Evito di parlare di politica, non ne ho le competenze, non esprimerò pertanto valutazioni di parte.
Vorrei tanto essere un “partigiano” nel senso di uomo di parte, ma soffro da tempo di labirintite partitica.
Da qualche giorno è iniziata la “battaglia del grano”.
Al voto, al voto, senza che nessuno delle matricole aspiranti o dei veterani abbia tracciato un solco e gettato un semino perché germogliasse una qualche pianta, gli stessi hanno iniziato ad assoldare mietitori di consensi, tracciatori di cerchi magici e stagionali delle “campagne” elettorali.
Chi “lavora” a giornata per il consenso inizia a muovere ritmicamente la falce per mietere qualcosa che non c’è perché prima nessuno ha seminato e i campi del paese diventano sempre più pieni di sterpi.
Vivo questa stagione della caccia all’elettore con ansia da prestazione, iniziano telefonate e messaggini, se poi credono che tu possa influenzare un certo numero di tracciatori di X su simboli sempre meno rappresentativi di una qualche comprensibile idealità percepisci lo stesso disagio di come quando si sparge la voce che hai vinto alla lotteria, da quel momento iniziano le attenzioni di “amici” e “ parenti” di cui avevi perso memoria e di cui non sospettavi di essere amico o parente. Le tecniche sono le più diverse, c’è chi ti manda numeri di cellulare facendoti credere che è un privilegio che concede solo a te, poi ti accorgi che tutti hanno già quel numero, ti ricordano micro episodi di “fraterna amicizia” o peggio ti chiedono perché non mostrare attenzione a chi non ti avrebbe mai neanche dato l’amicizia su facebook. Mega manifesti, facce sorridenti e ammiccanti tappezzano le metropoli e tu che sei lontano dal mercato delle finte strette di mano e vivi la realtà del quotidiano ti chiedi chi siano tutti questi aspiranti “salvatori della Patria”.
Alla fine, come ho sempre fatto, voterò sperando di sbagliare il meno possibile.
Vedo entusiasti che voglio scacciare il vecchio imponendo un nuovo che non va oltre le dichiarazioni, vedo il vecchio che resiste e di continuo fa lifting d’immagine per risultare nuovo, vedo liste, movimenti, partitini con dentro migliaia non di militanti ma di aspiranti a farsi eleggere.
Il problema più grande poi non sono neanche gli eletti ma chi si agita per farli eleggere, subito dopo come per gli “ex voto” aspettano o ringraziano per i miracoli personali che chiedono e purtroppo a volte ottengono; attraverso questo sistema una volta in mano a pochi ma oramai democratizzatosi e che ha contaminato tanti la mediocrazia sta vincendo, i mediocri entrano nella stanza dei bottoni e ovviamente questo favorisce il non superamento dei livelli di qualità.
E gli altri che fanno? Nel nostro Bel Paese si sta compiendo silenziosamente una rivoluzione anestetizzante, è la più grande “rivoluzione” e forse l’unica riuscita; non servono marce e marcette, campi del GUF o sabati di indottrinamento come nel ventennio, se si esclude qualche sacca di resistenza, stiamo convincendoci senza troppa vergogna che le cose che devono cambiare se non ci portano vantaggi personali non ci interessano. Convivono gomito a gomito idealisti ed onesti (qualcuno li chiama illusi) e i furbi che trovano sempre qualcuno che li aiuta a “risolvere” le faccende; “Tengo famiglia” o vorrei farmene una, dovrebbe nascere un partito con questo simbolo e programma minimo, forse c’è già … voterò, anche questa volta voterò sperando nell’illuminazione prima di entrare nella cabina elettorale.