In mostra, dal 14 dicembre 2023 al 26 gennaio 2024, circa trenta opere tra soggetti nuovi e già conosciuti.
Pietro Terzini è un artista pop che declina le sue idee concettuali su diversi formati e supporti, dal quadro fine art all’opera digitale, dal DM (Direct Message, il messaggio diretto tra gli utenti dei social media) al meme (immagini, video o testi virali che si diffondono rapidamente nelle piattaforme online).
Il titolo della mostra, (TRA)SH, allude al medium espressivo utilizzato per realizzare lo sfondo delle opere, cioè i sacchetti, le scatole, i contenitori dei più grandi marchi internazionali di moda e design che, dopo essere diventati materiali di “scarto”, “trash”, “immondizia di lusso”, vengono riattivati e trasformati in “arte” (TRA=ART), cioè oggetto di valore, attraverso una operazione dadaista di recupero, decostruzione e ricostruzione.
Pietro Terzini non riproduce pittoricamente il packaging con i loghi e le firme in bella vista, come accadeva per gli artisti della Pop Art degli anni Sessanta, ma preleva dalla strada gli involucri e li utilizza esattamente così come sono, accumulandoli e sovrapponendoli in collage di texture, perché i colori, le scritte, i segni e i simboli che esibiscono sono già di per sé elementi “pop”, facilmente riconoscibili e memorizzabili per il pubblico.
Secondo l’autore, infatti, i brand di moda, ma anche quelli nell’ambito tecnologico o della consulenza, rappresentano oggi le nuove religioni, pervasive e presenti con i loro loghi, che, amplificate dal sistema pubblicitario e dei social media, dominano la nostra cultura popolare.
Immortalare i brand vuol dire, dunque, evidenziare lo Zeitgeist, lo spirito del tempo degli anni Duemila, un tempo dominato dal consumismo, dalla globalizzazione e dall’iper-connessione.
L’immaginario dei brand diventa, per Pietro Terzini, la tela su cui intervenire attraverso il proprio carattere unico e personale, il proprio tone of voice. Ogni scritta, ogni frase ideata dall’artista agisce in un rapporto di esaltazione, ironia, paradosso rispetto a quella che è l’identità del marchio con cui si relaziona.
Sono giochi di parole dipinti in acrilico su packaging che, fotografati e divulgati attraverso l’agorà digitale dei social network, diventano l’elemento tipico dei meme e vivono una propria vita indipendente su Internet. Si tratta, dunque, di opere d’arte dalla doppia valenza: fisica e digitale, materiale e virale.
Grazie alla loro capacità di sintetizzare pensieri, concetti ed emozioni, i meme sono diventati oggi una delle forme di comunicazione più popolari del nostro secolo. I meme di Pietro Terzini sono in grado di creare appartenenza, soprattutto rispetto ai gruppi dei Millennials e della Generazione Z, facendo riferimento a contenuti comuni e condivisi che stimolano la partecipazione sociale. Per l’artista si tratta di una vera e propria “arte popolare e democratica”, destinata a tutti coloro che la comprendono e la diffondono in un ciclo infinito.
In mostra presso KROMYA Art Gallery, circa trenta opere tra soggetti nuovi e già conosciuti, come la nota scritta in acrilico sui sacchetti à pois Louis Vuitton: The Best Things Are Not Things (Le cose migliori non sono cose) oppure l’opera cult sulle shoppers arancio Hermès: Love didn’t meet her at her best / it met her in Her mèss (L’amore non l’ha incontrata al suo meglio / l’ha incontrata nel suo caos – in Hermès), nata nel 2019 da una foto scattata all’ingresso del cantiere del negozio in via Monte Napoleone a cui Terzini aggiunse la scritta con Photoshop.
In Galleria sarà possibile acquistare anche il libro d’artista 100 DM di Pietro Terzini edito da Solferino, Gruppo Cairo (16×16 cm, 208 pp., in inglese), una raccolta di 100 Direct Message di Pietro Terzini, 100 screenshot delle frasi pubblicate quotidianamente sulla sua pagina Instagram, qui riprodotte su fondo bianco all’interno della caratteristica nuvola dei DM. Una mini-opera, un oggetto da sfogliare e collezionare contenente un flusso di 100 messaggi che riflette su alcuni temi che stanno particolarmente a cuore all’artista: famiglia, amore, amicizia, sogni, emozioni, esperienze, gesti, free drinks… insomma la vita in tutte le sue infinite sfaccettature.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Galleria Ferrero Arte Contemporanea di Ivrea, verrà inaugurata giovedì 14 dicembre alle ore 18.00, alla presenza dell’artista. La Galleria rimarrà aperta al pubblico nei seguenti giorni e orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10.00-16.00, mercoledì e sabato per appuntamento (T. +41 919 227000, tecla@kromyartgallery.com); chiuso dal 25 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024. Ingresso gratuito. Per informazioni: www.kromyartgallery.com.
Pietro Terzini (Lodi, classe 1990) è un artista pop-concettuale italiano il cui lavoro spazia dalla fine art al digital meme, fino a interventi di arte pubblica su larga scala. Al centro della sua ricerca espressiva c’è il mondo contemporaneo in cui moda, brand e loghi giocano un ruolo centrale insieme al capitalismo, al consumismo e alle manie dell’era dei social media.
Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, dopo aver conseguito un Master in Marketing alla Bocconi ha lavorato per alcuni anni per TBS CREW e Chiara Ferragni Brand come Head of Digital e e-Commerce Manager.
Negli ultimi anni Pietro Terzini si dedica esclusivamente alla produzione artistica e alle collaborazioni con alcuni dei marchi più influenti al mondo. Nel 2021 per il brand Stella McCartney ha creato un allestimento natalizio sulla facciata e all’interno del flagship store di Milano. Nel 2022 ha ideato un’opera site-specific per la piscina costumizzata dal brand di abbigliamento Nanushka presso il beach club «El Silencio» di Ibiza e nel periodo di Natale 2022, nell’ambito dei progetti di rigenerazione urbana di Hines, ha realizzato una installazione luminosa temporanea sulla Torre Velasca di Milano e nell’hub Spiga 26.
Nel 2023 ha creato un progetto artistico di grandi dimensioni per la maison di gioielli Tiffany & Co. affisso sui ponteggi del Duomo di Milano. Tra i recenti progetti espositivi, nel 2023 le personali SHOPPERS presso la Galleria Glauco Cavaciuti di Milano e la mostra (TRA)SH, a cura di Chiara Canali, alla KROMYA Art Gallery di Lugano. Vive e lavora a Milano.
*Nella foto in evidenza: PIETRO TERZINI. In her mess Jumbo, 2023. Acrilico su carta, 1415×1685 cm
Fonte: Ufficio stampa CSArt – Comunicazione per l’Arte