Continua, fino al 27 marzo, presso la sede di Roma dell’Università eCampus, in via Matera 18, la mostra personale dell’artista Marco Marrocco dal titolo: Il destino dell’immaginazione nell’età dell’immagine.
Allestita negli spazi frequentati dagli studenti, l’operazione mira a incontrare lo sguardo dei più giovani nella loro vita quotidiana, aprendo così una finestra verso l’altrove e il piacere estetico. Le opere esposte indagano il confine tra immaginazione e immagine, ovvero tra processo e prodotto finito, suggerendo una differenza concreta, materiale, visibile. La rassegna sembra rispondere al monito esistenziale: “prima che fugga qualunque cosa si ami, e per prima la vita stessa”. L’Università eCampus, da oltre quindici anni, ha fatto la scelta di accogliere gli artisti e le loro creazioni nei propri spazi con l’obiettivo di offrire a un pubblico più possibile vasto e variegato occasioni diverse di approfondimento culturale, a tal proposito l’ufficio stampa dell’ateneo ha dichiarato: “Riteniamo che il tema di questa mostra sia di attuale importanza perché Marco Marrocco si interroga sul rapporto tra arte e immagini, ponendosi alcune fondamentali domande: da dove viene l’immagine? Cos’è l’immaginazione? Il flusso ininterrotto di immagini in cui siamo costantemente immersi, ci ha davvero reso indifferenti a esse? Qual è la differenza tra immagine artistica e immagine commerciale? Le risposte Marco Marrocco le suggerisce con le stesse opere: per lui l’immagine artistica, concretizzando il pensiero inconscio immaginativo dell’artista, ne veicola le emozioni, mettendo in moto l’immaginazione di chi guarda. In questo senso si chiarisce il pensiero dell’autore: l’arte come creatività, emozione, elevazione si contrappone nettamente alle immagini commerciali, non nate dall’immaginazione di un artista, irrilevanti e fini a sé stesse. L’università eCampus si impegna a continuare questa tradizione di eventi scelti e organizzati sempre nell’ottica dell’aggregazione e dell’integrazione con il territorio. L’arte per noi ha un valore fondamentale: è emozionante, inclusiva, rappresenta un linguaggio comune per culture e popoli diversi, educa ai valori più profondi dell’essere esseri umani.” Scrive Stefania Pieralice a proposito del Maestro: “Il Nostro rifugge la precedente agognata impostazione materica, gli accademismi, le imposizioni; evita ogni eventuale ossequio manierista. Le opere trasmutano dapprima in simbolo, in svaporati paesaggi interiori non connotati da una narrazione latrice di univoche verità. La poetica del Nostro, aduggiata dall’ombra dell’emozione, narra allora la vastità del suo sentire intimo, non ponendosi al di sopra bensì nelle profondità abissali dell’essere, sprigionando la violenza misterica del lirico subconscio. In tale lotta renitente alla presenza empirica, il tessuto pittorico elargisce le connessioni sfilacciate della realtà, l’attrito con la materia fonde le note emozionali, propalando con disgreganti introflessioni ed escrescenze, con intensi e aggettanti scorci di trascendenza, il cammino verso il recondito uscio, laddove la vita reale e onirica colloquiano”.
Marco Marrocco vive e lavora a Roma iniziando a dipingere e a scrivere fin da giovanissimo. Cresciuto in provincia di Latina, si trasferisce nella capitale per completare gli studi universitari. Il suo indirizzo di ricerca è rivolto alla letteratura e alle arti visive. Conseguita la laurea in Lettere Moderne, approfondisce lo studio dell’estetica e della storia dell’arte. Vincitore del premio nazionale “La Giara” con il romanzo Come l’antenna per i passeri, ha scritto saggi sul cinema. Per la presentazione dell’opera su Vincent Van Gogh, Vincent sul divano, edita da Fefé, ha realizzato un video d’arte interpretato da Roberto Pedicini e proiettato, per la prima volta, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. L’espressione pittorica è una costante della sua vita. Il suo lavoro è ispirato ai Post Espressionisti, alle Avanguardie del primo Novecento, all’Informale e alla lezione di grandi Maestri come Mirò e Kandinskij. Marrocco considera l’opera d’arte un campo di forza che ha la capacità di attrarre e catturare la vita interiore, i sentimenti, in una parola l’anima e il suo linguaggio. È presente nel volume “Atlante dell’Arte Contemporanea”, edito da De Agostini e nella pubblicazione “Congiunti” realizzata per Giunti editore. Tra le recenti partecipazioni espositive si ricordano quelle del 2022 presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara, la Torre delle Arti di Bellagio, il Palazzo della Cancelleria Apostolica in Roma.
*Foto in evidenza: Lo specchio e l anima
Fonte: Ufficio Stampa Start group