Il professore Gastone Breccia, dottore di ricerca in Scienze Storiche, di fronte ad una interessatissima platea, ha ripercorso i fattori anche storici che hanno portato all’attuale conflitto, fornendo considerazioni e avanzando ipotesi sull’evoluzione del conflitto.
Quali sono i presupposti affinché termini la guerra russo-ucraina? Gli ucraini si sentono russi? Perché la Russia tiene tanto a quel territorio? Domande e risposte si sono succedute giovedì 21 nella sezione milanese dell’Associazione Nazionale Alpini, lasciando la parola al prof. Gastone Breccia, dottore di ricerca in Scienze Storiche.
La Russia, come popolo “Rus”, nasce anticamente in Kiev per poi diffondersi in tutto il vasto territorio a noi noto. Lì Putin intende rivendicare le radici della “Grande Madre Russia”, un fatto storico al quale egli tiene particolarmente e che si aggiunge ai fini strategici dell’accesso al Mar d’Azov (da qui al Mediterraneo), oltre alla estrazione di “terre rare” reperibili in Crimea e Donbass.
Tuttavia il popolo ucraino ha vissuto malissimo il periodo staliniano e sovietico, maturando una sempre più sentita identità nazionale ulteriormente rafforzatasi con l’invasione russa di venti mesi fa. Rispondendo ad uno dei presenti, che si chiedeva come la potenza dell’esercito russo non avesse fagocitata l’Ucraina in pochi giorni, Breccia ha risposto che l’esercito russo non è ciò che sembra. Pur avendo qualche reparto speciale, nel complesso già in passato ha dimostrato la sua scarsa affidabilità, vedi Afghanistan, e una preparazione delle truppe non all’altezza.
A ciò si aggiunge la mancanza di motivazioni. I militari russi pensavano di essere accolti in Ucraina con fiori e applausi, non con le cannonate.
E anche come armamenti, se Putin è stato costretto a riesumare i vecchi carri T55, significa che non sono messi troppo bene. Oltre a ciò, numerosi generali hanno mal suggerito Putin ed errato nelle strategie, sia di penetrazione che difensive. Da qui la loro rimozione e… scomparsa dallo scenario bellico.
Come potrebbe finire questa guerra? Breccia ipotizza due possibilità: la prima è che USA e UE smettano di approvvigionare di armi Kiev. In tal caso l’Ucraina si affloscerebbe in pochi giorni. L’altra possibilità è che avvenga ciò che ha fatto cessare la guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud. Ovvero, che dopo anni di guerra si ritrovassero ad avere ottenuto i medesimi confini (o quasi) al di qua e al di là del 38° parallelo. Se, entrambi sfiancati dalla guerra e da insignificanti conquiste di territorio ora per l’uno e ora per l’altro, Russia e Ucraina acceIassero di ritornare ai confini ante 24 febbraio 2022, il confliIo potrebbe avere termine.
*nella foto in evidenza: il prof. Gastone Breccia durante la conferenza