Alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino al 5 novembre, la mostra “Michele Tocca. Repoussoir”, progetto vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
La mostra, curata da Elena Volpato, nasce dalla volontà della GAM di Torino di acquisire un gruppo di opere di Michele Tocca (Subiaco, 1983), un pittore capace di porsi all’osservazione del mondo con l’immediatezza di una interiore first-timeness: con il candore di uno sguardo che sa vedere tutto come fosse la prima volta, eppure coltiva una profonda conoscenza dei meccanismi della visione, delle strutture di pensiero e delle eredità che l’arte ci tramanda. Questa sua capacità di essere interamente nell’istante presente, di sentire il motivo all’impronta e, al contempo, di vedersi vedere, di sorvegliare ogni sua decisione, di “dimenticare a memoria” nei propri atti le matrici pittoriche che appartengono ai secoli passati, ha portato a immaginare un’esposizione che potesse tenere insieme queste due tensioni fatte di schiettezza attuale e conoscenza della storia.
Pochi, meditati, studi pittorici di piccole dimensioni, realizzati direttamente sulla natura da artisti come Antonio Fontanesi, Massimo d’Azeglio e Giovanni Battista De Gubernatis, sono stati tratti dalla collezione di Ottocento della GAM e disposti in alto sulle pareti, come fossero degli appunti ideali, mentre le serie pittoriche di Michele Tocca scorrono sulla linea di visione. Anche una distinzione cromatica separa sulla parete la pittura del presente da quella ottocentesca, così come nella mente dell’artista, talvolta, una sfumatura più o meno intensa di colore, la prospettiva un poco più ravvicinata sull’oggetto o la sintesi più o meno spinta di una pennellata, separa il suo proprio fare dalla memoria viva di quanto i plenairists andavano scoprendo tra Sette e Ottocento, dando campo a vere rivoluzioni dello sguardo e all’emergere della consapevolezza storica del paesaggio.
Repoussoir è il titolo di un’opera in mostra di Michele Tocca, anch’essa parte dell’acquisizione che la GAM ha realizzato grazie al bando PAC2021. Il termine repoussoir appartiene alla storia della pittura di paesaggio. Indica un elemento posto in primo piano con lo scopo di costituire un ostacolo, una cornice, una quinta all’aperta visione. È un ostacolo che rilancia in profondità lo sguardo, ne determina la traiettoria verso il fulcro visivo del dipinto.
L’intera pittura di Tocca può essere letta attraverso il meccanismo visivo del repoussoir: tutto ciò che è apparentemente marginale, tutto quanto si distingue da ciò che ci aspettiamo di trovare al centro dell’attenzione, acquista nelle sue opere pieno rilievo e nuovo significato. La serie delle sue Giacche da pioggia del pittore, ad esempio, poste ad asciugare dopo una giornata di pittura all’aperto, rappresentano niente più che semplici accessori, eppure sono autoritratti, dipinti dagli elementi atmosferici, dalle gocce di pioggia, non meno che dalle inevitabili macchioline di colore ad olio cadute durante il lavoro. Hanno la forza degli autoritratti e lo sono, in egual misura, del pittore che li indossa e del paesaggio che li imbeve. Michele Tocca ritraendo di spalle la propria giacca da lavoro fa di se stesso un repoussoir, un dispositivo della visione pittorica, e della sua opera una riflessione sull’ “attualità” fisica e metaforica tra la pittura e i fenomeni.
Questa esposizione intende, ancora una volta, affermare la piena continuità tra la storia dell’arte e i suoi percorsi odierni, in un tramando di significati, pensieri e tecniche che solo musei come la GAM di Torino hanno la possibilità di raccontare, continuando a innestare sul solido tronco delle proprie collezioni il racconto del presente.
*Nella foto in evidenza: Michele Tocca, Repoussoir (Muffa), 2016, olio su lino, cm 50 x 40
Fonte. Ufficio stampa Fondazione Torino Musei