Martedì 22 marzo, alle ore 21, sul palco del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino gli Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino, guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto, daranno vita ad una serata dedicata alla musica barocca. Accanto a loro come solista Nicola Patrussi all’oboe, in sostituzione del fagottista Andrea Cellacchi.
Protagonisti del concerto “ICOSAEDRO (L’acqua) sono infatti tre compositori tra i più rappresentativi di quel periodo: Antonio Vivaldi, Tomaso Albinoni e Georg Friedrich Händel.
Di Antonio Vivaldi verranno proposti tre concerti, selezionati dallo straordinario patrimonio di 480 tra concerti e sinfonie che il compositore scrisse pensando a svariate formazioni e assegnando ruoli solistici a tutti gli strumenti. E se per il Prete Rosso, come veniva chiamato per aver preso i voti e per la chioma color fiamma, la centralità del violino è conseguenza del suo essere stato lui per primo un eccellente solista di questo strumento, a cui dedica il Concerto per 3 violini in fa maggiore RV 551 e il Concerto per 2 violini e 2 violoncelli in re maggiore RV 564, il Concerto RV 454 porta in primo piano l’oboe, le cui potenzialità sono affidate nel terzo appuntamento della Stagione Prospettive 2022 al virtuosismo di Nicola Patrussi, dal 2019 primo oboe dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
L’oboe, introdotto in Italia dalla Francia verso la fine del XVII secolo, fu uno strumento amatissimo in epoca barocca e Tomaso Albinoni lo affianca agli archi per esaltarne ruolo e musicalità in ben sedici composizioni originali, nei quali ne esplora le possibilità tecniche ed espressive. Tra questi è stato selezionato per l’occasione il Concerto op. 9 n. 2 in re minore, dedicato a Maximilian Emmanuel II di Baviera alla cui corte venne successivamente invitato.
Di Georg Friedrich Händel verrà invece eseguito il Concerto grosso op. 6 n. 10 in re minore HWV 328, che fa parte della produzione di dodici Concerti grossi dell’op. 6 per orchestra d’archi e basso continuo scritti nell’arco di un mese nell’autunno del 1739. Il brano, dove è ancora presente il fagotto, è una splendida espressione dell’inventiva melodica e armonica barocca del compositore tedesco naturalizzato inglese.
Il concerto in Conservatorio sarà aperto, come accade da alcuni anni, da un micro racconto ispirato al programma musicale e scritto appositamente per OFT dal giornalista e musicista Lorenzo Montanaro, perfetto per immergersi nell’atmosfera della serata. La lettura del testo è affidata all’Associazione liberipensatori “Paul Valéry” e all’Accademia di formazione teatrale Mario Brusa di Torino.
*Nella foto in evidenza: il maestro concertatore Sergio Lamberto
Fonte: Ufficio stampa Orchestra Filarmonica di Torino