avevano potuto neppure essere confortati da una parola, da una carezza affettuosa dei parenti”, dice accorato. Tuttavia la situazione, per quanto terribile, offre delle opportunità che vanno colte, incalza Renzi, enumerando tutti i passaggi della Comunità Europea che ha stanziato miliardi di euri in fondi sotto diverse voci per far fronte alle difficoltà economiche e messo in soffitta il patto di stabilità. “Ora è necessario saper spendere quei fondi e decidere se impiegarli per sostenere l’attività produttiva oppure per l’assistenza a fini sociali, pure necessaria”. Per fare questo è necessaria la mossa del cavallo, che come negli scacchi spariglia il gioco. E’ imprevedibile e soprattutto salta le obiezioni degli avversari, i fanti, le torri e gli alfieri. Un titolo che ricorda il romanzo omonimo di Camilleri e la figura dell’ispettore delle finanze Bovara, che riuscirà a salvarsi solo con questa mossa: ragionando nel modo più inaspettato, tornando alle origini e parlando il linguaggio popolare. Italia Viva, di cui Renzi è leader, ha elaborato proposte precise per sostenere la ripresa delle attività produttive e la realizzazione delle infrastrutture, al sud come al nord, di opere pubbliche e private, come ospedali, scuole, strade, ponti, ammodernamento di ferrovie, ecc. un Piano Shock da 120 miliardi già stanziati ma fermi per vari motivi, che sull’esempio dell’intervento a Pompei, dell’Expo 2015 a Milano e del ponte di Genova potrebbero essere speditamente realizzate con la nomina di commissari ad acta. E proponendo una responsabilizzazione dei lavoratori con la nomina di un loro rappresentante nei consigli di amministrazione delle aziende. O il Family act con una serie di provvedimenti a favore delle famiglie che la ministra Elena Bonetti ha di recente portato all’approvazione del Consiglio dei Ministri. Il libro analizza la necessità di un cambio di mentalità sulla giustizia che deve essere garantista, almeno fino al terzo grado di giudizio. Soprattutto deve essere rapida e non deve mantenere sotto giudizio i cittadini vita natural durante. E invita a prendere in considerazione la grande riforma costituzionale del Sindaco d’Italia nella figura del Presidente del Consiglio o della Repubblica eletto direttamente dai cittadini, che resti in carica 5 anni, con una legge maggioritaria e non proporzionale. Il libro termina con “La lettera della partenza” indirizzata “ai giovani che credono nella politica” nell’atto di intraprendere il loro percorso civile di cittadini alle prese con i problemi della nostra società. Essi vengono innanzitutto incoraggiati a coltivare i sogni e a non aver timore nel costruire un nuovo percorso di vita preferendo, sulla base di queste antitesi, la politica al populismo, il sognare in grande agli incubi, la speranza alla paura, la libertà alla morte. Una lettera solenne che trova degni precedenti in missive inviate o in discorsi pronunciati dai filosofi sulla felicità (Epicuro), sulla crescita e il perfezionamento morale (Seneca) e di incoraggiamento ad osare, ad essere curiosi e affamati di conoscenza, e folli, coltivando le passioni (Steve Jobs). Con un proposito che Renzi affida al libro come messaggio finale: “Ho avuto l’onore di servire il mio paese ai più alti livelli. Adesso voglio aiutare questi ragazzi a cambiare il mondo”. Marsilio Editori, Venezia 2020, pp. 214, € 16,00.