Presentato il FAS Forum dell’Arte e dello Spettacolo con proposte di riforma del settore, nell’ambito della rassegna “TEMPO di RINASCITA – Scenari, idee, progettualità”, conferenze digitali a più voci sullo scenario post Covid-19.
Raccogliere in un’unica voce le filiere del mondo della musica, della danza, del teatro e dello spettacolo dal vivo in spazio pubblico, per dare risposte concrete all’emergenza Covid in ambito artistico e programmare la ripartenza. Ecco l’obiettivo del Forum dell’Arte e dello Spettacolo, presentato ufficialmente lo scorso 18 maggio nell’ambito dell’appuntamento di apertura di Tempo di Rinascita, rassegna di conferenze digitali organizzata da DOC-COM, agenzia di comunicazione e business unit della rete Doc Servizi.
“Oggi presentiamo pubblicamente il manifesto del Forum – ha continuato Paolo Fresu – che parte dallo Statuto sociale degli artisti europei firmato il 7 giugno 2007. Il fatto di avere una data, quella del 15 giugno, come ipotesi di ripartenza, è una piccola luce in fondo al tunnel. Gli aiuti governativi sono comunque insufficienti ed è necessario rimettere in moto in qualche modo, i concerti. Il coronavirus ha portato a galla un problema già esistente, quello della precarietà di tutto il settore, dobbiamo fare tesoro di questa lezione. La ripartenza deve cambiare totalmente lo status degli artisti. Non possiamo dimenticare che i lavoratori dello spettacolo non hanno solo doveri, ma anche diritti. E dobbiamo farlo tutti insieme”.
“Allo stato attuale vengono fatte delle ipotesi su come ripartire che prendono spunto dalle iniziative viste in questi mesi: concerti e streaming spontanei creati in casa da artisti e colleghi – ha aggiunto Frankie hi-nrg mc – Ma i concerti a pagamento non possono essere la soluzione per tutti. Pochi possono fare cassa sui biglietti in questo modo, per non parlare delle esigenze tecniche, come la presenza di una regia professionale, di più telecamere, di una connessione eccellente, e così via: è alla portata di poche realtà. Non ci si può basare su come agiranno le eccellenze come il Teatro alla Scala per definire un modello attuabile da tutti. Ci vorrebbe un sindacato realmente funzionante, che tuteli tutti. E smettere di considerare un potenziale criminale ogni persona che commette degli errori in questa difficile fase”.
Aprendo il dialogo con gli assessori, Roberto Pavanello ha fatto il punto su due problemi di fondo nelle ipotesi al vaglio: “Da un lato la questione della capienza massima, che è al massimo di 200 persone al chiuso, e arriva a 1000 persone all’aperto. Mantenere questi numeri significa ridurre considerevolmente le entrate per gli organizzatori. L’altra criticità riguarda le regole e le prescrizioni, altamente restrittive, sulla sanificazione, l’igienizzazione, il distanziamento: sono necessarie, ma rischiano di essere un deterrente troppo forte, e di ridurre gli incassi sotto la soglia minima per la sopravvivenza”.
Il Forum dell’Arte e dello Spettacolo si manifesta come un progetto inclusivo che mira a raccogliere in un unico coordinamento i diversi attori e le filiere del mondo dello spettacolo. Oggi coinvolge tutti i protagonisti del mondo della musica, a partire dagli artisti e i tecnici dello spettacolo, passando per agenti, manager, discografici, organizzatori di eventi e promoter fino ai live club, festival indipendenti e uffici stampa. Il Forum, inoltre, abbraccia più generi musicali, jazz, classica e pop, e raccoglie le istanze anche dei rappresentanti di attori, ballerini e del mondo delle arti e spettacolo dal vivo nello spazio pubblico.
