Chi era Maria di Magdala, detta Maddalena? E quali i suoi rapporti con Cristo? E che cosa ha rappresentato da sempre per la Chiesa e per l’arte? Una serie di domande a cui cerca di rispondere questa straordinaria mostra d’arte pittorica, scultorea e tessile con più di 200 opere che giungono dai musei di tutta Europa e oltre.
Si può dire che questa figura femminile è molto emblematica, perché rappresenta l’autonomia e la devozione, l’amore soprattutto nei confronti di un uomo/dio. Maddalena vissuta in un villaggio ai bordi del lago di Tiberiade vede Gesù e abbandona tutto per seguirlo. La sua famiglia pretendeva, come spesso accade tuttora, che sposasse un giovane prescelto sulla base di convenzioni tradizionali.
Una donna libera e volitiva, perciò tale da incutere timore e da scatenare l’immaginario erotico, subito bollata come donna dai facili costumi. Una donna forte serviva all’immaginario cristiano, come lo erano state Antigone o Medea o Lisistrata per motivi diversi, dovuti ai legami di sangue o all’amore tradito o all’atto d’amore come ricatto contro la guerra. Solo che queste donne non sono addomesticate, nel senso che mantengono come la prima Maddalena una natura selvaggia, ma non dopo il suo incontro con il Messia. Qui c’è la conversione, la dedizione totale, l’atto di umiltà con il lavaggio dei piedi e con l’assistenza ai piedi della croce, in qualche modo condividendo il dolore e la sofferenza. Di tutto questo Cristo terrà conto quando apparirà dapprima a lei dopo la Resurrezione.
Ecco che Maddalena rappresenta il riscatto dell’umanità dal peccato, quasi una doppia Eva che ha la possibilità come donna di ascendere per i suoi servizi nei confronti del divino. Le immagini del repertorio sono create nel corso dei secoli dagli artisti di ogni epoca che fissano sulle tele o scolpiscono nel legno e nel marmo o tessono arazzi magnifici dove è rappresentata l’immagine del Crocefisso con Maddalena dolente o appartata mentre in ambienti remoti si strugge nel pentimento. Solo che a tutt’oggi Maddalena resta confinata a un’immagine che si duole ma non viene assunta tra i pastori della Chiesa, come meriterebbe. Una situazione con cui la Chiesa prima o poi dovrà fare i conti.
La mostra è esposta nei poderosi Musei San Domenico, ricavati in un monastero realizzato nei primi secoli dopo l’anno Mille e restaurati di recente.
Concepita in fasi, la mostra parte da lontano, dalla sensibilità ellenistico/romana che trova testimonianza nelle figure sui crateri, vedi il vaso apulo del compianto di Meleagro morente, o nei bassorilievi che rappresentano il tiaso di giovani donne bacchiche invasate o nelle storie scolpite come nastri della vita del defunto sui sepolcri conservati, per poi proseguire rinnovandosi nel corso dei secoli.
Dal preumanesimo al Rinascimento, al Seicento, all’Illuminismo, al Romanticismo e infine al Novecento. Ogni epoca trova il modo di esprimere nella figura di Maddalena ora la penitente, ora l’umile devota, ora la dolente compagna. Sempre mirrofora, con al fianco il vaso di balsamo per cospargere il corpo oltraggiato di Cristo. Se si confrontano le prime opere d’arte con quelle ultime di uno Chagall o di un Guttuso, lì una Maddalena volante, qui una crocifissione che trova corrispondenza nelle scene della Vucciria, il mercato rionale palermitano, si può osservare con meraviglia il lungo percorso della sensibilità nell’arte che cambia con il mutare delle condizioni e degli sviluppi umani in ogni campo. Maddalena è sempre lì, a ricordare che c’è un tempo del peccato e uno della redenzione. Si susseguono le opere di numerosi e famosi artisti. Per fare qualche nome: Masaccio, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Guercino, Canova, Hayez, Delacroix, ecc. Di ogni epoca, di ogni latitudine per rendere omaggio a questa donna divenuta apostola e compagna di Cristo e perciò redenta, cosa a cui noi tutti aspiriamo.
Il Catalogo di Silvana Editoriale racchiude tutto questo ben di Dio. Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro, 27 marzo-10 luglio 2022. Orari di visita: dal lunedì al venerdì 9,30-19,00; sabato, domenica e giorni festivi 9,30-19,00. Informazioni e prenotazioni mostra: tel. 0543.36217, mostraforli@tosc.it, www.mostramaddalena.it
*Nella foto in evidenza: Chagall. La deposizione dalla croce