Aprile 1814: Napoleone Bonaparte abdica dopo aver perso una battaglia decisiva a Lipsia contro le altre potenze europee coalizzate. L’Imperatore viene esiliato all’Isola d’Elba da dove riesce però a sfuggire. Iniziano così i “cento giorni”: dal ritorno a Parigi all’ultima epica battaglia a Waterloo contro le truppe alleate anglo – prussiane, che segnerà il definitivo tramonto dell’ “aquila imperiale” e l’inizio dell’oblio a Sant’Elena.
Il film “Waterloo”, diretto dal russo Sergei Bondarchuk, è un kolossal storico-epico del 1970 prodotto da Dino de Laurentiis assieme a una società di produzione sovietica. Girato in parte in Ucraina (esterni) e in parte in Italia (interni), fu uno dei film più costosi mai realizzati, con oltre sei mesi di riprese e l’impiego di qualcosa come 17mila comparse (15mila fanti e 2mila cavalieri), tutte provenienti dall’esercito sovietico.
La pellicola vinse due Befta (costumi e scenografia) e il David di Donatello “ex aequo” per miglior film dell’anno, ma ottenne uno scarso successo al box office, tanto da non permettere di recuperare gli ingenti costi di produzione.
Il parere dei critici sull’opera di Bondarchuk è sempre stato poco unanime, anche a distanza di molti anni. Nonostante alcune inesattezze storiche e al di là del giudizio soggettivo sull’interpretazione degli attori principali (Rod Steiger nei panni di un “pacato” e rassegnato Napoleone, Cristopher Plummer in quelli del freddo e astuto Duca di Wellington, cameo del “grande” Orson Welles nella parte del pingue Luigi XVIII), il film riesce a ricreare il pathos di un grande scontro epico per il futuro dell’Europa, descrivendo minuziosamente le fasi della battaglia seppur in modo molto didascalico.
Rimane un lavoro memorabile sia per le scene con migliaia di comparse e cavalli (si pensi per esempio all’epica e deleteria carica di cavalleria del Maresciallo Ney ricostruita senza l’ausilio della computer graphic), immortalate da grandiose riprese aeree, sia per le musiche (di un certo Nino Rota) che in ogni sequenza enfatizzano la drammaticità della battaglia tra i francesi guidati da Napoleone e le truppe alleate anglo-prussiane guidate dal Duca di Wellington e dal Feldmaresciallo Blucher.
La sceneggiatura risulta per forza di cose priva di guizzi perché la pellicola ha una finalità unica dichiarata: ricostruire nella maniera più veritiera possibile i fatti storici del giugno 1815, compresi i dialoghi e le frasi celebri.
Consigliato per gli appassionati di film storici e di guerra, oltre che per chi si interessa di storia militare e del periodo napoleonico.