Forse si. Per ritemprarsi davvero bisogna staccare – con qualche moderato accorgimento, s’intende – internet, social, Whatsapp e simili. Se durante il periodo lavorativo la “paura” è quella di perdersi qualcosa, in vacanza subentra la “gioia” di perdersi finalmente qualcosa, per compensare l’uso esagerato che normalmente si è fatto degli strumenti relazionali.
Disconnettersi del tutto non è più possibile, anche perché tali strumenti rientrano nella gestione del tempo libero, nell’organizzazione degli impegni di svago, nel controllo di orari di viaggio, di percorsi guidati, di comunicazioni di servizio con gli altri vacanzieri.
Magari è più utile connettersi meno in modo quantitativo e meglio in modo qualitativo, utilizzando qualche tecnica che contenga l’invadenza del sistema, ne neutralizzi i risvolti lavorativi, ne circoscriva i tempi di utilizzo.
Sicuramente se ne avvantaggia il riposo mentale che valorizzerà altre modalità di svago più legate alla realtà, come una passeggiata, un pomeriggio al bar con gli amici, una cena nel ristorante tipico con la famiglia, avendo l’accortezza di abbandonare per qualche ora il cellulare e di dedicare tempo alla conversazione e sguardi ai commensali.
Si tratterà di una vera e propria disintossicazione, dato che l’uso dei social – anche passivo – qualche ansia la crea: vedere cosa fanno gli altri, dove sono in vacanza, quale nuova fidanzata sfoggiano, quale localetto hanno scoperto, ecc.
E’ altresì utile bloccare anche le notifiche costanti che distraggono dal guardare il paesaggio o la vicina di ombrellone, o da leggere piacevolmente un libro (sì, un libro vero, non l’e-book, perché poi è facile distrarsi sulle varie app).
La gestione limitata dei social rischia per qualche giorno di interrompere il flusso di informazioni personali e di relazione con i nostri contatti. Ad esempio, come faranno i nostri amici a sopravvivere senza vedere a ciclo continuo la foto della spiaggia in cui ci troviamo o le trofie al pesto che stiamo degustando o la foto del negozietto caratteristico o quelle dell’aperitivo al baretto? Non è meglio piuttosto pubblicare qualche foto significativa (non quelle leziose e inutili) a fine stagione, più discreta e rispettosa degli utenti dei social, senza l’assillo costante di dover documentare tutto a tutti, magari indifferenti a questa cascata di aggiornamenti, che fanno perdere di vista il senso della vacanza, del riposo, del rilassamento, della serenità?
Infatti la mania della foto aumenta a dismisura soprattutto in estate sia per il maggior tempo libero a disposizione che per la maggior partecipazione a feste, eventi, concerti, mostre, ecc., oltre che per la presenza sulle spiagge, coltivando e postando profili più seduttivi e competitivi dei figli. Paradossalmente c’è chi, accantonato il lavoro, ritiene di implementare ancora di più l’attività social legandola al maggior tempo a disposizione. Beh, questo è un altro discorso…