In occasione delle celebrazioni del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, la scrittrice Petra Di Laghi sarà a Milano dal 31 gennaio al 3 febbraio, per un tour di presentazione del suo libro “Profughi d’Italia”. Toccherà i comuni di San Giuliano Milanese, Mediglia, Sesto San Giovanni e Cologno Monzese. A Milano sarà ospite dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Municipio IV di Milano e parteciperà ad un dibattito in Regione Lombadia.
Al termine della Seconda guerra mondiale comincia l’esodo di circa trecentomila italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, terre di confine sottoposte per decenni a catastrofi belliche, stravolgimenti di regimi e nazionalità, capovolgimenti culturali e linguistici. Il libro ricostruisce non solo le vicende che provocarono quello spostamento di massa dopo la tragica stagione delle foibe e il passaggio di quei territori sotto il regime jugoslavo, ma anche il lungo viaggio che i profughi dovettero intraprendere verso la ricerca della normalità di una fissa dimora. Attraverso testimonianze e documenti inediti si delinea il difficile percorso degli esuli nell’Italia del secondo dopoguerra e all’interno dei Centri Raccolta Profughi sparsi in tutta la penisola. In particolare, il volume analizza il programma assistenziale che la provincia di Genova attivò dal 1945 fino al raggiungimento di una residenza stabile nella seconda metà degli anni Cinquanta.
L’opera può essere indirizzata ad un pubblico non informato sul tema dell’esodo e del confine orientale grazie alla ricostruzione storica degli eventi e delle vicende storiche dei territori della Venezia Giulia durante la Seconda guerra mondiale e del clima in cui la maggioranza della popolazione italiana maturò la scelta dell’abbandono.
Nodo centrale di tutta l’opera è il tema dell’accoglienza e dell’assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella società italiana del secondo dopoguerra, argomento riguardante un periodo particolare della storia italiana. Per poter osservare da vicino tali dinamiche viene esposta, come importante parte inedita, l’analisi delle iniziative assistenziali attivate dalla città di Genova nei confronti degli esuli, nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955.
Grazie ai dati reperiti dalla ricerca svolta presso l’Archivio di Stato di Genova, l’Archivio storico del Comune di Genova, l’Ufficio territoriale del governo di Genova (sezione Profughi ed equiparati) e presso la Biblioteca Universitaria di Genova, il libro si configura dunque anche come utile strumento per ricercatori e studenti che volessero approfondire l’argomento dell’accoglienza dei profughi giuliani, con particolare riguardo per la storia dei Centri Raccolta Profughi della Liguria.
Nell’arco di un decennio, dalla fine della Seconda guerra mondiale fino alla metà degli anni Cinquanta la comunità italiana dell’Istria, Fiume e Dalmazia quasi si dissolve. Le cifre variano dalle 280.000 alle 350.000 persone, più di un quarto di milione circa. Rispetto ai numeri è però l’aspetto totalizzante di quella dolorosa scelta.
Rispetto ai diversi fenomeni di spostamento di popolazione che coinvolsero l’Adriatico, l’esodo giuliano-dalmata si distinse per le dimensioni nettamente superiori e determinò la scomparsa quasi totale della minoranza italiana.
L’esodo istriano costituisce una spaccatura molto evidente con il passato, rispetto agli spostamenti forzati avvenuti in tutta Europa nel secondo dopoguerra e alle precedenti migrazioni di sloveni e croati al termine della prima guerra mondiale. Secondo Raul Pupo, il fenomeno determina: «la scomparsa dalle sponde adriatiche della forma specifica di presenza italiana che lì si era costituita come ultimo atto di una vicenda storica iniziata all’epoca della romanizzazione».
Gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia abbandonarono le sponde dell’Alto Adriatico per quasi il 90% disperdendosi nel mondo e in particolare in Italia, dove vennero sistemati nei 109 Centri raccolta profughi sparsi in tutta la penisola.
Nelle diverse province italiane, oltre ai campi profughi governativi, si registrarono anche altre soluzioni assistenziali – spesso molto precarie – quali alberghi, dormitori, enti pubblici e alloggi collettivi gestiti privatamente.
Un esempio fu la città di Genova, per la natura frammentaria della disposizione dei diversi rifugi assistenziali e dove l’unico Centro Raccolta Profughi governativo era situato oltre il perimetro urbano nella cittadina del Levante Ligure di Chiavari.
Nella sola Liguria coloro che vennero accolti e vi trovarono residenza stabile furono 8.345, come rivela un censimento effettuato da Amedeo Colella nel 1958 per conto dell’Opera per l’assistenza ai profughi giuliano-dalmati e nella realtà genovese ben 6.530 provenienti dall’Istria, Fiume e Dalmazia.
Petra Di Laghi (Genova, 1992) è laureata in Scienze storiche a Torino con la tesi L’esodo giuliano-dalmata tra emergenza e accoglienza: il caso di Genova (1945-1955). È specializzata in comunicazione storica e ha approfondito la materia della formazione, gestione e conservazione di archivi digitali in ambito pubblico e privato. Sul tema dell’esodo istriano e sull’accoglienza dei profughi giuliani ha pubblicato vari articoli e tenuto conferenze. Collabora con la libera associazione “Coordinamento Adriatico” ed è membro del “Comitato 10 Febbraio”. Questo volume è il frutto degli ulteriori approfondimenti e ampliamenti delle sue ricerche sull’argomento.
Programma presentazioni
- Venerdì 31 gennaio – h.18.00 – Milano, Regione Lombardia, Sala del Gonfalone Palazzo Pirelli
- Sabato 1 febbario- h.11.00 – Milano Zona 4
- Sabato 1 febbraio – h.16.00 – Cologno Monzese, Sala Pertini, Villa Casati, Via Mazzini 9
- Domenica 2 febbraio – h.11.00-Mediglia, Biblioteca, Piazza Terracini Mombretto
- Domenica 2 febbraio – h.16.00 – San Giuliano Milanese Sala Previato – Piazza della Vittoria
- Lunedì 3 febbraio – h.17.00 – Milano, Sala Conferenze ANVGD, via Duccio di Boninsegna 21/23
- Lunedì 3 febbraio – h.21.00 – Sesto San Giovanni, Biblioteca, Villa Visconti d’Aragona, via Dante 6
Fonte: Comitato 10 Febbraio – Milano