Tutti concordi gli assessori delle città coinvolte, Roma, Milano, Bologna e Firenze, che rilanciano sulla questione dei lavoratori intermittenti e ragionano sul lungo periodo. “Stiamo giocando una partita complicata, e tutto ricasca sulle spalle dei cosiddetti intermittenti dello spettacolo. Ai lavoratori della cultura in generale servirebbe un denominatore comune per rinforzare il proprio potere negoziale, e ricavarne maggiori garanzie e tutele per tutta la filiera”, ha commentato Luca Bergamo. “Serve un piano strategico nazionale per la cultura, uno strumento necessario e abbastanza semplice, che abbia come priorità il lavoro. Dobbiamo fare emergere dall’invisibilità il settore culturale, che è produttivo, coeso e interconnesso al suo interno”, ha aggiunto Filippo Dal Corno. “L’emergenza ci ha permesso di alzare il velo sui settori storicamente ignorati dal sistema di tutele, come gli spettacoli e la cultura, ma anche lo sport, il turismo, l’agricoltura tra caporalato e lavoro in nero. Il tema della dignità del lavoro è alla ribalta, ma non dobbiamo occuparcene solo ora. Il lavoro culturale deve diventare la base di una politica nazionale”, ha chiosato da Bologna Matteo Lepore. “Un piano strategico per la cultura non è più rimandabile: dobbiamo coordinarci. A Firenze abbiamo recentemente rivolto un appello al Governo, per via di una situazione eccezionale. La quasi totalità dei musei della città non apriranno: è stata una decisione dolorosa, ma necessaria”, ha concluso Tommaso Sacchi.
Istituito con l’assunto di «fare tutti un passo indietro per fare tutti insieme un passo avanti», l’obiettivo del Forum è di avanzare con un’unica voce proposte che vadano a favore di tutto il settore e affrontare così insieme l’emergenza e la necessaria ripartenza. A fine emergenza, il Forum avanzerà anche una proposta di riforma organica del settore.
“La crisi determinata dall’epidemia ha fatto emergere con forza i problemi di un settore come lo spettacolo, che deve essere visto nella sua complessa atipicità – ha spiegato Emanuela Bizi (Slc Cgil) – I lavoratori sono privi di tutele, il lavoro nero e grigio è presente in forme importanti. Dobbiamo pensare a un futuro diverso e per questo riteniamo che è necessario definire da un lato maggiori diritti ai lavoratori, dall’altro individuare misure fiscali specifiche per sostenere soprattutto i settori che non ottengono finanziamenti pubblici. È necessario prevedere sanzioni per le imprese che ricevono finanziamenti dal fondo unico per lo spettacolo e violano i contratti nazionali. L’Italia ora è davanti ad una grande scelta, ovvero riconoscere il valore sociale ed economico dello spettacolo, definire un nuovo sistema di regole e diritti per i lavoratori. Per questo SLC CGIL è tra i promotori del Forum”.
Tra i promotori del tavolo, oltre agli artisti Paolo Fresu, Antonio Diodato e Claudio Carboni, anche Ada Montellanico e Simone Graziano che hanno lanciato la petizione #velesuoniamo, Andrea Marco Ricci (Presidente Note Legali), Chiara Chiappa (Fondazione Centro Studi Doc), Demetrio Chiappa (Rete Doc), Emanuela Bizi (Slc-Cgil), Francesca Martinelli (Fondazione Centro Studi Doc), Gianni Taglialatela (Avvocato), Marilisa Monaco (Slc Cgil).
Il ricco palinsesto di “Tempo di rinascita”, rassegna di conferenze streaming organizzata dall’agenzia di comunicazione DOC-COM, prosegue ogni lunedì e giovedì fino al 29 giugno. Prossimo appuntamento giovedì 21 maggio alle ore 12 sul tema “Fattore umano, tecnologia, creatività: le ricette delle Signore dell’Ospitalità”, con la partecipazione di Davide Gabrielli (Gabrielli & Partners), Lucilla Incorvati (Il Sole 24 Ore), Elisabetta Dotto (Excess Venice), Alessandra Garin (L’Auberge de la Maison), Rita Leardini (Leardini Group), Carmen Moretti (Holding Terra Moretti), Ida Poletto (Abano Ritz Thermae & Wellness Hotel).