Il nuovo Museo Franca Ghitti, che ha aperto i battenti a Darfo-Boario Terme il 22 settembre, trova sede in un luogo simbolo di Darfo, l’antico complesso conventuale di Santa Maria della Visitazione.
Accanto alla elegante chiesa, si estende quella che per alcuni secoli è stata una cittadella della fede e dell’educazione.
Una testimonianza di epoca settecentesca ci descrive un convento “caratterizzato da quattrocento ambienti, magnifici corridoi dalle leggere e svelte arcate. In mezzo a quella mole quadrata vi era un giardino con fontana di acqua perenne. Adiacente al fabbricato si distendeva per sei”
Un luogo davvero speciale per la sua collocazione sul territorio. L’architetto che, per ordine del Cardinale Angelo Maria Querini, patrizio veneto e Vescovo di Brescia, percorse la valle per individuare la ideale collocazione per il nuovo complesso sacro, venne affiancato da un medico, con l’incarico di verificare la salubrità e, diremmo oggi, “l’energia”, del luogo.
Il convento era destinato ad accogliere le Suore Visitandine, membre della congregazione della Beata Vergine Madre di Dio della Visitazione, nata ad Annecy nel 1610, dalla nobildonna Giovanna Francesca Frémyot, ispirata a San Francesco di Sales, sua guida spirituale.
Le suore dell’Ordine furono inizialmente impegnate, oltre che nella preghiera, nella visita e nell’assistenza dei malati, orientandosi poi verso la clausura.
I lavori di costruzione del nuovo complesso conventuale furono abbastanza celeri. Iniziati nel 1721, risultano già comletati nel 1729.
“…Quì dunque destinato dal ciel un tal santuario ed esaminata e approvata la canonica idoneità del luogo e del sito per una tal fondazione, altro non si volle, se non affrettare senza risparmio l’allestimento della fabbrica”, chiosa una testimonianza d’epoca.
In pochi anni il numero delle religiose residenti raggiunse la trentina, per lo più espressione della piccola nobiltà del territorio. Nel convento erano ospitate poi le educande, fanciulle della nobiltà e borghesia locali.
Il nuovo ordine napoleonico portò alla soppressione, nel 1797, del convento mentre la chiesa passò alla parrocchia. Nel 1810, il complesso conventuale venne trasferito al Pubblico Demanio e le ultime suore vennero disperse. Messo sul mercato, l’ex convento passò poi in mano privata.
Nel 1834 il fabbricato fu acquistato da una nuova istituzione religiosa, quella delle suore del Sacro Cuore. L’Istituto del Sacro Cuore, che qui venne attivato, comprendeva il noviziato, l’asilo, le scuole comunali e professionali, oltre al convitto, la ricreazione festiva per la popolazione ed il ricovero per le suore anziane. L’edificio si distinse come importante centro religioso ed educativo a servizio dell’intera Valle Camonica.
In questa fase, la chiesa ritornò al convento e nel 1895, dedicata al Sacro Cuore, venne restaurata e decorata da Carlo Cavallotti di Milano, con l’aggiunta di statue scolpite dal Passatori di Brescia.
Nel 1970 le religiose lasciarono il complesso; nel 1974 subentrarono le Clarisse di Lovere che vi restarono sino al 1976.
Quando anche queste se ne allontanarono, per il convento iniziò una fase di tragica devastazione con la dispersione dei suoi beni più preziosi. Nel maggio del 1976, il Comune di Darfo Boario Terme decise l’acquisizione del complesso con l’obiettivo di farne sede di sede di istituzioni culturali e sociali.
Prima che il Comune potesse metterci mano, l’edificio venne occupato da giovani contestatori che ne fecero bivacco e dispersero suppellettili e arredi, compresi quelli della chiesa
Nell’aprile del 1980, il Comune di Darfo, in accordo con la Sovrintendenza, decise di intervenire per cercare di porre rimedio alla devastazione. Le prime cure furono riservate alla chiesa. Significativo, tra 1980 e 1981, l’intervento di restauro degli affreschi, ad opera della scuola dell’Enaip di Botticino.
Poi gradualmente l’attenzione si è estesa all’ex complesso conventuale, destinato a sede scolastica.
Adesso la nuova destinazione quale sede del nuovo Museo Franca Ghitti, il cui nucleo iniziale ha trovato collocazione in un’area dell’ex convento da poco ristrutturata grazie ad un cospicuo contributo regionale a valere su fondi dei Piani Integrati della Cultura (Pic). Il nuovo Museo nasce dalla volontà del Comune di Darfo Boario Terme, della Fondazione “Archivio Franca Ghitti” presieduta dalla professoressa Maria Luisa Ardizzone, New York University, dalla Comunità Montana e dal Consorzio Comuni BIM di Valle Camonica.
*nella foto in evidenza: Bosco. Ph F. Cattabiani.
Fonte: Ufficio Stampa Studio ESSSECI di Sergio Campagnolo