La vicenda si svolge in una lavanderia self-service a gettoni. Lorenzo, uomo sulla quarantina, rimane bloccato per un guasto alla lavatrice in cui ha messo il suo bucato. Deve attendere l’arrivo del tecnico in quanto la società di manutenzione non si rende responsabile per il bucato eventualmente abbandonato.
In attesa del tecnico, Lorenzo incontra vari personaggi che per motivi diversi frequentano la lavanderia espressa: Vasco, barbone che in pratica vive lì dentro a causa di una recente e dolorosa separazione dalla moglie; Valentina, spogliarellista e aspirante editrice, che essendo stata chiusa fuori casa dal coinquilino deve lavare asciugare e stirare i vestiti che indossa per recarsi ad un appuntamento di lavoro fondamentale; Antonella, il primo amore di Vasco, che non ha mai smesso di amarlo nonostante sia stata da lui lasciata per sposare l’altra donna, quella della “dolorosa separazione”; Amanda la ex di Lorenzo che si reca nella lavanderia per chiudere definitivamente la relazione che lui “fatica” a considerare conclusa.
In contro tesi col proverbio secondo il quale “I panni sporchi si lavano in casa” tutti i nostri personaggi si trovano a raccontare le proprie vicende, le proprie piccole e grandi tragedie agli avventori di questa lavanderia a gettoni. Un “non luogo” dove un’umanità smarrita e “centrifugata” si ferma per un istante, abbassa le difese e scopre di vivere in una società che lascia sempre meno spazio ai sogni, alle aspirazioni personali e che obbliga a scelte che poco hanno a che fare con la poetica dell’esistenza. Lavarsi la coscienza, quindi, da ai nostri personaggi, la possibilità di sperare, sognare un futuro migliore, un domani in cui, la ruota della vita possa girare a proprio favore, un po’ il cestello della lavatrice che gira, gira e lava i panni sporchi.
*Nella foto in evidenza: Giorgia Fabiani e Manuele Pica
Fonte: Ufficio Stampa -Vania Lai