Rachele Andrioli vince il Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana come miglior album 2022, insieme al Premio Giovani.
È Leuca, esordio solista della cantante salentina Rachele Andrioli, pubblicato da Finisterre, l’album vincitore del Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana, il più prestigioso riconoscimento per la musica di tradizione in Italia, assegnato ogni anno alla migliore produzione musicale di ambito folk da una giuria composta da oltre cinquanta giornalisti specializzati e studiosi. Sempre Leuca si aggiudica anche il Premio Giovani, riservato a musiciste e musicisti under 35.
La diciannovesima edizione della rassegna, prevista dal 26 al 28 luglio 2023 a Loano, conferma dunque l’attenzione del Premio a una nuova generazione di performer, che ha saputo far propria l’eredità delle musiche di tradizione, in dialetto o nelle lingue minoritarie, ma che la porta avanti nel contesto delle nuove creatività musicali.
«La “doppia” vittoria di Leuca di Rachele Andrioli non ci coglie impreparati» afferma il direttore artistico Jacopo Tomatis. «Da anni con il Premio Loano sosteniamo i giovani musicisti e le giovani musiciste attraverso produzioni originali e inviti ad hoc, e fra i dischi più votati dalla nostra giuria nelle ultime edizioni figurano numerosi artisti della “nuova” generazione. Si tratta – come Rachele Andrioli – di performer cresciuti nel pieno del rilancio della world music degli anni duemila, che hanno riscoperto le loro tradizioni attraverso le loro famiglie o con la mediazione dei dischi e di Internet. In ogni caso, ci raccontano di un nuovo fermento intorno a queste musiche in Italia, portato avanti con tecniche e strumenti sempre più raffinati, con tanta passione e senza imporsi più limiti filologici o ideologici».
«Il Premio Nazionale Città di Loano – affermano il sindaco di Loano Luca Lettieri e l’assessore alla cultura Enrica Rocca – non si propone solo di premiare le migliori produzioni folk dell’ultimo periodo o di tributare il giusto omaggio a chi, negli anni, si è affermato come uno dei migliori rappresentanti di questo particolare genere, ma ha anche l’obiettivo di promuovere un tipo di musica che si colloca nel solco del costume e delle tradizioni locali del nostro Paese. I ritmi, le sonorità, i temi, persino gli strumenti utilizzati sono, nella maggior parte dei casi, espressione diretta della musica del nostro passato. Il Premio, dunque, ha un importantissimo valore storico e culturale e rappresenta una manifestazione dal significato trasversale che contribuisce a salvaguardare e tramandare pagine importantissime della storia italiana. Vogliamo ringraziare gli organizzatori e gli uffici comunali coinvolti nella pianificazione di questo evento».
Rachele Andrioli, cantante e percussionista classe 1989, è una delle più originali interpreti della nuova musica salentina. In una carriera iniziata ancora da adolescente ha diviso il palco con musicisti pugliesi e da tutto il mondo, da Officina Zoé, Giro di Banda e Tarantavirus (con Cesare dell’Anna) a Rocco Nigro, con il quale ha pubblicato ben tre album (Malìe, 2014; Maldimé, 2015; Maletiempu, 2018), da Arto Lindsay e Piers Faccini fino a Baba Sissoko.
Leuca, prodotto da Erasmo Treglia per Finisterre e registrato da Valerio Durante, è il suo esordio solista. Ha spiegato Andrioli in un’intervista con Guido Festinese per il giornale della musica: «Leuca è un nome femminile. È il nome del capo estremo di Puglia dove sono nata e vivo, significa “bianca”, ed è un colore che non è un colore perché li contiene tutti. Qualcuno dice che era il colore dell’alba per le navi che si avvicinavano, qualcuno quello della spuma del mare sulle scogliere». I suoni del disco fondono il repertorio popolare pugliese con mondi diversi e nuovi, anche grazie alla collaborazione di Redi Hasa al violoncello e dell’ensemble vocale Coro a Coro, fondato dalla stessa Andrioli e composto da oltre 40 donne salentine. «Portare avanti una tradizione essendo qui e oggi, non nel passato» dice Andrioli «potrebbe essere paragonato a un rapporto d’amore: è qualcosa su cui devi lavorare con costanza, nel presente, per tenere accesa la fiamma».
Al secondo posto tra gli album più votati dalla giuria del Premio c’è Ἐρημία/Eremìa (AlfaMusic/EGEA) del calabrese Ettore Castagna. Musicista, ricercatore, etnomusicologo, scrittore, antropologo, Castagna ha attraversato gli ultimi quarant’anni di folk in Italia da protagonista, prima con Re Niliu e Nistanimèra e poi con il progetto Antiche Ferrovie Calabro-Lucane, fra i molti. Ἐρημία/Eremìa lo vede cantare in calabrese, in greco, in arabo, fra suoni della tradizione e innovazioni. Al terzo posto, a pari merito, Cipria e caffè (Aquadia Enjoy All Music/Soundfly/Self) di Peppe Barra, monumentale summa di una delle più grandi voci napoletane dell’ultimo mezzo secolo, e Inghirios (Sard’music/EGEA) delle sarde Le Balentes.
Il Premio Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana è nato diciannove anni fa come laboratorio permanente sulla musica folk, e promuove e valorizza la produzione contemporanea di musica tradizionale di radice italiana attraverso il coinvolgimento di artisti, etichette discografiche, giornalisti e operatori culturali. È organizzato dall’Associazione Compagnia dei Curiosi in collaborazione con l’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano, e con il contributo della Fondazione A. De Mari. La direzione artistica è a cura di Jacopo Tomatis, con la collaborazione di Ciro De Rosa, Enrico de Angelis, Lucia Campana, Annalisa Scarsellini e Davide Valfrè.
Partner del Premio Loano: Premio Andrea Parodi, Folkest.
Fonte: Ufficio stampa GDG press