Fucina Fibonacci è un progetto della Associazione di promozione sociale La Manifattura di Macherio (MB). Iniziativa promossa dal Comune di San Giuliano Milanese, la compagnia teatrale ha presentato lo spettacolo , nel Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, nella Sala Previato di SpazioCultura presso la Biblioteca Comunale.
Una rappresentazione affidata alle canzoni per alleggerire il racconto drammatico che ha coinvolto circa 300 mila profughi istriani, dalmati e di Fiume, e almeno 5.000 vittime innocenti scaraventate nelle voragini senza fondo, dette foibe. Colpevoli solo di essere italiani. La scena si estende nel tempo, dapprima con la presenza al potere degli italiani, qui rappresentati da un docente che dis/conosce la cultura slava e infierisce sul giovane studente non italiano, un tentativo violento di cancellare una etnia e una presenza di secoli in quel territorio. Una figura femminile inquieta cerca di esprimere comunque il turbamento.
Poi la situazione si rovescia dopo il 1943. E’ il partigiano titino ad assumere il comando e a disporre a piacimento delle donne, in segno di disprezzo. Chiunque non sia di etnia slava deve fuggire e se non fa in tempo viene catapultato in queste cavità naturali senza fondo. Sarà Maria, sfuggita al massacro, a scappare in Italia e a riaccendere la fiamma della speranza e della verità. Mentre si firmano i trattati di pace per contrastare il tentativo di Tito di annettersi il territorio di Trieste e del Friuli orientale, Maria scende in politica e denuncia in un pubblico comizio i soprusi e le stragi compiute dai partigiani slavi. Il tempo passa e conduce alla situazione attuale con l’ingresso della Slovenia e della Croazia nella Comunità Europea, una opportunità che sembra aprire nuove prospettive di pace fra i due popoli sul confine orientale.
Bravi i tre attori e l’attrice, accompagnati dal ritmo ora teso ora incalzante delle canzoni.