
Scenari post industriali dal gusto steampunk incorniciati da un bianco e nero “espressionista” delineano chiaroscuri, ombre e ambientazioni allucinate; musiche di Giuseppe Verdi e inserti sperimentali scandiscono un legame inscindibile tra suono e immagine; un Macbeth inedito, per la prima volta sullo schermo interpretato da una donna, plasma un personaggio androgino, sospeso in un mondo da incubo e divorato dalla solitudine. Una nuova visione del capolavoro di William Shakespeare, in perfetta simbiosi tra cinema, teatro e opera. Il film, presentato in anteprima alla 63° edizione del Taormina FilmFest, esce il 14 giugno “Macbeth Neo Film Opera” diretto da Daniele Campea e distribuito da Distribuzione Indipendente.
Il film è stato girato in un bianco e nero “espressionista”, accentuando i chiaroscuri, le ombre, le ambientazioni allucinate, e ponendo l’attenzione sui volti degli interpreti prima ancora che sui loro corpi. I primi piani, che scrutano la psiche dei personaggi, si alternano a immagini della natura di ampio respiro, per sottolineare la provvisorietà dell’uomo e delle sue ambizioni di fronte a ciò che lo circonda e lo sovrasta. La struttura portante del film si basa sull’utilizzo del montaggio e dei suoni, in un rapporto inscindibile: la musica non si limita a fare da colonna sonora alle immagini, ma le immagini stesse creano una “colonna visiva” per le musiche, la recitazione si basa su precise scansioni ritmiche e ogni elemento sonoro si amalgama completamente con la sua controparte visiva. Uno dei maggiori riferimenti per questa nuova interpretazione è l’antica tragedia greca, nella quale parola, musica e danza raggiungono la massima simbiosi. Questa l’essenza del ‘neo film opera’.
Per la prima volta sullo schermo Macbeth è interpretato da una donna, l’attrice teatrale Susanna Costaglione, che plasma un personaggio androgino, sospeso in un mondo da incubo, divorato dalla sua solitudine. Nel cast anche l’attore e doppiatore Franco Mannella nel ruolo di Macduff, la musicista e attrice Irida Gjergji Mero in quello di Lady Macbeth e il regista teatrale Claudio Di Scanno in quello di Banquo. Le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena sono opera dell’artista Gianni Colangelo MAD e di Antonella Pal, che si sono ispirati all’immaginario steampunk anche con l’ausilio di materiali di risulta. Il film è stato realizzato in maniera indipendente e con un budget ridotto, girato per la maggior parte in un’ex fabbrica abbandonata nel comune di Popoli e in varie location all’interno dei parchi naturali d’Abruzzo in soli otto giorni di riprese, mentre il montaggio ha richiesto oltre sei mesi di lavoro. All’infuori dei personaggi principali, il resto del cast è composto da attori non professionisti alla loro prima esperienza cinematografica.
L’opera ha ricevuto una recensione entusiastica sulla storica rivista “Filmcritica”, è stato inserito dal critico cinematografico Alessandro Cappabianca nella classifica dei dieci migliori film del 2016 ed è citato nel nuovo libro di Cappabianca “Metamorfosi dei corpi mutanti”, edito da Timìa. «Al suo primo lungometraggio, Daniele Campea affronta il tema/Macbeth, già trattato da una serie di giganti del cinema (Welles, Kurosawa, Polanski, Bela Tarr) e dei suoi dintorni (C. Bene), arrivando a un risultato di assoluta originalità. Prima cosa che viene in mente, di fronte al suo “Macbeth Neo Film Opera”: non ha niente a che fare col cinema italiano corrente, anzi, non ha niente a che fare con le pratiche correnti del fare cinema oggi, in Italia e fuori. È un oggetto speciale, che sembra provenire da un altro mondo, o da un altro tempo». [Alessandro Cappabianca – “Filmcritica” (estratto)]
Daniele Campea (6 ottobre 1982) è regista, compositore e sceneggiatore, laureato in Filosofia contemporanea. Ha realizzato cortometraggi presentati e premiati in numerosi festival internazionali, oltre a video installazioni, videoclip e documentari. Appassionato di musica e cinema sin da bambino, cresce con la consapevolezza che questi due mondi siano uniti da un legame strettissimo. Il suo lavoro si basa sull’unione di linguaggi diversi ma complementari, tra i quali cinema, teatro e opera, con una forte predominanza della musica e del montaggio come elementi caratterizzanti. “Macbeth Neo Film Opera” è il suo primo lavoro per il cinema di più ampio respiro e al tempo stesso il manifesto di un nuovo genere, il ‘neo film opera’, fondato sull’esaltazione dei rapporti tra musica e immagine e la ricerca di un potente impatto emotivo.
Fonte: Ufficio Stampa Distribuzione Indipendente